Della 1° settimana del Tempo di Natale.
S. Vincenza Maria
López Y Vicuña, suora.
Prima lettura dalla prima
lettera di san Giovanni apostolo (2,12-17)
Scrivo a voi,
figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.
Scrivo a voi, padri, perché
avete conosciuto colui che è da principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi,
figlioli, perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi,
padri, perché avete conosciuto colui che è da principio.
Ho scritto a voi,
giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi
e avete vinto il
Maligno.
Non amate il mondo, né
le cose del mondo!
Se uno ama il mondo,
l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che
è nel mondo-la
concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la
superbia della vita-non
viene dal Padre, ma viene dal mondo.
E il mondo passa con
la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio
rimane in eterno!
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
(2,36-40) anno dispari.
[Maria e Giuseppe
portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.]
C'era una profetessa,
Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.
Era molto avanzata in
età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo
matrimonio, era poi
rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.
Non si allontanava mai
dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta
in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del
bambino a quanti
aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero
adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno
in Galilea, alla loro
città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e
si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Come Simeone, anche Anna,
un’anziana vedova a servizio del tempio,
vede il bambino, e il suo cuore
si riempie di Gioia.
Simeone e Anna rappresentano
tutte le persone che, con semplicità e fedeltà,
seguono il Signore, nelle nostre
parrocchie, prestando qualche servizio,
partecipando ogni giorno alle
celebrazioni.
Il Signore accetta anche questo
tipo di presenza, gradisce queste persone che
rappresentano lo zoccolo duro
delle nostre povere comunità.
E dice; anche vivendo la fedeltà
con abitudine, senza grandi eventi, possiamo
accogliere il Signore nel suo
Natale.
Dio chiede di essere accolto, di
nascere nel cuore di ogni discepolo, di ogni
Uomo; i giorni che stiamo vivendo
ci aiutano a spalancare il nostro cuore e
la nostra vita alla fede del Dio
che viene.
Paradossalmente, dopo più di duemila
anni di cristianesimo, il rischio è quello di
anestetizzare il Natale di stravolgerne
il significato, di renderlo insopportabile, inutile.
Le persone che soffrono, che
vivono sole, vivono il Natale come una festa
infinitamente dolorosa.
A loro, invece, Dio dice che sono
i privilegiati, i prescelti, coloro che possono
riconoscere il Dio fattosi povero,
attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
Nessun commento:
Posta un commento