lunedì 16 marzo 2020

Il Vangelo del Martedì 17 Marzo 2020


Della 3° settimana di Quaresima.
S. Patrizio, vescovo.
Prima lettura dal libro del profeta Daniele (3,25.34-43)
In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo
la bocca disse: «Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza; non ritirare da noi la tua misericordia, per amore
di Abramo, tuo amico, di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo, ai quali hai
parlato, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe, né profeta né capo né olocàusto né sacrificio
né oblazione né incenso né luogo per presentarti le primizie e trovare misericordia.
Potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come
olocàusti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, perché non c'è
delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
Fa' con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi, dà gloria al tuo nome, Signore».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35) anno pari.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello
commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?
Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi.
Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli
doveva diecimila talenti.
Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto
lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito.
Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me
e ti restituirò ogni cosa". 
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari.
Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quel che devi!".
Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me
e ti restituirò".
Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono
a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti
ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.
Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?".
Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse
restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore,
ciascuno al proprio fratello».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Mi sembra che ora Gesù esageri con il perdono!
Perdona 70 volte 7, ossia sempre e comunque; assurdo!
Il perdono senza limiti, non fa altro che imitare un amore senza limiti qual
è quello del Signore.
La parabola del servo spietato è purtroppo la realtà triste di questo nostro
mondo a cui, talora, anche i discepoli prendono parte.
Il Vangelo contrappone alla logica della vendetta, quella del perdono senza limiti.
Solo in tal modo si disinnesca il maccanismo che genera il peccato e la divisione
 tra gli uomini.
In una società come la nostra, in cui è raro il perdono e frequente la vendetta,
questa pagina evangelica è davvero salutare.
Gesù pone un legame strettissimo tra il regno di Dio e il perdono delle offese,
sino a farci chiedere nel Padre Nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi
li rimettiamo ai nostri debitori”.
È la richiesta di un modo di rapportarci più misericordioso e più umano.
Invece nel regno degli uomini, è frequente “prendersi per il collo”, magari dopo
aver recitato il Padre Nostro, durante la Santa Messa. Assurdo!
Perdoniamo amici, so che non è sempre facile, ma abbiamo la preghiera,
recitata coscientemente, che ci può aiutare.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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