Della 27° settimana del
Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro
del profeta Giona (1,1-2,1.11)
Dal Vangelo secondo
Luca (10,25-37) anno dispari.
In quel tempo, un
dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù
e chiese: «Maestro,
che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che
cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».
Costui rispose:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la
tua anima, con tutta
la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo
come te stesso».
Gli disse: «Hai
risposto bene; fa questo e vivrai».
Ma quello, volendo
giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo
scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle
mani dei briganti, che
gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne
andarono, lasciandolo
mezzo morto.
Per caso, un sacerdote
scendeva per quella medesima strada e, quando lo
vide, passò oltre.
Anche un levìta,
giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano,
che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne
ebbe compassione.
Gli si fece vicino,
gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò
sulla sua cavalcatura,
lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente,
tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi
cura di lui; ciò che
spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti
sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani
dei briganti?».
Quello rispose: «Chi
ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e
anche tu fa così».
Parola del Signore.
Riflessione personale
sul Vangelo di oggi.
Il dottore della legge vuole
giustificarsi ponendo a Gesù la domanda
chiarificatrice, per capire chi
fosse davvero il suo prossimo.
Il Cristo lo invita a uscire
dalle anguste categorie umane nelle quali era stata
rinchiusa l’essenza della legge
mosaica, e lo invita a comprendere che prossimo
è chiunque abbia bisogno di
amore, senza badare a quale categoria egli appartenga.
È un controsenso, del resto,
pensare di rivolgere la propria carità soltanto a quelli
che diciamo noi, perché
corrispondono ai nostri criteri di povertà e di miseria.
Il Signore non dice che il samaritano
abbia ricevuto alcun ringraziamento dalla
persona soccorsa; eppure noi ci
offendiamo se, dopo aver profuso la nostra carità,
non veniamo ringraziati.
Non è una contraddizione?
Vero, aiutiamo sempre chi ci può
ringraziare logicamente, però il Signore da
noi vuole dell’altro, ed è quello
più difficile, aiutare chi non può ringraziarci,
non è facile, ci possiamo
riuscire aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno,
sia fatta la tua
volontà come in cielo così in
terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi
li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in
tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e
sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.
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