sabato 4 aprile 2015

Il Vangelo della Domenica di Pasqua 5 Aprile 2015

La Risurrezione.
1° Lettura  dagli Atti degli Apostoli (10,34a.37-43)
2° Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Colossési (3,1-4)
Dal Vangelo secondo Giovanni (20,1-9) anno B.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si
recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio,
e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro
discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si
recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo
corse più veloce di Pietro e giunse per primo al
sepolcro.
Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva,
ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là,
e il sudario–che era stato sul suo capo–non posato
là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era
giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura,
che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Parola del Signore
Credere nella risurrezione di Gesù, vuol dire lasciarsi
riempire della stessa forza che lo ha sciolto dai lacci
della morte, e credere con tutto il cuore che grazie
alla sua risurrezione Egli è in grado di liberarci dal peccato.
Forse non riflettiamo abbastanza, ma anche noi
siamo tra i testimoni della risurrezione di Gesù,
per cui anche noi abbiamo il dovere di annunciare
al mondo che Egli è vivo.
Anche a noi il Signore dona il coraggio di andare
contro il rispetto umano per dire che è Lui il
Salvatore del mondo.
Perciò, la risurrezione ci invita ad assumere uno
stile di vita nuovo rispetto a quello di prima; si tratta
di orientare tutta la nostra vita verso le cose di lassù,
cioè le uniche cose davvero essenziali.
Non si tratta di trascurare i nostri impegni quotidiani,
ma di dare loro un senso completamente nuovo.
Ma per fare questo dobbiamo togliere dalla nostra
vita il lievito della malizia e della perversità, cioè
di tutto ciò che non ci permette di vivere pienamente
nella luce della risurrezione di Cristo.
È un lavoro lungo e paziente, ma che non manca
di ricompensarci.
Perché è inutile ormai venerare una tomba, è l’ora
della gioia.
Una tomba vuota; è tutto ciò che vedono anche
Pietro e Giovanni.
Eppure, in quel vuoto essi riconoscono la
manifestazione della potenza di Dio, che ha
risuscitato Gesù; di fronte a questo, essi hanno
il coraggio di credere e da allora il sepolcro vuoto
è il messaggio più sconvolgente di tutti i tempi.
Solo allora essi comprendono tutte le parole del
Maestro, che essi non erano riusciti a capire per
la durezza del loro cuore.
Essi non hanno ancora visto il Risorto, ma il loro
cuore si apre ad una dimensione nuova, quella
della fede nel Cristo Risorto.
E noi, com’è il nostro cuore, di pietra o
infiammato d’amore?
Speriamo, infiammato dell’Amore Misericordioso
di Gesù, perciò, ringraziamo il Signore con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Santa Pasqua, Fausto.


Nessun commento:

Posta un commento