mercoledì 3 giugno 2020

Il Vangelo del Giovedì 4 Giugno 2020


Della 9° settimana del Tempo Ordinario.
Prima lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2,8-15)
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io
annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata!
Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch'essi
raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se
perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le
vane discussioni, le quali non giovano se non alla rovina di chi le ascolta.
Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve
vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34) anno pari.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo
di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele!
Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il
tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua
mente e con tutta la tua forza".
Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso".
Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico
e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza
e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli
olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano
dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Erano seicentotredici i precetti da osservare, come ricordarseli?
La domanda posta dallo scriba era una di quelle che ponevano ai rabbini
durante lo studio della Scrittura.
E Gesù interroga chi lo interroga, uno scriba, quindi detentore della corretta
interpretazione della Legge.
E questi risponde così come andava di moda in una delle due maggiori scuole
di pensiero di Gerusalemme, quella di Rabbì Hillel; l’amore a Dio e l’amore
al prossimo.
Fiumi di parole commentavano questa scelta, riflessioni, ragionamenti,
distinzioni, sfumature.
Come amare Dio, fino a che punto?
Come amare il prossimo? Chi è il prossimo?
Gesù ascolta la dotta risposta dello scriba e conclude: non sei lontano dal Regno.
Il povero scriba è spiazzato.
Nessuna discussione teologica, nessun duello in punta di fioretto, nessun dibattito
citando maestri di dottrina.
Si era preparato bene, era pronto a fare sfoggio della propria competenza,
della propria cultura.
E invece; Gesù non ci sta, non accetta una discussione solo teorica.
La fede dello scriba è solo intellettuale, tutta chiusa nella sua testa, non contagia
il suo cuore, non lo spinge a cambiare le sue scelte.
Stiamo attenti a non fare come lui, amici, seguiamo la parola del Signore attraverso
il Vangelo e, se abbiamo qualche dubbio, chiediamo aiuto alla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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