mercoledì 25 dicembre 2019

Voglio finire oggi amici la Novena di Natale; 10° giorno della Novena, ed è Natale, ma non per tutti.


Questo giorno ho voluto aggiungerlo io, dopo che questa 
notte all’uscita dalla S. Messa ho incontrato una sposa in 
lacrime, disperata, perché suo marito gli ha detto di aver 
finito il suo amore per lei, non sono riuscito a fargli gli 
auguri di buon Natale, perché, per lei, sarà molto triste.
Ed allora ho litigato con Gesù appena nato, gli ho chiesto perché.
Lui mi ha risposto che è venuto anche per questo, per il problema
delle famiglie, perchè vuole piantare la sua tenda in esse.
Ma noi, troveremo la tenda di Gesù?
Spero proprio di sì, ma questa tenda non andiamo a cercarla
chissà dove, la troveremo solo nella nostra quotidianità.
Accampati, siamo in questa terra.
Crediamo di aver messo basi solide, di esserne i padroni, abbiamo qualche
fazzoletto di terra e vi ci abbarbichiamo come l’edera, ma è tutto provvisorio.
A questa terra possiamo solo mettere tende, pure confortevoli, con i canaletti per
lo scorrere dell’acqua come ci insegnano gli scaut, in posti il più possibile sicuri.
Ma chi è sicuro oggi dal terrorismo, dalla malvagità che aguzza ogni giorno
fantasia e malizia, dal pazzo dell’ultimo momento che brandisce armi improprie,
dall’economia impazzita che sgretola il sudore della nostra fronte in giochi nefasti?
Dove sta la nostra sicurezza di superprotetti, la nostra certezza di essere soddisfatti?
Ebbene, tra queste tende ce n’è una nuova anche quest’anno.
È arrivato uno straniero, arriva proprio da un altro mondo.
È una tenda come la nostra, ma diventa subito il centro di visite, di attacchi, di
desideri e di improperi.
La gente si divide subito in due; chi con Lui, chi contro.
Ha messo la sua tenda qui perché i suoi non l’hanno voluto.
È Gesù.
Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi, “quell’abitò” è, alla lettera, “pose la sua tenda”.
Viene ad abitare la nostra povertà, non gli fanno ribrezzo i nostri pensieri torbidi,
né paura le nostre intenzioni malvagie; sa che lo porteranno alla morte, ma spera
che questa morte sia la risposta sicura e definitiva a chi lo vuole cancellare,
perché si trasformerà in risurrezione.
È la Parola, è la comunicazione di Dio.
Non è vero che Dio non parla, che ci lascia soli ad arrabattarci alla bell’emeglio.
Dio si prende cura di noi e ci viene a visitare.
Condivide con noi la vita dell’accampamento.
Non è un villaggio turistico in cui possiamo stringere i denti per qualche mese
e poi andare altrove dove c’è la vera vita.
No! La nostra vera vita prende forma in questa terra precisa, abitata da millenni
e sempre accogliente, seppur tra tensioni e problemi, gioie e dolori.
E qui c’è Dio, c’è colui che riteniamo responsabile di tutti i nostri mali.
Non s’offende più dei nostri discorsi pazzi, non si lascia impressionare dalle
nostre leggende metropolitane, sa navigare tra le nostre paranoie e viene a cercare
di capire perché siamo così assetati di vita, e la vita è Lui, e ci adattiamo alle
pozzanghere; la felicità è Lui e noi la cerchiamo nello stordimento, la salvezza
è Lui e noi la andiamo a mendicare dagli oroscopi.
A molti basta che ci sia qualcosa che regala emozioni e il Natale qualcuno ce ne dà;
presto, però, occorre andare oltre i momenti emotivi, per trovare la sostanza.
Belle le luci, bellissimi i presepi, buono il suono delle zampogne, ma la sua tenda
Dio me la deve mettere nei miei giorni, nelle relazioni che costruisco con parenti
e amici, nella paura di perdere il lavoro, nell’incomprensione con i figli e nell’usura
del nostro amore quotidiano che va a pezzi, nei rari guizzi di bontà, ahimè, troppo
istantanei, nei progetti e nei sogni di vita bella e felice per me e per tutti, nella mia
ricerca di senso e di Lui, che non riesco mai a trovare.
Riusciremo a individuare la tenda di Gesù?
Non sarà certo nel cortile di un palazzo, ma su una lieve collina, su cui già si proietta
una croce, da cui emana una luce inconfondibile; quella dell’amore.
Santo Natale amici, entriamo tutti nella tenda di Gesù Bambino, solo lì troveremo
il vero amore del Signore.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buon Natale, amici, che il Signore, entri nelle vostre case per piantare
la sua tenda, quella dell’amore, Fausto.




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