sabato 31 agosto 2019

Il Vangelo di Domenica 1 Settembre 2019


Della 22° Domenica del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro del Siracide (3,19-21.30-31)
Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio, perché in lui è radicata
la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio.
2° Lettura dalla lettera agli Ebrei (12,18-19.22-24a)
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né
a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre
quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla
Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea
dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti
dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14) anno C.
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per
pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto,
perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato
te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”.
Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.
Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando
viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena,
non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini,
perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.
Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La porta stretta di cui parlava Gesù domenica scorsa viene oggi descritta con
una serie di esempi ironici ed esigenti, nati dall’osservazione dei vizi di sempre.
Non è facile mettere in sintonia la propria fede col proprio comportamento e se
è vero, come dico spesso, che la fede non si riduce all’osservanza di un codice
di comportamento, è altresì vero che se incontro davvero il Cristo la mia vita
si orienta, cambia, evolve.
Tutti si accorgono se il proprio collega si è innamorato, i suoi gesti cambiano!
Siamo chiamati, ancora una volta, a vivere da salvati, senza mettere il comportamento
come metro di giudizio, ma attingendo continuamente alla verità del vangelo per
purificare il nostro cuore e i nostri atteggiamenti.
Gesù annota il vizio diffuso tra alcuni suoi contemporanei, personaggi influenti
della politica e della classe sacerdotale, di mettersi in mostra, di amare una visibilità
eccessiva, di ambire al protagonismo a tutti i costi.
Certo, la visibilità, per le persone che rivestono un determinato ruolo, è inevitabile;
ciò che Gesù ridicolizza è l’atteggiamento vanitoso di chi pensa di essere importante,
di chi usa come metro di giudizio l’apparire senza l’essere.
La mente, ahimè, corre alla crisi di astinenza di visibilità che travolge la nostra
società massificata.
Veline e grandi fratelli sono il termometro dell’inquietante fenomeno dell’assenza
di visibilità delle persone, del bisogno morboso di esserci, di mostrarsi,
di contare qualcosa in questo mondo di superuomini e superdonne.
Lo vedo, negli occhi degli adolescenti, il terrore di non essere riconosciuti,
di non esistere, in questo strampalato mondo di adulti in cui conta solo ciò
che si vede, ciò che appare.
Allora, davanti alle telecamere, finiamo con l’essere tutti identici, tutti simili
a ciò che pensiamo possa piacere, e il delirio dei “reality show” fa diventare
gigantesca e dannosa psicanalisi collettiva, sottoposta al giudizio del pubblico,
la dimensione della fragilità che abita ciascuno di noi.
Sei quel che appari, vali se ti si nota, sopravvivi se finisci in qualche metro
di pellicola come comparsa di uno dei talk show di successo.
Il dramma è che qualcuno ci crede, che pensa che sia quella la strada, che
l’origine della propria insoddisfazione consiste nell’invisibilità.
Peggio; il mondo senza Dio si scopre esigente, moralista, spietato nei giudizi,
intransigente (con gli altri).
Ma, grazie a Dio, Gesù ci dona un messaggio opposto; non hai bisogno di
mostrarti, di apparire, tu vali per me così come sei semplicemente.
L’autostima che nasce nel tuo cuore non è misurata dalle tue abilità,
no, ma dal fatto che sei pensato, voluto e amato dal tuo Dio.
Tu vali, questo è il messaggio della Scrittura, sei prezioso agli occhi di Dio.
Non importa il tuo limite, né la misura della tua paura.
Non importa cosa gli altri pensano di te; tu vali, sei prezioso agli occhi di Dio.
Perciò non hai necessità di ostentare, di cercare ossessivamente una visibilità
che il mondo ti nega o riserva a pochissimi eletti.
Tu vali, anche se non vincerai mai nessuna medaglia d’oro e la tua piccola vita
si perderà nei ricordi di una generazione.
Tu vali, non svendere la tua dignità, coltiva il dentro e se coltivi il fuori,
coltivalo, che sia sempre e solo trasparenza del dentro.
I tuoi limiti?
Un recinto che delimita lo spazio in cui realizzarti.
I tuo i peccati?
Esperienza della finitudine e della libertà ancora da purificare, da accogliere
da adulto e da mettere nelle mani di Dio.
Non hai bisogno di metterti ai primi posti; solo Dio conosce il tuo cuore, lo conosce
più di quanto tu lo conosca, non lasciarti travolgere dai falsi profeti del nostro tempo.
Umiltà, dunque.
Coltiviamo la virtù della modestia e dell’umiltà, virtù preziosa agli occhi degli uomini,
che ci spiana la strada per incontrare Dio.
Umiltà; difficile equilibrio fra la conoscenza del proprio limite e la grandezza
delle cose che Dio opera in noi.
La persona che sostiene di non valere niente, di essere ignobile e disprezzabile,
commette un grave peccato di fronte a Dio, non è umile, ma depresso!
La persona che nasconde le proprie fragilità dietro l’ipocrisia di un’immagine di
sé eccessiva e distorta, costruisce la sua autostima su fragilissime basi.
Il discepolo che ha conosciuto la misura dell’amore di Dio, invece, accoglie
con gioia le proprie capacità, le mette a servizio del Regno, loda il Signore
per i tanti doni che gratificano la sua vita e che ha imparato a riconoscere.
Conosce anche la misura della propria fragilità, e non se ne preoccupa, ma la
affida al Signore con immensa tenerezza, sapendo che nella propria fragilità
si manifesta pienamente la gloria di Dio.
Uomini e donne luminosi.
Così facendo, credetemi, la nostra vita si trasfigura.
Anche le inevitabili difficoltà della vita finiscono col diventare occasione di
crescita, se affrontate con senso della misura e del relativo.
Solo Dio conta, solo la presenza del Maestro resta il centro della nostra vita.
A questo punto, vi interessa davvero prendere i primi posti?
Certo amici, non servono i primi posti, per Dio, siamo già da amare così
come siamo, buona Domenica amici Fausto


venerdì 30 agosto 2019

Il Vangelo del Sabato 31 Agosto 2019


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicèsi (4,9-11)
Fratelli, riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva;
voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo
lo fate verso tutti i fratelli dell’intera Macedònia.
Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile
per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani,
come vi abbiamo ordinato.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30) anno dispari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come
a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò
loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità
di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne
guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel
terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque,
dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai
consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono
e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato fedele nel poco, ti darò potere
su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore,
so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove
non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non
ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro
ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha,
verrà tolto anche quello che ha.
E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Ognuno nasce con dei talenti in tasca, chi più, chi meno.
Questa è la buona notizia di oggi, che ci fa scoprire che ogni uomo ha
valore, che ogni uomo porta in sé un tesoro, che ogni persona nasce con un
compito da realizzare, lasciando fiorire e maturare in sé i semi che Dio ha
piantato a piene mani.
Ma il più delle volte passiamo il tempo ad invidiare i talenti degli altri,
a voler dimostrare di avere talenti che non abbiamo, a credere alla bugia
del nostro sconcertante tempo che vende i talenti a caro prezzo.
Tutti i nostri talenti, messi insieme, fatti fruttificare, rendono presenti i cieli
nuovi e la terra nuova che il Signore è venuto a creare.
Abbiamo delle qualità da donare, del bene da far fruttificare.
Non importa se siamo nati per diventare premi Nobel o per diventare dei
grandi geni o dei maestri spirituali, l’importante è che la smettiamo di
piangerci addosso e che la finiamo di mostrarci pieni di qualità che non
abbiamo, per scoprire, gioiosi, il talento da mettere a frutto.
Coraggio allora, tutti abbiamo qualche cosa da dare, dobbiamo solo scoprire
che cos’è, e per questo, ci può aiutare la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


giovedì 29 agosto 2019

Il Vangelo del Venerdì 30 Agosto 2019


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicèsi (4,1-8)
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete
imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio–e così già vi
comportate–, possiate progredire ancora di più.
Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate
dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità
e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non
conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio
fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo
già detto e ribadito.
Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione.
Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso,
che vi dona il suo santo Spirito.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13) anno dispari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà
simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma
non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero
anche l’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre
lampade si spengono”.
Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate
piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini
che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore,
signore, aprici!”.
Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Tante persone vivono come se fossero padroni assoluti della propria vita;
si sentono onnipotenti e capaci di comandare il mondo intero.
Ma appena hanno un sentore della salute che fugge via, perdono subito il
coraggio, e iniziano a temere la morte come la peggiore delle disgrazie.
Costoro sono come le vergini stolte di questa parabola di Gesù.
Essi non hanno saputo fare, nella loro vita, l’unica cosa davvero importante;
vigilare e attendere con attenzione la manifestazione del Signore.
Probabilmente anche noi, troppo spesso, siamo distratti da tante cose da
perdere di vista l’unica cosa davvero necessaria; avere l’attenzione del cuore
continuamente rivolta verso il Signore.
Sarà una festa incontrarlo quando verrà a visitarci.
Ma per riuscirci, dobbiamo tenere accese le nostre lampade con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


mercoledì 28 agosto 2019

Il Vangelo del Giovedì 29 Agosto 2019


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Martirio di S. Giovanni Battista.
1° Lettura dal libro del profeta Geremia (1,17-19)
In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Tu, stringi la veste
ai fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte
a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro
e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco (6,17-29) anno dispari.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo
in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché
l’aveva sposata.
Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché
Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un
banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i
notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali.
Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà
del mio regno».
Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?».
Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi
dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle
opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la
diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo
posero in un sepolcro.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Giovanni muore a causa della sua franchezza, della sua coerenza.
Senza paura per le conseguenze del suo gesto, della sua predicazione, Giovanni
sfida infingardaggine del piccolo Erode, schiavo delle proprie malsane
passioni affettive, e non rinuncia alla verità più scomoda ed inquietante.
Storia drammatica ed esemplare, quella che oggi celebriamo, storia del potere
che diventa spietato, dell’amor proprio che diventa schiavo del giudizio altrui,
della malvagità che può abitare il cuore di una donna ferità.
Erode, Erodiade, Salomè, tutti burattini della Provvidenza, convinti di essere
dei grandi della storia, sono oggi ricordati solo per avere dato la morte ad un
asceta consumato dalla penitenza.
Convinti di avere sepolto la verità, l’hanno fatta divampare come un incendio.
Preghiamo, oggi, per i tanti, troppi fratelli nella fede che ancora subiscono
(e sono troppi) violenza a causa della loro fedeltà al Vangelo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

martedì 27 agosto 2019

Il Vangelo del Mercoledì 28 Agosto 2019


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicèsi (2,9-13)
Voi ricordate, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte
e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato
il vangelo di Dio.
Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi,
che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile.
Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno
di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna
di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché,
ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non
come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera
in voi credenti.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (23,27-32) anno dispari.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che
assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono
pieni di ossa di morti e di ogni marciume.
Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete
pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate
i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non
saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”.
Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti.
Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù si scaglia con forza contro l’ipocrisia, non tollera che, nella fede,
ci si comporti in maniera incoerente, non sopporta che il fedele indossi
una maschera, rivolgendosi a Dio.
Chiede autenticità, chiede verità.
Non l’asettica perfezione dei Giusti, ma la passione dei figli, anche se
claudicante, anche se fragile.
Dio non gradisce l’esteriorità, proprio non la sopporta.
Ama i suoi figli anche peccatori.
Ne soffre, ma li ama.
Di più; Gesù chiede ai suoi discepoli di non commettere l’errore del popolo
di Israele, quello di riconoscere i profeti a tempo scaduto, magari dopo averli
perseguitati e uccisi.
E lo stesso errore rischiamo di commetterlo anche dentro la Chiesa.
Quante volte personaggi scomodi, profeti inascoltati, vengono poi
riconosciuti solo dopo la loro morte.
La croce è pesante, ma quanto lo è di più se è la Chiesa stessa, (scusate; gli
uomini di Chiesa), a metterla sulle nostre spalle purtroppo.
Solo Dio è giusto, tutti noi siamo peccatori, perciò, con umiltà ascoltiamo
quelle persone che il Signore mette sulla nostra strada per aiutarci,
naturalmente facciamoci aiutare dalla preghiera per riconoscerle.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

lunedì 26 agosto 2019

Il Vangelo del Martedì 27 Agosto 2019


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Monica, Anima benedetta e santa.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicèsi (2,1-8)
Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile.
Ma, dopo avere sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato
nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il Vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e
neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così
noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova
i nostri cuori.
Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto
intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone.
E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo
far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo.
Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura
dei propri figli.
Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo
di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (23,23-26) anno dispari.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che
pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni
più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto,
ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza.
Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù non le manda proprio a dire e l’immagine zuccherosa che abbiamo
di Lui non corrisponde certo alla realtà.
Per questo; capiamo perché non fosse proprio ben visto dalle autorità dell’epoca!
Gesù è severo con chi manipola la Parola di Dio, si scaglia con decisione
contro l’ipocrisia degli uomini religiosi.
E perciò, anche contro di noi, paurosi discepoli.
Ha ragione, il Signore, anche nella Chiesa, nelle nostre comunità, spesso si è
ossessionati da piccole questioni, dallo stile celebrativo all’orario dei catechismi,
scordandoci l’essenziale.
Forse perché facendo grandi i problemi piccoli, quelli davvero importanti
rimangono sullo sfondo.
Il Signore non è venuto a cambiare uno iota della Legge, ma a riportarla
alla sua origine.
Proviamo allora, a verificare la nostra vita spirituale, a distinguere nella
pastorale delle nostre parrocchie cosa è essenziale e cosa superfluo e, che
tutto sia sempre e solo manifestazione del Regno che dobbiamo rendere
presente in mezzo a noi.
Facile, direte voi; no, non è proprio così facile, spesso si va a pestare i piedi a
qualcuno, ed allora, è meglio lasciare le cose come stanno per non avere problemi.
No amici, il Signore non vuole questo da noi, Lui vuole che possiamo essere
dei combattenti, non dei paurosi, non sarà facile, ma la preghiera ci può aiutare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.