sabato 31 ottobre 2020

Il Vangelo di Domenica 1 Novembre 2020

 

Della 31° Domenica del Tempo Ordinario.

Tutti i Santi.

Prima lettura dall'Apocalisse di san Giovanni Apostolo (7,2-4.9-14).

Io, Giovanni, vidi salire dall'oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente.

E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la

terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non

avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».

E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila

segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele.

Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva

contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.

Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti

candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.

E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul

trono, e all'Agnello».

E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e

si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen!

Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio

nei secoli dei secoli. Amen».

Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di

bianco, chi sono e da dove vengono?».

Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai».

E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato

le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello».

Parola di Dio.

Seconda lettura dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3)

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati

figli di Dio, e lo siamo realmente!

Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.

Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato

ancora rivelato.

Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui,

perché lo vedremo così come egli è.

Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12) anno A.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si

avvicinarono a lui i suoi discepoli.

Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché

di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni

sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Oggi è la festa dei santi, la festa del nostro destino, della nostra chiamata.

La Chiesa in cammino, fatta di santi e di peccatori, ci invita a guardare alla

verità profonda di ogni uomo; dietro ogni sguardo, dentro ognuno di noi,

si nasconde un santo potenziale.

Noi crediamo che ogni uomo nasce per realizzare il sogno di Dio e che il

nostro posto è insostituibile.

Il santo è colui che ha scoperto questo destino e l’ha realizzato, meglio; si è

lasciato fare, ha lasciato che il Signore prendesse possesso della sua vita.

La nostra generazione è chiamata a riappropriarsi dei santi, a tirarli giù dalle

nicchie della devozione in cui li abbiamo esiliati per farli diventare nostri amici

e consiglieri, nostri fratelli e maestri.

Coloro che hanno vissuto la totalità di Dio desiderano fortemente che anche

noi sperimentiamo l’immensa gioia che essi hanno vissuto.

La santità che celebriamo-in verità-è quella di Dio e avvicinandoci a Lui ne

siamo prima sedotti, poi contagiati.

La Bibbia parla spesso di Dio e della sua santità, la sua perfezione d’amore,

di equilibrio, di luce e di pace.

Lui è il Santo, il totalmente altro ma, ci rivela la Scrittura, Dio desidera

fortemente condividere la sua santità con il suo popolo.

Dio ci vede già santi, vede in noi la pienezza che noi neppure osiamo

immaginare, accontentandoci delle nostre mediocrità.

Scriveva un grande letterato francese; non c’è che una tristezza, quella di

non essere santi. Quant’è vero!

Il santo è tutto ciò che di più bello e nobile esiste nella natura umana, in ciascuno

di noi esiste la nostalgia alla santità, a ciò che siamo chiamati a diventare; ascoltiamola.

Tiriamo giù dalle nicchie i fratelli santi, riportiamoli nella quotidianità della

nostra vita, ascoltiamoli mentre ci suggeriscono i percorsi che ci portano

verso la pienezza della felicità.

I santi non sono persone strane, uomini e donne macerati dalla penitenza,

ma discepoli che hanno creduto nel sogno di Dio.

Il santo non è uno nato predestinato, uomini e donne come noi, si sono fidati

e lasciati fare da Dio.

I santi non sono dei maghetti operatori di prodigi; il più grande miracolo è

la loro continua conversione.

I santi non sono perfetti e impeccabili, ma hanno avuto il coraggio, che spesso

noi non abbiamo, di ricominciare, dopo avere sbagliato.

I santi non sono dei solitari; dopo avere conosciuto la gloria e la bellezza di Dio,

non hanno che un desiderio; quella di condividerla con noi.

Chiediamo ai santi un aiuto per il nostro cammino; Pietro ci doni la sua fede

rocciosa, Francesco la sua perfetta letizia, Paolo l’ardore della fede, Teresina

la semplicità dell’abbandonarsi a Dio.

Così, insieme, noi quaggiù e loro che ora sono colmi, cantiamo la bellezza di Dio

in questo giorno che è nostalgia di ciò che potremmo diventare, se solo ci fidassimo!

Santi subito! E noi?

Se la santità è il modello della piena umanità, perché non porci questo obbiettivo?

Santo è chi lascia che il Signore riempia la sua vita fino a farla diventare dono per gli altri.

Festeggiare i santi significa celebrare una Storia alternativa.

La storia che studiamo sui testi scolastici, la storia che dolorosamente giunge nelle

nostre case, fatta di violenza e prepotenza, non è la vera Storia.

Intessuta e mischiata alla storia dei potenti, esiste una Storia diversa che

Dio ha inaugurato; il suo regno.

Le Beatitudini ci ricordano con forza qual’è la logica di Dio.

Logica in cui si percepisce chiaramente la diversa mentalità tra Dio e gli uomini;

i beati, quelli che vivono fin d’ora la felicità, sono i miti, i pacifici, i puri, quelli

che vivono con intensità e dono la propria vita, come i santi.

Questo regno che il Signore ha inaugurato e che ci ha lasciato in eredità, sta a noi,

nella quotidianità, renderlo presente e operante nel nostro tempo, anche in questo

periodo tragico a causa della pandemia.

Contemplare il nostro destino, il grande progetto di bene e di salvezza che Dio

ha sull’umanità ci permette di affrontare con speranza la difficile memoria

dei nostri defunti.

Chi ha amato e ha perso l’amore sa quanto dolore provochi la morte.

Gesù ha una buona notizia sulla morte, su questo misterioso incontro, questo

appuntamento certo per ognuno.

La morte, sorella morte, è una porta attraverso cui raggiungiamo la dimensione

profonda da cui proveniamo, quell’aspetto invisibile in cui crediamo, le cose che

restano perché-come diceva il saggio Petit Prince-l’essenziale è invisibile agli occhi.

Siamo immortali, amici, dal momento del nostro concepimento siamo immortali

e tutta la nostra vita consiste nello scoprire le regole del gioco, il tesoro nascosto,

come un feto che cresce per essere poi partorito nella dimensione della pienezza.

Siamo immensamente di più di ciò che appariamo, più di ciò che pensiamo di essere.

Siamo di più; la nostra vita, per quanto realizzata, per quanto soddisfacente non

potrà mai riempire il bisogno assoluto di pienezza che portiamo nel nostro intimo.

E Gesù ce lo conferma; sì, è proprio così, la tua vita continua, sboccia, fiorisce, cresce.

Per una pienezza di ricerca e di totalità se hai scoperto le regole del gioco, per una

vita di dubbio e di inquietudine, se hai rifiutato con ostinazione di essere raggiunto.

Fa strano dirlo, lo so, ma l’inferno-che è l’assenza di Dio-esiste ed è l’opportunità

che tutti abbiamo di respingere per sempre l’amore di Dio, è un segno di rispetto.

Certo tutti ci auguriamo che sia vuoto e Dio si svela come un cocciuto che vuole

a tutti i costi la salvezza dei suoi figli.

L’eternità è già iniziata, amici, giochiamocela bene, non aspettiamo la morte,

non evitiamola, ma pensiamoci con serenità per rivedere la nostra vita, per

andare all’essenziale, per dare il vero e il meglio di noi stessi.

I nostri amici defunti-che affidiamo alla tenerezza di Dio-ci precedono

nell’avventura di Dio.

Dio vuole la salvezza di ognuno, con ostinazione, ma ci lascia liberi, poiché

amati, di rispondere a questo amore o di rifiutarlo.

Preghiamo oggi, amici, perché davvero il Maestro ci doni fedeltà al suo progetto di amore.

La nostra preghiera ci mette in comunione con i nostri defunti, facendo sentire loro

il nostro affetto, nell’attesa dei cieli nuovi e della terra nuova che ci aspettano.

Buona Domenica, nell’affetto di tutti i nostri cari defunti Fausto.

venerdì 30 ottobre 2020

Il Vangelo del Sabato 31 Ottobre 2020

 

Della 30° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Lucilla di Roma, Vergine e martire.

Prima lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (1,18-26)

Fratelli, purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga

annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene.

So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e

all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e la speranza

che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora

Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.

Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere.

Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere

con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.

Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi per il

progresso e la gioia della vostra fede, affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca

sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno fra voi.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-11)

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi

stavano a osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando

sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro

invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cédigli il posto!".

Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato,

va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato

ti dica: "Amico, vieni più avanti!".

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.

Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Se siamo troppo pieni di noi stessi non c’è posto per Dio!

Questo Gesù insegna all’attonito fariseo che lo ha coraggiosamente invitato, e a noi.

È vero: se ci sentiamo particolarmente speciali e migliori degli altri rischiamo di

occupare tutto lo spazio a disposizione, ma anche chi vive nella continua svalutazione

di sé, in fondo, occupa tutto lo spazio con una visione negativa.

Possiamo essere pieni del nostro ego spirituale, il più difficile da estirpare!

Gesù ci suggerisce di crescere nell’umiltà, di vivere con la consapevolezza del limite,

senza diventare il gigante dei nostri sogni o il nano delle nostre paure.

L’umiltà è un dono e una conquista, un equilibrio che si raggiunge nella consapevolezza

e con grande senso dell’ironia.

Attenti bene, però: molti pensano di non valere nulla, di essere delle brutte persone

e, pensandolo, credono di essere umili.

Ma quella non è umiltà, è depressione!

L’umiltà è un atteggiamento che richiama la parola che la identifica.

L’umiltà è una terra feconda che fa crescere gli alberi.

Terra; segno di concretezza, senza esagerare, senza scoraggiarsi.

Feconda; la consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre qualità porta molti frutti,

per questo dobbiamo sempre farci aiutare dalla preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 29 ottobre 2020

Il Vangelo del Venerdì 30 Ottobre 2020

 

Della 30° settimana del Tempo Ordinario.

San Germano di Capua, Vescovo.

Prima lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (1,1-11)

Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono

a Filippi, con i vescovi e i diaconi: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro,

e dal Signore Gesù Cristo.

Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi.

Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra

cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente.

Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà

a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto

nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo,

voi che con me siete tutti partecipi della grazia.

Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell'amore

di Cristo Gesù.

E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno

discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e

irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si

ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (14,1-6) anno pari.

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi

stavano a osservarlo.

Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.

Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no

guarire di sabato?».

Ma essi tacquero.

Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.

Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà

fuori subito in giorno di sabato?».

E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Tutti tacciono; davanti all’immenso buon senso di Gesù c’è poco da dire,

meglio tacere per evitare di fare peggiori figure.

Di nuovo, come qualche giorno fa, Gesù analizza lo stretto rapporto che esiste

tra fede e abitudine, tra norma e libertà, fra regola e Dio.

E questo rapporto non riguarda i non credenti ma proprio noi che abbiamo conosciuto

il rabbì e vogliamo essere suoi discepoli fino in fondo e amarlo e seguirlo.

La fede riguarda più la dimensione dell’intuito, dell’emozione,

dell’abbandonarsi, all’inizio, almeno.

Poi, col passare del tempo, come ogni realtà umana, si organizza, si struttura, si abitua.

È normale, è giusto; serve un contenitore per le emozioni, un percorso per la conversione.

Il rischio, però, è quello di perdere di vista la ragione finale, concentrarmi sulla

norma scordandomi la ragione per cui esiste.

Così la fede, anzi peggio.

Peggio, perché diamo un'aura di religiosità e divinità alle scelte che sono storiche,

passeggere, penultime.

Guarire un malato era ed è un gesto di amore, che dà gloria a Dio, non un lavoro

che vìola il sabato, ma che viene anche attraverso la preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 28 ottobre 2020

Il Vangelo del Giovedì 29 Ottobre 2020

 

Della 30° settimana del Tempo Ordinario.

Beata Chiara Luce Badano, Giovane focolarina.

Prima lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (6,10-20).

Fratelli, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza.

Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo.

La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne,

ma contro Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di

tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio

e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.

State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della

giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace.

Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i

dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello

Spirito, cioè la parola di Dio.

Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello

Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i

santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca,

per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene,

e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (13,31-35) anno pari.

In quel giorno si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via

di qui, perché Erode ti vuole uccidere».

Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio

guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito.

Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia

strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono

mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina

la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!

Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta!

Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte:

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Erode vuole far uccidere Gesù.

Sempre i potenti risolvono i problemi in questo modo; togliendo di mezzo

chi li provoca, allora come oggi.

La risposta di Gesù è sibillina; non sarà Erode a decidere l’ora della sua morte.

Erode, una volpe (animale negativo in Israele che non indica la furbizia come

per noi oggi), non è che una piccola pedina nel grande progetto di Dio.

Così accade nella logica divina; coloro che si credono potenti e che pensano

di avere il controllo della situazione sono, in realtà, dei piccoli uomini che oggi

ricordiamo solo perché hanno avuto a che fare con un oscuro asceta e un

falegname che si fece profeta.

Davanti a tanta ostilità il cuore di Gesù sanguina; addolorato Gesù riconosce che il

suo messaggio subisce violenza e l’odio nei suoi confronti si sta facendo insostenibile.

Gesù avrebbe preferito un altro epilogo, non certo ciò che sta per accadergli.

Ma in certe occasioni l’unico modo per manifestare la verità delle cose in cui si

crede è quello di andare fino in fondo alle proprie decisioni, aiutati dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 27 ottobre 2020

Il Vangelo del Mercoledì 28 Ottobre 2020

 

Della 30° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Simone e Giuda, Apostoli.

Prima lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (2,19-22)

Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi

e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti,

avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù.

In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel

Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione

di Dio per mezzo dello Spirito.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (6,12-16) anno pari.

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio.

Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede

anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea,

suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo,

figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota,

che divenne il traditore.

Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.

C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea,

da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo

ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti

impuri venivano guariti.

Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Di loro sappiamo ben poco; Giuda è chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo.

Di Simone sappiamo che era nato a Cana ed era soprannominato lo zelota, cioè lo zelante. L’evangelista Luca presenta Giuda come Giuda di Giacomo quindi forse come fratello

o figlio di Giacomo, l’altro apostolo.

Matteo e Marco lo chiamano invece Taddeo, un soprannome che in aramaico

Significa magnanimo.

Uno zelante e un generoso fanno parte del gruppo dei Dodici perché per seguire

il Signore ci vuole molta passione e un cuore generoso.

E il fatto di non sapere nulla di loro ci dice una cosa splendida della Chiesa

(di questa Chiesa in conversione); poco importano i ruoli, le cariche,

le imprese eroiche.

Al centro della nostra attenzione c'è sempre e solo il Signore Gesù, Lui solo

i discepoli hanno testimoniato mettendo le proprie vicende personali fra parentesi.

Anche se siamo apostoli in fondo alla lista e di noi non si sa molto, siamo preziosi

collaboratori della diffusione del Vangelo, attraverso la preghiera, questo solo conta!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.