lunedì 23 marzo 2020

Il Vangelo del Martedì 24 Marzo 2020


Della 4° settimana di Quaresima.
Prima lettura dal libro del profeta Ezechèle (47,1-9.12)
In quei giorni [l'angelo] mi condusse all'ingresso del tempio [del Signore] e vidi
che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del
tempio era verso oriente.
Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare.
Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno, fino alla
porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro.
Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti,
poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia.
Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio.
Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi.
Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque
erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado.
Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo?».
Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda
del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell'Aràba
ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque.
Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà 
abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà
il torrente tutto rivivrà.
Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui
foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno,
perché le loro acque sgorgano dal santuario.
I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (5,1-16) anno pari.
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in
ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero
di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così,
gli disse: «Vuoi guarire?».
Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina
quando l'acqua si agita.
Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me».
Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina».
E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato.
Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti
è lecito portare la tua barella».
Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua
barella e cammina"».
Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina?"».
Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era
allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito!
Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio».
Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Vuoi guarire?
Che domanda idiota!
Che provocazione, qui e altrove!
Ovvio che vogliamo guarire!
Ne siete proprio sicuri?
Gesù, ponendo questa sconcertante domanda al paralitico della porta di Beztatà,
ci pone davanti alle nostre responsabilità.
Per il paralitico, abituato a mendicare per tutta la sua vita, guarire significa
cambiare radicalmente, e non necessariamente in meglio.
Come il cieco nato può essere accusato di avere ingannato tutti fino ad allora,
guarire significa imparare in età adulta un lavoro, rimboccarsi le maniche.
No, non è affatto scontato voler guarire.
Quante volte coltiviamo inconsciamente il nostro dolore che, in qualche modo,
ci dona un’identità, suscita commiserazione e attenzione da parte degli altri.
Voler guarire è un affare impegnativo, che ci riguarda, che ci obbliga a conversione,
e non sempre ne siamo entusiasti, ma se ci facciamo aiutare dalla preghiera, forse
riusciamo a diventare adulti nella fede.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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