Una riflessione anche per il nostro matrimonio.
Parliamo del matrimonio cristiano
vissuto sull'esempio della
Sacra Famiglia di Nazareth.
Vorrei parlarvi di una coppia che
ha formato una famiglia; quella costituita
dalla Vergine Maria e da San
Giuseppe.
Per spiegare la singolarità delle
loro nozze, bisogna tener presente una verità;
può esserci stato matrimonio
anche senza unione fisica.
Questo caso può verificarsi per
tre motivi; perché i sensi, già soddisfatti, sono
diventati insensibili; perché gli
sposi, dopo essersi uniti, hanno fatto voto a Dio
di rinunciare al piacere per
dedicarsi alle più sublimi estasi dello spirito, e infine
perché gli sposi, nonostante il
matrimonio, hanno fatto voto di verginità,
rinunciando ai propri diritti
reciproci.
E la verginità è risultata essere
il centro di attrazione di questa unione.
Una cosa è rinunciare ai piaceri
della vita coniugale perché ormai stanchi,
e un’altra molto diversa è
rinunciarvi prima di averli provati per formare solo
un’unione di cuori, com'è
avvenuto nel matrimonio tra Maria e Giuseppe.
Si sono uniti come due stelle che
non si toccano mai mentre i loro raggi
luminosi si incrociano nello
spazio.
È stato un matrimonio simile a
quello che accade in primavera tra i fiori che
uniscono i loro profumi o a due
strumenti che uniscono le proprie melodie
all’unisono formandone una sola.
Gli sposi, rinunciando ai loro
diritti reciproci per un motivo più elevato, non
distruggono l’essenza del
matrimonio, perché come dice Sant’Agostino: “la
base di un matrimonio d’amore è l’unione
dei cuori”.
Perchè era necessario il matrimonio
visto il voto di verginità?
Questo ci porta a una domanda;
perché è stato necessario il matrimonio visto
che la Vergine e San Giuseppe
avevano fatto voto di verginità?
Il matrimonio era necessario
nonostante il voto di verginità per preservare la
Vergine da qualsiasi sospetto
finché non fosse arrivato il momento di svelare
il mistero della nascita di Gesù.
È stato infatti considerato che
Nostro Signore fosse figlio di San Giuseppe.
In questo modo, la nascita di
Cristo non è stata esposta al pubblico ludibrio
e non è stata motivo di scandalo
per i deboli nella fede.
In questo modo, inoltre, la
purezza di Maria ha potuto avere un testimone in Giuseppe.
Ogni privilegio della grazia deve
però avere il suo corrispettivo, e Maria e Giuseppe
hanno dovuto pagarlo con il loro
dolore più grande.
L’Angelo non aveva detto alla
Vergine di rivelare l’opera dello Spirito Santo
che si era compiuta in lei, e per
questo Maria ha taciuto.
San Giuseppe, non riuscendo a
spiegarsi il fenomeno, ha pensato di ripudiarla.
Una volta, la Vergine ha fatto
questa rivelazione a un santo: “Non ho mai
sperimentato un’angoscia tanto intensa,
ad eccezione di quella del Golgòta,
come quella che ho provato
dovendo dare involontariamente un dispiacere
a Giuseppe, che era un uomo
giusto”.
San Giuseppe soffriva non
riuscendo a comprendere l’accaduto; sapeva che
Maria, come lui, aveva fatto voto
di verginità, e per questo la considerava al
di sopra di ogni sospetto e non
si azzardava neanche a pensare che potesse
avere qualche colpa.
Come avrebbe dovuto spiegarselo,
allora?
La sorpresa del casto Giuseppe
era paragonabile a quella della Vergine Maria
quando al momento dell’Annunciazione
ha chiesto: “Come può accadere se
non conosco uomo?”.
Maria voleva sapere come avrebbe
potuto essere vergine e madre allo stesso
tempo, e San Giuseppe non sapeva
come poter essere vergine e padre.
L’Angelo del Signore ha spiegato
a entrambi che solo Dio aveva il potere
di fare una cosa simile, non la
scienza umana.
Possono penetrare questi misteri
solo coloro che comprendono la voce degli angeli.
Visto che San Giuseppe voleva
ripudiare in segreto Maria, l’Angelo è intervenuto;
non appena questo pensiero si è
affacciato alla mente del santo, un angelo gli
è apparso in sogno e gli ha
detto: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa,
perché quel che è generato in lei viene
dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo
chiamerai Gesù; Egli infatti salverà il suo popolo
dai suoi peccati”. (Matteo 1,
20-21).
In questo modo, conoscendo le
ragioni della nascita di Gesù, San Giuseppe ha
potuto ritrovare la pace.
La sua anima si è riempita di
felicità per la notizia che sarebbe stato il padre
putativo del Salvatore del mondo
e guardiano protettore della Madre di Colui
che i cieli non riescono a
contenere.
San Giuseppe era giovane o
anziano?
Passiamo ora alla seconda domanda;
San Giuseppe era giovane o anziano?
La maggior parte delle sculture e
dei quadri ci presenta un San Giuseppe anziano,
con una lunga barba bianca, ma
non esistono dati storici che indichino la sua età.
Se cerchiamo i motivi per i quali
l’arte lo rappresenta anziano, scopriamo che
la ragione risiede nel fatto che
questa caratteristica si addice di più al suo ruolo
di custode della verginità di
Maria.
Notiamo tuttavia che l’arte ha fatto
di San Giuseppe uno sposo puro e casto più
per età che per virtù.
Questo assomiglia al fatto di
credere che il modo migliore di rappresentare un
uomo onesto, incapace di rubare,
sia dipingerlo senza mani.
In primo luogo si dimentica che
negli anziani possono ardere gli stessi desideri
negativi che ardono nei giovani.
Abbiamo un esempio nel caso di
Susanna, perché coloro che la tentarono nel
giardino erano anziani.
Rappresentando San Giuseppe tanto
anziano, si dà un merito all’età di un uomo
e non alla sua virtù.
Giudicare San Giuseppe puro
perché anziano è come voler lodare un torrente
di montagna che manca di acqua.
Sembra anche logico pensare che
Nostro Signore preferisse scegliere come
padre putativo un uomo che sapeva
e voleva sacrificarsi e non uno che si
vedeva costretto a farlo.
È poi presumibile che Dio volesse
dare un anziano come compagno a una
ragazza giovane?
Se il Signore ha affidato dalla
Croce sua madre a un giovane come San Giovanni,
perché doveva legarla a un
anziano fin dagli albori della vita?
L’amore della donna determina
quello dell’uomo.
La donna è educatrice silenziosa
della virilità del suo sposo.
Essendo Maria il simbolo della
verginità e la sublime ispiratrice della purezza
per tutti, perché non avrebbe
dovuto impiegare questa sua caratteristica con il
suo Giuseppe, il giusto?
La Vergine conquistò il cuore del
suo giovane sposo non con la diminuzione
dell’amore, ma sublimandolo.
A mio avviso, quindi, quando si è
sposato con la Vergine, Giuseppe era un
uomo giovane, forte, virile,
atletico e casto; un prototipo dell’uomo che si può
vedere oggi mentre pasce un
gregge in un prato o mentre pilota un aereo, o nel
laboratorio di un falegname.
Non un impotente, ma al contrario
traboccante di virilità maschile; non un
frutto secco, ma un fiore pieno
di promesse; non al tramonto della vita,
ma all’alba, effondendo energia,
forza e passione.
Come si ingigantiscono le figure
della Madonna e di San Giuseppe quando,
soffermandosi a esaminare la loro
vita, scopriamo in essa il Primo Poema d’Amore!
Il cuore umano non si commuove
davanti all’amore di un anziano per una ragazza
giovane, ma come non ammirare
profondamente l’amore di due giovani uniti da
un vincolo divino?
Maria e Giuseppe erano entrambi
giovani, belli e pieni di promesse.
Dio predilige le cataratte
impetuose e le cascate turbolente, ma sono certo che
le preferisce quando con l’energia
che sprigionano si illuminano le città e con
le loro acque si placa la sete di
un bambino a quando con il loro impeto
travolgono i fiori sbocciati
sulla riva.
In Maria e Giuseppe non troviamo
una cascata di acque pure e incanalate né
un lago secco, ma due giovani che
prima di conoscere la bellezza di una e la
potente forza dell'altro
rinunciano a goderne per donarsi interamente alla
“passione senza passione” e all’impetuosa
calma di Gesù.
Maria e Giuseppe portarono nel
loro matrimonio non solo il voto di verginità,
ma anche due cuori pieni di un
grande amore, più grande di qualsiasi altro
amore che un cuore umano abbia
mai potuto contenere.
Nessuna coppia di persone sposate
si è mai amata tanto.
Posso chiedere alle persone
sposate: “A cosa aspirate dopo esservi amati?”.
All’Infinito, a un’estasi eterna,
senza fine.
Ma non si può provare nella sua
pienezza, perché l’Infinito a cui aspira la
loro anima è imprigionato dal
corpo.
Questo ostacola il progresso
verso Dio al quale si tende.
In cielo, però, non sarà
necessaria l’unione dei corpi, perché l’amore sarà infinito.
Ecco perché Dio ha detto che in
cielo non esisteranno matrimoni.
Non saranno necessarie le
apparenze, perché avremo la sostanza.
Ci affanneremmo per un raggio di
sole riflesso in uno specchio potendo
goderne direttamente?
Maria e Giuseppe hanno già
provato la gioia senza pari che è il possesso
dell’amore eterno del cielo,
senza ansie, a cui tende il nostro matrimonio in Cristo.
gli sposati hanno ora bisogno
dell’unione materiale perché non possiedono la realtà di Dio.
Visto che la Madonna e San
Giuseppe avevano Gesù, non desideravano nient’altro.
Si ha bisogno della comunione
fisica per comprendere l’unione di Cristo con la sua Chiesa.
Loro non avevano questa necessità
perché possedevano la Divinità.
Perchè, il loro matrimonio è
stato consumato con Gesù.
Noi ci uniamo con i corpi, Maria
e Giuseppe si sono uniti con Gesù.
Perché avrebbero voluto
affannarsi dietro alle gioie effimere della carne quando
nel loro amore c’era la Luce del
Mondo?
In realtà, Gesù è la voluttuosità
dei cuori, per cui se Lui è presente tutto il resto è superfluo.
Come marito e moglie si dimentica
se stessi contemplando il figlio appena nato nella
sua culla, (quante coppie vanno
in crisi, proprio dopo il loro primo figlio!), così anche
Maria e Giuseppe non pensavano ad
altro che a Gesù.
Non c’è mai stato né ci sarà mai
amore più profondo su questa terra.
La Madonna e San Giuseppe non
sono arrivati a Dio attraverso il loro amore
reciproco, ma hanno goduto dell’amore
grande e puro dell’una per l’altro dopo
essersi rivolti prima a Gesù.
Giuseppe ha rinunciato alla
paternità di sangue, ma l’ha trovata nello spirito,
perché è stato padre putativo di
Gesù.
La Madonna ha rinunciato alla
maternità e l’ha trovata nella propria verginità.
La Vergine Maria è stata come il
giardino chiuso nel quale è penetrata solo la
Luce del Mondo, che per entrare
non ha rotto nulla, come la luce del sole
attraversa i vetri ed entra in
una stanza.
Dedico questo contributo a chi è
sposato cristianamente e a tutti coloro che
un giorno saranno ammessi al
grande mistero dell’amore.
L’esempio di Maria e Giuseppe ci
serva per comprendere che il più grande
errore di una coppia sposata è
credere che per il matrimonio siano necessarie
solo due persone; lui e lei. No!
Ne servono tre; lui, lei e Dio.
Permettete, marito, moglie e
figli, che vi chieda di recitare insieme in famiglia,
come omaggio all’amore perfetto
della Sacra Famiglia, un Rosario tutte le sere?
La preghiera di una famiglia
riunita è più gradita a Dio di quella fatta
separatamente, perché la famiglia
rappresenta l’unità della società.
Il cristianesimo è l’unica
religione con un carattere familiare, perché ha origine
in una Madre e in un Figlio.
Se reciterete tutte le sere il
santo Rosario in famiglia, la Vergine vi rivelerà il
segreto dell’Amore, e forse
sussurrerete l’uno all’altro: “Ti amo, ma non
secondo la mia volontà, secondo
quella di Dio”.
Se nel vostro affetto cercate
solo l’amore terreno non troverete nulla, ma se
attraverso di questo cercate Dio
allora avrete tutto, perché lo ripeto, perché
ci sia vero amore servono tre
persone: lui, lei e Dio.
Per amore di Gesù!
Riflettiamo amici, in
questo tempo di Avvento è arrivato il momento di
guardare dentro il
nostro matrimonio, senza ipocrisie, ma con semplicità
e coraggio, se facciamo
fatica, preghiamo Maria e Giuseppe, loro possono
aiutarci,
buon cammino di Avvento a tutti voi amici, Fausto
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