22 Dicembre; 7° giorno
della Novena di Natale.
Un canto di speranza,
un inno alla vita.
Ho il cuore che scoppia
di gioia, Dio è grande e non ci ha
abbandonato, ritorna
per donarci fiducia nella nostra vita.
Ogni nazione ha il suo inno
nazionale.
In genere è un inno di tratto
marziale, composto in tempi bellicosi in cui
occorreva mostrare i muscoli
contro il nemico per dare identità a un popolo;
così è la Marsigliese che parla
di un sangue impuro che deve impregnare le
zolle della patria, così è il
nostro Fratelli d’Italia, che dice che tutti siamo
pronti alla morte per difendere
la patria.
Quando lo si canta, si sente un
fremito, una appartenenza aldilà delle parole
che si cantano, una nostalgia, un
desiderio di diritti e di identità, di calore
dell’accoglienza e di senso di
appartenenza.
Lo cantano gli sportivi sul
podio, lo cantano i tifosi allo stadio, i ragazzi a scuola.
Anche nella Bibbia ci sono canti
che ricordano ed esaltano la vita del popolo d’Israele.
La sorella di Mosè al passaggio
del Mar Rosso, esplose in un canto di liberazione,
i deportati a Babilonia
intonavano salmi struggenti.
Anche nel Nuovo Testamento c’è un
canto, un inno che dice l’inizio della
nuova era, del tempo definitivo
di Dio; il Magnificat.
Non è un canto di guerra, non è
un inno marziale che mostra i muscoli, ma la
visione che Maria si è fatta
della storia.
È Maria, la madre di Gesù, che lo
canta e che lo canterà sempre a Gesù
nella sua infanzia.
È lei che ci apre alla nuova
visione di mondo che si avvera con la venuta del
Messia, del Cristo, di Gesù il Salvatore.
Ho il cuore che scoppia di gioia,
Dio è grande.
Se ama, ama per sempre, non ci ha
lasciato a noi stessi, i suoi occhi sono per
i poveri, per i senza futuro, per
chi si mette a servire.
Non lasciamoci incantare dai
successi, dai potenti, dagli apparati di guerra,
dall’imponenza degli strumenti,
da chi gozzoviglia sulla vita del povero.
È vero, il mondo è stato
suddiviso male dall’uomo ingordo.
Molti si sono presi quello che
aspetta a tutti, ma Dio rimanda i ricchi a mani
vuote, disperde la gente piena di
sé, ascolta chi si affida a Lui.
Io, nella mia nullità, mi sono
sentita accolta, amata a dismisura, tirata dentro
nel suo progetto di mondo nuovo.
Il nostro Israele tiepido e,
spesso, recalcitrante ritorna ad essere il suo popolo.
Il sentimento del mio spirito è
gioia, esultanza, lode.
Il Signore è grande nell’amore.
La visione che Maria canta è la
speranza di ogni uomo, di ogni società,
soprattutto oggi che molti poveri
sono continuamente calpestati, oggi che il
mondo è diviso malamente in chi,
i pochi, si prendono il necessario dei molti.
Dio dirige le migrazioni, Dio fa
sconfinare i poveri dalle loro case misere,
dai territori di guerra, perché
Lui è la pace, è la vita per tutti.
Se gli uomini non capiscono
questo, Lui, che conduce la storia,
fa il passo dell’affamato.
Il Natale è un invito a fare in
modo che sia il passo di tutti i cristiani.
Vieni Gesù, ti
aspettiamo.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, aspettando
il Signore che viene, Fausto.
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