domenica 31 maggio 2015

Il Vangelo del Lunedì 1 Giugno 2015

1° Lettura dal libro di Tobia (1,3;2,1b-8)
Dal Vangelo secondo Marco (12,1-12) anno B.
In quel tempo, Gesù si mise a parlare loro con
parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò
con una siepe, scavò una buca per il torchio e
costruì una torre.
La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai
contadini a ritirare da loro la sua parte del
raccolto della vigna.
Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono
via a mani vuote.
Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello
lo picchiarono sulla testa e lo insultarono.
Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti
altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò
loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto
per mio figlio!”.
Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede.
Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”.
Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna?
Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri.
Non avete letto questa Scrittura: La pietra che i
costruttori hanno scartato è diventata la pietra
d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una
meraviglia ai nostri occhi?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della
folla; avevano capito infatti che aveva detto quella
parabola contro di loro.
Lo lasciarono e se ne andarono.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Cosa è veramente importante nella vita?
Nella vita l’importante è il rispetto verso Dio e
l’amore verso il prossimo; che è il vero senso
della vita; anche se a volte dobbiamo sperimentare
la prova e il dolore, ciò non deve abbatterci.
La nostra fiducia in Dio non deve mai venir meno,
e sarà il faro che ci guiderà nelle scelte.
E non fare come i vignaioli della Parabola.
La parabola era il modo migliore per dire delle
verità molto profonde, facendosi ascoltare dalla
gente con interesse.
Ma i sommi sacerdoti e gli anziani comprendono
subito l’intenzione di Gesù, infatti, Egli non sta
soltanto criticando il loro modo di fare; in realtà
c’è molto di più.
Il Signore opera una rilettura di tutta la storia di
infedeltà di Israele e di disobbedienza a Dio, di cui
essi sono, in questo momento i principali rappresentanti.
Gli anziani sono sulla scia di tutti quegli uomini dal
cuore duro che hanno rifiutato la parola dei profeti,
eliminandoli persino fisicamente, pur di non
accogliere il loro richiamo.
Anche noi spesso mettiamo a tacere le voci che ci
richiamano ad una fede più coerente; siamo davvero
attenti ad esse, da ora in avanti?
Spero di si, per riuscirci meglio aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


sabato 30 maggio 2015

Il Vangelo di Domenica 31 Maggio 2015

Il Vangelo della Domenica della Santissima Trinità
1° Lettura dal libro del Deuteronòmio (4,32-34.39-40).
2° Lettura dalla lettera di San Paolo apostolo
ai Romani (8,14-17).
Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20) anno B.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea,
sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono.
Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni
potere in cielo e sulla terra.
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto
ciò che vi ho comandato.
Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Sembra quasi che Dio non riesca a stare lontano dalle
sue creature, ma che abbia una volontà profonda di
manifestarsi ad esse per fare comunione con loro.
Ed allora, ecco Gesù Cristo che rivela a noi che Dio
è Trinità, cioè comunità d’amore tra tre Persone
uguali e distinte.
Nessuna mente umana avrebbe potuto giungere
a questa rivelazione.
Il mistero Trinitario, è soprattutto la relazione che
intercorre tra noi credenti ed ogni persona della Trinità.
Perciò, il cristiano è anzitutto una persona guidata
dallo Spirito.
Ciò significa che è la terza Persona della Trinità a
portare ciascuno di noi all’intimità con Dio.
Perciò, noi siamo figli del Padre celeste, e per questo
motivo, noi diventiamo fratelli adottivi di Gesù Cristo,
pertanto coeredi dei beni eterni di cui Lui gode a causa
della fedeltà al Padre e alla sua volontà.
Ma per ottenere questi beni, dobbiamo prendere sulle
nostre spalle anche noi la sua croce.
E Gesù rivela i misteri della Trinità e dell’abisso del
suo amore soprattutto facendo capire ai suoi apostoli
che Dio non è lontano da loro o dalla storia del mondo,
che è anche la nostra storia.
E con la sua ascensione al cielo Egli si ferma stabilmente
con l’umanità per tutti i secoli a venire; il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo ormai vivono stabilmente
nel cuore degli uomini e nella Chiesa, dove anche noi
possiamo incontrarli nella fede.
Perciò, camminiamo speditamente verso la comunione
sempre più stretta con ognuno di loro, per scoprire il
vero senso della nostra esistenza che è quello di lodare
in eterno la Trinità, anche attraverso la nostra preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Santa Domenica della Trinità, Fausto.


venerdì 29 maggio 2015

Il Vangelo del Sabato 30 Maggio 2015

1° Lettura dal libro del Siràcide (51,17-27)
Dal Vangelo secondo Marco (11,27-33) anno B.
In quel tempo Gesù e i suoi discepoli andarono
di nuovo a Gerusalemme.
E, mentre egli camminava nel tempio, vennero
da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani
e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose?
O chi ti ha dato l'autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda.
Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità
faccio questo.
Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli
uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo:
"Dal cielo", risponderà:
"Perché allora non gli avete creduto?".
Diciamo dunque: "Dagli uomini"?».
Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano
che Giovanni fosse veramente un profeta.
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale
autorità faccio queste cose».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La sapienza che viene da Dio non è frutto di
studio o di conoscenza astratta.
Piuttosto, essa nasce e cresce in noi man mano
che pratichiamo la via del bene e dell’osservanza
della parola di Dio.
In questo modo, essa diviene la guida delle nostre
azioni-anche le più ordinarie-e ci conduce verso
la nostra meta, che è la santità.
Dunque, tale sapienza è alla portata di tutti e non
esclusiva soltanto di qualcuno, magari
particolarmente dotato di intelligenza.
È sapienza dei semplici e degli umili, che è in grado
di vedere le cose veramente importanti nella vita.
Pregare per ottenere questo dono da Dio è segno di
grande maturità spirituale, perché significa che si è
capito per cosa vale davvero la pena di vivere.
Non come facevano i farisei.
L’atteggiamento del Signore è significativo.
Egli si comporta con i farisei così come essi si
comportano con Lui; ma in realtà, il suo atteggiamento
è dettato da motivazioni ancora più profonde.
È inutile discutere o dare risposte a chi, già in partenza,
ha deciso di non ascoltare; chi non vuole vedere la
verità, non l’accoglierà da nessuno che provi a dirgliela.
Il caso di Giovanni il Battista e le considerazioni
opportunistiche che fanno i nemici di Gesù sono il
segno che essi non vogliono accogliere nessuna
parola che viene da Lui.
Quando non vogliamo accogliere la parola di Gesù,
perché crediamo che essa sia troppo esigente, abbiamo
lo stesso atteggiamento.
Vorremmo sentire altre parole, ma Lui non ce le dice,
perché non vogliamo accogliere quanto ci ha già manifestato.
Accogliamo la Parola del Vangelo, meditiamola bene,
perché è parola del Signore, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 28 maggio 2015

Il Vangelo del Venerdì 29 Maggio 2015

1° Lettura dal libro del Siràcide (44,1.9-13)
Dal Vangelo secondo Marco (11,11-25) anno B.
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù]
entrò a Gerusalemme, nel tempio.
E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo
ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània,
ebbe fame.
Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva
delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi
trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non
trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi.
Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno
mangi i tuoi frutti!».
E i suoi discepoli l'udirono.
Giunsero a Gerusalemme.
Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che
vendevano e quelli che compravano nel tempio;
rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei
venditori di colombe e non permetteva che si
trasportassero cose attraverso il tempio.
E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera
per tutte le nazioni?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e
cercavano il modo di farlo morire.
Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla
era stupita del suo insegnamento.
Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l'albero
di fichi seccato fin dalle radici.
Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda:
l'albero di fichi che hai maledetto è seccato».
Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio!
In verità io vi dico: se uno dicesse a questo
monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare
in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene,
ciò gli avverrà.
Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella
preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà.
Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro
qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro
che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Chi sono i giusti secondo la mentalità bibicla?
Certamente non sono, come potremo pensare,
coloro che hanno praticato una forma di giustizia
distributiva o giuridica.
Piuttosto i giusti secondo la Bibbia sono coloro che
hanno fatto della loro vita un atto di fede e di
abbandono in Dio senza fidarsi degli idoli o degli
uomini, così falsi e volubili.
Chi pone la sua fiducia e la sua fedeltà in Dio è
certamente considerato giusto e degno di lode,
in quanto nonostante tutte le sofferenze e le
incomprensioni a cui sono sottoposti coloro che
si incamminano per questa via, alla fine raggiungono
una saggezza di vita che diviene per loro, vanto di
fronte a tutti gli uomini.
Cerchiamo di diventare uomini giusti secondo
questo modello!
Oppure, facciamo la fine del fico che si seccò.
In realtà Gesù sapeva benissimo che il fico, in quel
periodo, non avrebbe dato nessun frutto, se non per
un intervento miracoloso.
Eppure, il gesto di Gesù ci fa comprendere un suo
messaggio ben più profondo.
Egli, sulla linea dei gesti simbolici dei profeti, compie
un’azione profetica che serve a dare a coloro che
ascoltano un grande insegnamento; quel fico è l’esempio
emblematico di come si sia comportato il popolo eletto.
Essa, pianta scelta da Dio per portare frutto, in realtà
si è rivelato sterile e secco.
Per questo esso incorre nella maledizione di Gesù;
il vecchio Israele, attaccato alle sue tradizioni sterili,
è condannato per sempre a seccarsi come pianta morta.
Perciò, cerchiamo di essere sempre verdi e fertili,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


mercoledì 27 maggio 2015

Il Vangelo del Giovedì 28 Maggio 2015

1° Lettura dal libro del Siràcide (42,15-26)
Dal Vangelo secondo Marco (10,46-52) anno B.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico
insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio
di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo
la strada a mendicare.
Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a
gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi
pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli
gridava ancora più forte: «Figlio di Davide,
abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio!
Àlzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e
venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io
faccia per te?».
E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».
E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Se fossimo più attenti a quanto ci circonda e meno
frettolosi nella nostra vita, ci accorgeremo che ogni
cosa, nel creato, ha un ruolo importante e
determinato da Dio.
Questo perché la creazione stessa eleva all’Altissimo
un canto di lode e di adorazione.
Noi siamo la voce più qualificata e importante di
questo immenso coro, eppure, spesso proprio noi
manchiamo con la nostra voce e la nostra vita nel
dare lode a Dio. Perché?
Forse abbiamo perso quello sguardo di fede che ci
aiuta a capire che tutto, nella vita e nella creazione,
ha un senso; nulla è stato creato a caso e nulla
finisce nel caos.
Quando anche noi riusciamo a portare alla mente
e al cuore questa verità, allora la nostra lode si unisce
a quella di tutto il creato.
Come quella di Bartimèo.
Bartimèo, non è cieco dalla nascita, per questo chiede
al Signore di poter tornare a vedere.
Egli, effettivamente, sembra avere soltanto un problema
agli occhi; mentre le persone che sono attorno a lui,
sono ciechi nel cuore.
Si tratta, purtroppo, di un’altra cecità, che spesso ci
portiamo sin dalla nascita e di cui non siamo consapevoli.
La gente che circonda Bartimèo non sa riconoscere
nel suo grido la preghiera autentica di un uomo che
chiede aiuto a Dio, tante volte perché abbiamo troppa fretta.
Ma Gesù guarda al di là e, proprio per questo, vede cosa
c’è davvero nel suo cuore.
La conclusione del brano è il coronamento dell’esperienza
di Bartimèo; egli inizia a seguire Gesù, divenendone discepolo.
Vedere davvero significa riconoscere il passaggio
discreto di Gesù nella nostra vita.
Ed allora, tiriamo il freno a mano ed apriamo gli occhi,
quando passa il Signore che ci fa aprire gli occhi con
il collirio della preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.