sabato 29 febbraio 2020

Il Vangelo di Domenica 1 Marzo 2020


Della 1° Domenica di Quaresima.
Prima lettura dal libro della Gènesi (2,7-9;3,1-7)
Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici
un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo
che aveva plasmato.
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista
e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della
conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto
e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun
albero del giardino?».
Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo
mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha
detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!
Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi
e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi
e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi
ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Parola di Dio.
Seconda lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5,12-19)
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il
peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti
hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non
può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino
a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione
di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo
tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del
solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.
E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio
infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte
cadute, ed è per la giustificazione.
Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo,
molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia
regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna,
così anche per l'opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione,
che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati
costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (4,1-11) anno A.
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.
Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste
pietre diventino pane».
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola
che esce dalla bocca di Dio».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio
e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli
darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo
piede non inciampi in una pietra».
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni
del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti
ai miei piedi, mi adorerai».
Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana!
Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Inizia, finalmente.
Non se ne poteva più, sinceramente.
Ma abbiamo trovato l’amara sorpresa del coronavirus, che ha fatto chiudere
le Chiese per paura del contagio, poi però hanno lasciato aperti i centri
commerciali, ma questa è un’altra storia.
Anche il Carnevale, notevolmente sottotono in questo anno di crisi, aveva
assunto i contorni scipiti della fine di un Impero dove si ride per non piangere.
Deposte le maschere, proviamo a seguire il Nazareno nel suo tempo di deserto
per capire come muoverci, per provare a leggere la storia (piccina e travagliata)
che stiamo vivendo.
Gesù solidale con gli uomini, ha voluto mettersi in fila con i penitenti per
farsi battezzare, primo evidente segno di una totale condivisione con noi.
E nel deserto che può essere momento di grazia, dove ha ricevuto il battesimo, o
momento di morte, dove affronta la tentazione, Gesù sperimenta la fatica di scegliere.
Il più grande dei nostri limiti.
Oggi si parla male e a sproposito del demonio, anche in casa cattolica.
È diventato una specie di eroe romantico, esaltato da alcuni, temuto da altri.
Una figura tragica che suscita curiosità e interesse, innalzato a struggente modello
negativo da una forte corrente di pensiero che fa presa soprattutto sugli adolescenti.
Basta guardarsi intorno; musica di genere che veicola espliciti messaggi violenti,
film che propongono demoni e indemoniati a più non posso e, ultimamente, 
best-seller che coinvolgono esorcisti di fama; il diavolo affascina.
E fa vendere.
Spaventa, attira, inquieta. E tranquillizza le coscienze.
Sì, avete capito bene; l’eccessiva attenzione al demonio paradossalmente lo
favorisce e, quel che è peggio, stravolge la visione biblica sulla tentazione.
Caricando di eccessiva importanza il male a scapito del bene, rischiamo di
deresponsabilizzare la coscienza e la scelta personale.
E questo succede anche in casa cattolica e con le migliori intenzioni!
Non siamo marionette; siamo uomini dotati di intelligenza e volontà.
L’opera del Maligno (che esiste ed è meno goffo e caricaturale di come ce
lo immaginiamo) consiste esattamente nell’intorbidire le acque, nel girare
la frittata, nell’ingigantire il particolare a scapito della visione d’insieme,
nello sminuire o offuscare le conseguenze catastrofiche delle nostre scelte.
Non dobbiamo scomodare il demonio per le nostre tentazioni, siamo capaci
di metterci nei guai da soli!
Come scrive splendidamente Claudel; lasciamo le tentazioni ai santi.
A noi mediocri basta la quotidianità per metterci in difficoltà!
La prima tentazione è quella del pane.
Bisogna pensare a sopravvivere, anzitutto. Ovvio.
Il diavolo ha buon senso.
Nel leggere le tentazioni si resta stupiti da due cose; cita la Scrittura a proposito
e dà buoni consigli.
E, a leggere bene i consigli del demonio, si resta attoniti; dice cose piene di buon senso!
Gesù vuole fare il Messia? Ottimo!
Ma deve curarsi, stare attento alla propria alimentazione, alla propria forma fisica.
Ha ragione, nessuno può affrontare una sfida così impegnativa se non pensa
un pò a se stesso.
Ma, e quì sta l’inganno, per nutrirsi deve trasformare le pietre in pane.
Ostentare un miracolo, prendere la scorciatoia.
L’essere Figlio, dal punto di vista del demonio, è un bel privilegio,
perché non approfittarne?
Essere Figlio, nella logica di Gesù, è imitare il Padre e mettersi a servizio.
Il pane, qui, diventa un idolo, un obiettivo da raggiungere con ogni mezzo.
Certo, è bene tenersi in forma.
Ma prima pensiamo all’anima, poi al corpo.
Ed è importante pensare al proprio benessere fisico.
Per mettersi a servizio degli altri, però, non per diventare dei vanitosi narcisisti.
Non mette in discussione l’esistenza di Dio, l’avversario.
E nemmeno la sua presenza. O la sua bontà.
Propone solo a Gesù di chiedere un segno della sua presenza.
Un piccolo segno, rispetto alla sua debordante santità.
Che sarà mai?
E ancora cita la Scrittura, rassicura Gesù.
Se è Figlio, il Padre non rifiuterà.
Se ha scelto la strada dell’onestà, dell’autenticità senza cavalcare il potere,
Dio approverà e manifesterà certamente la sua benevolenza.
Con un bel miracolo.
Bello e utile per la sua neonata carriera di profeta; quanto scalpore farà vederlo
galleggiare nell’aria!
Quanti si metteranno in ginocchio davanti a tale visione?
Quanta autorevolezza susciterà quel gesto di indiscutibile favore divino!
No, Dio non va manipolato, dice Gesù.
La terza tentazione che Gesù deve affrontare durante la sua vita è la
manipolazione delle relazioni per il proprio interesse.
Gesù vuole fare il Messia, d’accordo.
Ma come pensa di fare se non entra in relazione con i potenti del tempo?
Se non media? Se non cede a compromessi?
Come può fare senza un’organizzazione efficiente, una struttura che lo
aiuti nel suo compito?
Ma ciò che nasconde questa tentazione è, nuovamente, la logica della
bramosia, del tornaconto.
Il demonio insinua l’idea che il fine giustifica i mezzi.
Se è possibile allearsi col potere per diffondere il Regno, tanto meglio.
Se è possibile usare le relazioni, le amicizie, le logiche dei favori ricevuti
e da restituire, perché farsele fuggire?
I regni di questo mondo cercano sempre di meravigliare, di ammaliare, di convincere.
Ostentano potere, ricchezza, fama, gloria e dominio.
Ma sono sempre e solo strumenti per la libera e dignitosa convivenza sociale.
Farne un idolo è un errore folle e tragico dalle conseguenze imprevedibili,
eppure già storicamente sperimentate.
Non è facile, lo so bene.
Soprattutto se ho scelto di dare una mano, se sto in mezzo alle cose, se mi
attivo per cambiarle; nel quartiere, a scuola, a catechismo di mio figlio.
Ma sempre col cuore libero, come ha saputo fare Gesù.
Quì e più avanti, quando il potere, politico e religioso, gli chiederà obbedienza.
Che rifiuterà. Da uomo libero.
Buon deserto, cercatori di Dio!
Da questa prima Domenica di Quaresima, amici, logicamente senza Messa
purtroppo, abbiamo tutto il tempo di pensare quali cristiani vogliamo essere,
se vogliamo essere dei cristiani manipolati, o dei veri cristiani innamorati
del Signore Gesù?
Io in questa Domenica senza Messa, vi dono queste parole che è meglio di niente.
Santa prima Domenica di Quaresima, Fausto.



venerdì 28 febbraio 2020

Il Vangelo del Sabato 29 Febbraio 2020


Sabato dopo le Ceneri.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (58,9b-14)
Così dice il Signore: «Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito
e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai
come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di
trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me
sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra, ti farò gustare l’eredità di Giacobbe,
tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (5,27-32) anno pari.
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco
delle imposte, e gli disse: «Seguimi!».
Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.
C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come
mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati;
io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Sono i malati ad avere bisogno del medico, non i sani.
E allora perché facciamo sempre finta di scoppiare di salute spirituale?
Forse abbiamo vergogna?
Io amici, non ne ho e, posso dirvi, senza vergogna, che sono un malato cronico.
O non diamo retta ai tanti sintomi che l’anima ci invia per invitarci a conversione?
Perché accogliamo i “malati” nelle nostre comunità col sorriso,
ma che si sbrighino a guarire?
Perché pensiamo che, in fondo in fondo, bisogna meritarsi la guarigione?
Perché non portiamo pazienza con le nostre mattie profonde, come portiamo
pazienza con una nostra debolezza fisica inguaribile?
Matteo si è alzato e ha seguito il Nazareno perché non è stato trattato come un
lebbroso, ma come una persona che poteva cambiare.
Che bello sarebbe, in questo percorso di conversione che abbiamo appena iniziato,
se avessimo il coraggio di desiderare la guarigione interiore, invece di nascondere
a noi stessi le nostre parti oscure e infette.
Il Signore ci può guarire, sanare le nostre ferite profonde, anche se le cicatrici
restano e fanno male quando si avvicina il temporale.
E come possiamo guarire?
Solo lasciandoci penetrare dalla Parola del Signore, attraverso la preghiera.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

giovedì 27 febbraio 2020

Il Vangelo del Venerdì 28 Febbraio 2020


Venerdì dopo le Ceneri.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (58,1-9a)
Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come
il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che
pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono
giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché digiunare, se tu non lo
vedi, mortificarci, se tu non lo sai?".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse
questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa
i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!"».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (9,14-15) anno pari.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché
noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché
lo sposo è con loro?
Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Il venerdì di Quaresima ci è chiesto un gesto semplice di attenzione al cibo;
l’astinenza dalle carni che, tradotto nel ventunesimo secolo significa nutrirsi
con moderazione e senza sprecare denari.
Oggi la carne costa meno della verdura e immensamente meno del pesce,
occorre muoversi con intelligenza nelle nostre scelte.
Ma qualunque sia il gesto che riusciamo a fare, l’importante è che ci spalanchi
alla generosità e all’interiorità.
Facciamo digiuno perché lo sposo non è con noi, e aspettiamo il suo ritorno
glorioso alla fine dei tempi.
Non facciamo digiuno perché va di moda, o perchè dimostriamo a Dio che ne
siamo capaci.
Lo facciamo per sentire lo stomaco lamentarsi e accorgerci che la maggioranza
del genere umano sente lo stomaco lamentarsi tutti i giorni della propria vita.
Un gesto forte, certo, ma che, se fatto con moderazione e discrezione, può davvero
insegnarci ad accorgerci dei problemi veri che coinvolgono i due terzi dell’umanità.
E se vogliamo davvero aiutare chi è nelle difficoltà, possiamo trovare canali
certi e sicuri, dove fanno arrivare a chi veramente ne ha bisogno, perciò, facciamoci
indirizzare sulla vista giusta dalla preghiera.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

mercoledì 26 febbraio 2020

Il Vangelo del Giovedì 27 Febbraio 2020


Giovedì dopo le Ceneri.
1° Lettura dal libro del Deuteronòmio (30,15-20)
Mosè parlò al popolo e disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e
il bene, la morte e il male.
Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per
le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu
viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai
per entrare per prenderne possesso.
Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a
prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete,
che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne
possesso, attraversando il Giordano.
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti
la vita e la morte, la benedizione e la maledizione.
Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore,
tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua
vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato
di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (9,22-25) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire
molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi,
venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se
stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita
per causa mia, la salverà.
Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde
o rovina se stesso?».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Investire bene, farsi i conti in tasca, capire per cosa vivere e darsi da fare.
Così ha saputo fare Gesù, spendendo la propria vita.
La croce che sarà al centro della nostra riflessione quaresimale non è un
orrendo supplizio da cui fuggire, ma la suprema testimonianza di un amore
donato con pienezza.
Il Signore ci chiede di prendere la croce, cioè di assumere uno stile di vita
che si fa dono anche quando fa male donarsi, provoca dolore.
La croce non è mai una prova che Dio ci invia, spesso le croci che portiamo
ce le siamo create, e le levighiamo ogni mattina.
Il dolore è da fuggire, specie quello inutile.
Da abbracciare, invece, è la logica con cui Gesù ha trasformato la croce da
strumento di morte a testimonianza di dono e di vita.
Quello di cui abbiamo anzitutto bisogno è della conversione principale.
Dalla visione solitaria ed egoistica della nostra vita ad una vita come dono di
noi stessi; facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

martedì 25 febbraio 2020

Il Vangelo del Mercoledì 26 Febbraio 2020


Mercoledì delle Ceneri.
1° Lettura dal libro del profeta Gioèle (2,12-18)
Così dice il Signore: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni,
con pianti e lamenti.
Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché
egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a
ravvedersi riguardo al male».
Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libazione per il Signore, vostro Dio.
Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate
una riunione sacra.
Radunate il popolo, indite un'assemblea solenne, chiamate i vecchi,
riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera
e la sposa dal suo talamo.
Tra il vestibolo e l'altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore,
e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità
al ludibrio e alla derisione delle genti».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov'è il loro Dio?».
Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo.
Parola di Dio.
2° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (5,20-6,2)
Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro
è Dio stesso che esorta.
Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore,
perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.
Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza
ti ho soccorso».
 Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (6,1-6.16-18) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la
vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non
c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente.
In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché
la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli
delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente.
In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre
tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono
un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano.
In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente
non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo,
che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Inizia la Quaresima con una giornata che doveva essere intensa, caratterizzata
dal digiuno, pratica da riscoprire e valorizzare in questo mondo bulimico,
e con un segno inquietante e liberante; l’imposizione delle ceneri, ma che
purtroppo quest’anno con il problema del coronavirus, non possiamo celebrare
per paura del contagio, poi magari il contagio, lo andiamo a prendere al centro
commerciale, o magari al bar durante il giorno, visto che possono rimanere
aperti fino alle 18.00, molto probabilmente questo virus è notturno, ma allora,
perché anche noi cristiani non potevamo fare le celebrazioni delle Ceneri alle 17.00?
Credo che le tentazioni del demonio siano già cominciate e, proprio nel primo
giorno di Quaresima, comunque io questa imposizione non la accetto, è una
costrizione infondata, un ordine politico.
Comunque, siamo polvere, polvere che Dio illumina e trasfigura, in cui soffia
il vento dello Spirito, ma sempre polvere.
Ce ne ricordassimo quando ci rodiamo il fegato nella gelosia, quando ci
scanniamo durante le riunioni condominiali, quando ci snerviamo per la perdita
della squadra del cuore.
Non siamo che polvere, pulviscolo che abita un minuscolo pianeta che ruota
intorno ad un sole, in una galassia che ha cento miliardi di soli, in un universo
che ha cento miliardi di galassie.
Polvere. Solo polvere.
Iniziamo bene, allora, questo percorso di liberazione da tutte le stupidaggini che
ci impediscono di vivere; comprese quelle politiche e, preghiamo soltanto.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona Quaresima, Fausto.