domenica 8 dicembre 2019

Il Vangelo del Lunedì 9 Dicembre 2019


Della 2° settimana di Avvento.
S. Juan Diego Cuauhtlatoatzin, il veggente di Guadalupe.
Tirati su e cammina.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (35,1-10)
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge
la vendetta, la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi”.
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua.
I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie.
Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa; nessun impuro la percorrerà.
Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere e gli ignoranti non si smarriranno.
Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà o vi sosterà.
Vi cammineranno i redenti.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno
tristezza e pianto.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (5,17-26) anno pari.
Un giorno Gesù stava insegnando.
Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni
villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme.
E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato,
cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui.
Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul
tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù
nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati».
Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che
dice bestemmie?
Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così
nel vostro cuore?
Che cosa è più facile: dire "Ti sono perdonati i tuoi peccati", oppure
dire "Àlzati e cammina"?
Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di
perdonare i peccati, dico a te-disse al paralitico-: àlzati, prendi il tuo
lettuccio e torna a casa tua».
Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso
e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore
dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
È bellissimo quando si cammina in montagna a respirare aria fresca, magari
arrancando sotto uno zaino, con amici accanto che in silenzio senti col fiatone.
È ancora più bello quando sei vicino alla meta, quando, per esempio, stai
andando alla Madonna della Corona, a quel bel santuario sotto la roccia
e l’ultimo pezzo ti spacca le gambe; allora ti siedi a prendere fiato.
Non ti sposteresti più se non ci fosse la meta vicina, se dentro di te non ti
fossi deciso di arrivarci, costi quel che costi.
Il tuo amico a fianco ti dice; alzati, camminiamo.
Molte volte, nella vita, siamo a terra, abbiamo giù la catena; non c’è più
niente che ci motivi.
È dolore insopportabile, è tradimento, è perdita di fiducia, è sentirsi ingannato
o ingannata, è un’offesa che brucia, è rimorso per errori stupidi che ci
sembravano scelte nobili e coraggiose.
Siamo seduti e stanchi e non abbiamo più forza la forza di rialzarci.
C’è un peso più grande di noi che ci incolla al pavimento, ci schianta a terra.
È paralisi pura.
Non si muove più niente.
È così per quel povero uomo che quattro amici fantastici e coraggioso, senza
rispetto ma decisi, calano davanti a Gesù scoperchiando il tetto della casa
in cui sta parlando.
S’era rifugiato in casa per difendersi dall’assalto della miseria, ma la miseria
è più forte delle convenienze e, soprattutto, l’amicizia la vince sulle convenzioni.
Gesù dice all’uomo paralizzato; alzati e cammina.
È un comando perentorio, che non ammette scuse.
È una liberazione, è infusione di energia nuova.
E quello si rimette in piedi a camminare.
Abbiamo bisogno tutti di essere rimessi in piedi, di tornare a camminare diritti
nella nostra umanità e dignità.
La vita spesso ci piega, ma con Dio siamo più forti delle disgrazie e del male.
È anche questa la nostra attesa, che diventa speranza certa se è condivisa con gli altri.
Farei un monumenti a quei quattro amici che hanno calato dal tetto quell’uomo
distrutto e immobile.
Se avessimo noi alcuni amici che non ci lasciano soli quando siamo giù di
corda, quando siamo disperati.
Sono la concretezza della speranza di cui sentiamo l’urgenza.
Ma questa speranza dove la trovo?
Sicuramente, nell’amore e nella preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Nessun commento:

Posta un commento