Della 4° Domenica di
Pasqua.
1° Lettura dagli Atti
degli Apostoli (13,14.43-52)
2° Lettura dal libro
dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (7,9.14b-17)
Dal Vangelo secondo
Giovanni (3,16-21) anno C.
In quel tempo, Gesù
disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io
le conosco ed esse mi
seguono.
Io do loro la vita
eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le
strapperà dalla mia
mano.
Il Padre mio, che me
le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle
dalla mano del Padre.
Io e il Padre siamo
una cosa sola».
Parola del Signore.
Riflessione personale
sul Vangelo di oggi.
Pietro e Tommaso hanno faticato
per credere al Risorto.
Anche noi, come loro,
attraversiamo il mare che è la nostra vita incontrando
ostacoli e dovendo continuamente
affidarci al Signore, per scoprire se–sul
serio–siamo credenti.
La vita è un tempo che ci è dato
per imparare ad amare.
Scoprirsi amati da Dio è scoprire
in Lui la sorgente dell’amore è l’esperienza
più bella che possiamo fare.
Ma la vita è faticosa, lo so, lo
sapete.
Paolo e Barnaba sperimentano la
contraddizione che abita il cuore dell’uomo;
da una parte vengono rifiutati
dai propri fratelli nella fede, dall’altra i pagani,
gli esclusi, gioiscono perché
scoprono di essere i destinatari dell’annuncio.
La fede arriva a noi attraverso
mille difficoltà e mille dolori.
A volte fatiche e dolori che
arrivano proprio dai fratelli di fede, come in questo
delicato momento storico della
Chiesa.
Diventare adulti nella fede
significa scoprire ciò che Gesù dice; nulla mai ci
potrà allontanare dalla mano di
Dio.
Gesù ci tiene per mano, con
forza.
Ci ama, come un pastore capace,
come qualcuno che sa dove portaci a pascolare.
Non come un pastore pagato a ore,
ma come il proprietario che conosce le
pecore ad una a una.
Siamo stati comprati a caro
prezzo dall’amore di Cristo.
Perché dubitare della sua
presenza?
Nulla mi può separare dalla sua
mano.
La fonte della fede, l’origine
della fede è l’ascolto.
Ascolto della nostra sete
profonda di bene e di luce.
Ascolto della Parola che Gesù ci
rivolge svelando il Padre.
Questo ascolto ci permette di
ascoltare la nostra vita in maniera diversa,
di mettere il Vangelo a
fondamento delle nostre scelte.
Ci conosce, il Maestro.
Conosce il nostro limite, la
nostra fatica, ma anche la nostra costanza
e la gioia che abbiamo
nell’amarlo.
E Gesù, oggi, ci esorta; niente
ti strapperà dal mio abbraccio.
Non il dolore, non la malattia,
non la morte, non l’odio, non la fragilità,
non il peccato, non
l’indifferenza, non la contraddizione di esistere. Nulla.
Nulla ci può rapire, strappare,
togliere da Lui.
Siamo di Cristo, ci ha pagati a
caro prezzo.
Siamo di Cristo, e
questo ci deve far riflettere, amici, santa Domenica, Fausto.
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