domenica 22 dicembre 2019

Ed eccoci amici più vicini al Dio con noi, 7° giorno della Novena di Natale.


22 Dicembre; 7° giorno della Novena di Natale.
Un canto di speranza, un inno alla vita.
Ho il cuore che scoppia di gioia, Dio è grande e non ci ha
abbandonato, ritorna per donarci fiducia nella nostra vita.
Ogni nazione ha il suo inno nazionale.
In genere è un inno di tratto marziale, composto in tempi bellicosi in cui
occorreva mostrare i muscoli contro il nemico per dare identità a un popolo;
così è la Marsigliese che parla di un sangue impuro che deve impregnare le
zolle della patria, così è il nostro Fratelli d’Italia, che dice che tutti siamo
pronti alla morte per difendere la patria.
Quando lo si canta, si sente un fremito, una appartenenza aldilà delle parole
che si cantano, una nostalgia, un desiderio di diritti e di identità, di calore
dell’accoglienza e di senso di appartenenza.
Lo cantano gli sportivi sul podio, lo cantano i tifosi allo stadio, i ragazzi a scuola.
Anche nella Bibbia ci sono canti che ricordano ed esaltano la vita del popolo d’Israele.
La sorella di Mosè al passaggio del Mar Rosso, esplose in un canto di liberazione,
i deportati a Babilonia intonavano salmi struggenti.
Anche nel Nuovo Testamento c’è un canto, un inno che dice l’inizio della
nuova era, del tempo definitivo di Dio; il Magnificat.
Non è un canto di guerra, non è un inno marziale che mostra i muscoli, ma la
visione che Maria si è fatta della storia.
È Maria, la madre di Gesù, che lo canta e che lo canterà sempre a Gesù
nella sua infanzia.
È lei che ci apre alla nuova visione di mondo che si avvera con la venuta del
Messia, del Cristo, di Gesù il Salvatore.
Ho il cuore che scoppia di gioia, Dio è grande.
Se ama, ama per sempre, non ci ha lasciato a noi stessi, i suoi occhi sono per
i poveri, per i senza futuro, per chi si mette a servire.
Non lasciamoci incantare dai successi, dai potenti, dagli apparati di guerra,
dall’imponenza degli strumenti, da chi gozzoviglia sulla vita del povero.
È vero, il mondo è stato suddiviso male dall’uomo ingordo.
Molti si sono presi quello che aspetta a tutti, ma Dio rimanda i ricchi a mani
vuote, disperde la gente piena di sé, ascolta chi si affida a Lui.
Io, nella mia nullità, mi sono sentita accolta, amata a dismisura, tirata dentro
nel suo progetto di mondo nuovo.
Il nostro Israele tiepido e, spesso, recalcitrante ritorna ad essere il suo popolo.
Il sentimento del mio spirito è gioia, esultanza, lode.
Il Signore è grande nell’amore.
La visione che Maria canta è la speranza di ogni uomo, di ogni società,
soprattutto oggi che molti poveri sono continuamente calpestati, oggi che il
mondo è diviso malamente in chi, i pochi, si prendono il necessario dei molti.
Dio dirige le migrazioni, Dio fa sconfinare i poveri dalle loro case misere,
dai territori di guerra, perché Lui è la pace, è la vita per tutti.
Se gli uomini non capiscono questo, Lui, che conduce la storia,
fa il passo dell’affamato.
Il Natale è un invito a fare in modo che sia il passo di tutti i cristiani.
Vieni Gesù, ti aspettiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, aspettando il Signore che viene, Fausto.

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