lunedì 6 novembre 2017

Il Vangelo del Martedì 7 Novembre 2017

Della 31° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (12,5-16a)
Dal Vangelo secondo Luca (14,15-24) anno dispari.
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato
chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”.
Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi.
Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego
di scusarmi”.
Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego
di scusarmi”.
Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone.
Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e
per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”.
Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili
ad entrare, perché la mia casa si riempia.
Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
il Maestro usa un'immagine molto efficace per descrivere il Regno; tutti
sono invitati a parteciparvi, tutti sono chiamati a farne parte, ad esserci.
Discorso piuttosto difficile da digerire in una casa di farisei dove la distinzione
fra puro e impuro aveva finito col creare una netta distinzione sociale fra
quanti praticavano i precetti della Legge e coloro che non lo facevano!
La salvezza non è meritata, non è automatica, non è scontata.
Il rischio, anzi, è che proprio coloro che sono invitati per primi accampino
mille scuse per non partecipare.
In quel momento, allora, il padrone invita al pranzo gli ultimi, i mendicanti,
spingendoli ad entrare.
Siamo noi quei mendicanti che si sono trovati seduti al tavolo del padrone.
Siamo noi coloro che non hanno accampato scuse e si sono lasciati dolcemente
spingere ad entrare dai servi, che sono i discepoli del Signore.
Non commettiamo l'errore, ora, di sentirci salvi, di crederci realizzati, di abusare
di questa straordinaria opportunità, ma aiutiamoci con la preghiera ad essere umili
e non trovare scuse, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.


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