domenica 3 settembre 2017

Il Vangelo del Lunedì 4 Settembre 2017

Della 22° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicèsi (4,13-18)
Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30) anno dispari.
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo
solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era
scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato
con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri
la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare
l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi
avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia
che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico,
cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”».
Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa,
quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in
tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a
Sarèpta di Sidòne.
C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di
loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.
Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del
monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.
Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Agli esperti di Scrittura non sfugge che Gesù tronca la frase di Isaia a metà.
Il periodo conclude così: «e a predicare un giorno di vendetta per il
nostro Dio›› (ls 61,2).
Gesù non lo legge, lo tronca.
Si ferma all'anno di grazia.
Nessuna vendetta, nessun riscatto spettacolare contro gli oppressori politici.
Nessun riscatto del nazionalismo ebraico.
Perdono e conversione.
Queste le due cifre dell'annuncio.
La Parola si è chiusa, il libro viene arrotolato.
Gesù si è permesso di correggere la Parola.
Questo è troppo.
Gesù interagisce, cita la Scrittura, spiega come sia difficile fare i profeti in
casa propria, e che solo degli stranieri, come la vedova di Zarepta e Naaman
il Siro, hanno saputo riconoscere profeti
grandi come Elia ed Eliseo.
E si scatena il putiferio.
All'iniziale sconcerto subentra l'offesa e la permalosità.
Ma come si permette?
Ma chi si crede di essere questo presuntuoso?
Invece ha perfettamente ragione; succede spesso anche a noi purtroppo.
Ma quando ci succede, abbiamo la preghiera che ci può aiutare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.


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