24 Dicembre; 9° giorno
della Novena di Natale.
La nascita nella
grotta, ecco la nuova vita; viene
nella povertà e nel
nascondimento e, in Lui, Dio ha
veramente parlato, ha
parlato soprattutto di amore.
Se vogliamo veramente
imparare ad amare, andiamo
alla grotta, lì c’è il
vero amore, lì c’è la vera famiglia
frutto dell’amore.
Ecco amici, siamo stati condotti
per mano alla vigilia di Natale.
Oggi è una giornata di corse, di
ultime occasioni, di frenesia per chiudere
un cerchio di relazioni, di
visite, di adempimenti, di preparazione.
Forse scoppiano in un giorno solo
intuizioni e desideri di pace in famiglia,
con i parenti, con gli amici,
voglia di bontà e di serenità.
Noi, da cristiani, vogliamo
aspettare soprattutto questo bambino.
La sua famiglia sta per le strade
di Betlemme alla ricerca di un posto per un
evento che i secoli attendono e
loro lo portano con semplicità nel mondo,
ma il posto non c’è.
Ognuno è chiuso in se stesso,
ogni famiglia ha chiuso il cerchio della sua disponibilità.
È un giorno feriale per tutti e
nella ferialità non c’è spazio per la generosità,
non si riesce a bucare la scorza
della propria autosufficienza.
Dio giunge nel mondo non come
nasce Augusto a Roma o qualche figlio
di Erode a Gerusalemme, ma come
ogni bambino, scaldato e accolto dall’amore
di un papà e di una mamma;
immigrati a Betlemme, dignitosi nella loro povertà
e orgogliosi di dare alla luce il
primogenito.
È sempre un bambino, ci ricorda
la nostra storia di uomini, da cui tutti siamo
passati e che ha deciso nei suoi
primi istanti di vita, tanta della nostra felicità o infelicità,
della nostra salute, del nostro
benessere, del sentirci accolti e proiettati nel mondo.
Le mamme oggi non possono non
riandare al loro primogenito, all’apprensione,
alla tensione, alla meraviglia,
alla sorpresa e alla gioia della nascita.
In Lui Dio ha veramente parlato;
la sua Parola si è fatta carne, è stata talmente
potente e voluta da non essere
solo affidata a una voce, come lo è stata quella di
Giovanni nel deserto, ma si è
fatta persona, comunicazione assoluta, uno di noi.
Guardando a quel bambino vediamo
Dio, guardando a quel contesto capiamo
lo stile di Dio, vedendo quei
genitori, quei pastori scopriamo il nostro posto accanto
a Lui, cominciamo ad ascoltare la
Parola, a orientare la vita a quella persona.
Avremo tempo, oggi, per
raccoglierci a pregare, per prenderci in mano la vita.
Per molti il Natale è l’unico
spazio di un pensiero religioso, è la corda che ci tira
fuori dalle tempeste quotidiane.
Dio però ci dimostra che non è
solo una corda lanciata da lontano, ma una
compagnia, è una mano, un caldo
abbraccio.
Dio sta con noi.
Vieni Gesù, ti
aspettiamo.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona vigilia di Natale,
aspettando il Signore che viene, Fausto.
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