venerdì 21 giugno 2019

Il Vangelo del Sabato 22 Giugno 2019


Della 11° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (12,1-10)
Fratelli, se bisogna vantarsi–ma non conviene–verrò tuttavia alle visioni
e alle rivelazioni del Signore.
So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa–se con il corpo o fuori del
corpo non lo so, lo sa Dio–fu rapito fino al terzo cielo.
E so che quest’uomo–se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio–fu
rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare.
Di lui io mi vanterò!
Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze.
Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità.
Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente
da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una
spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me.
Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta
pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me
la potenza di Cristo.
Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà,
nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono
debole, è allora che sono forte.
Parola di Dio
Dal Vangelo secondo Matteo (6,24-34) anno dispari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due
padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno
e disprezzerà l’altro.
Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete
o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale
forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono
nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate?
Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva
come uno di loro.
Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel
forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo?
Che cosa berremo?
Che cosa indosseremo?”.
Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà
di se stesso.
A ciascun giorno basta la sua pena».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Ci si commuove ogni volta che si legge questa straordinaria pagina del
discorso della montagna.
Dopo avere chiesto a noi discepoli di cercare l’unico vero tesoro che conta,
Gesù, sorridendo, ci invita ad avere fiducia, a guardarci intorno per vedere
come Dio si occupa anche dell’erba dei prati e degli uccelli del cielo.
Facciamo bene ad occuparci di noi stessi e dei nostri cari, a vivere con equilibrio
e consapevolezza, a pianificare le nostre spese, certo, ci mancherebbe.
Ma occorre sempre fidarsi della Provvidenza, (tanti santi lo hanno fatto),
sapere e capire che siamo preziosi agli occhi di Dio.
La nostra vita diventa, allora, un equilibrio da raggiungere fra l’agire con
intelligenza e scaltrezza nelle cose economiche e la priorità da attribuire
all’iniziativa di Dio.
Siamo nelle sue mani, nelle mani di un Dio poeta che si diverte ad
osservare i gigli e i passeri.
Con questa consapevolezza concludiamo la nostra settimana con un bel sorriso
stampato nel cuore, aiutandoci con la preghiera. 
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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