giovedì 30 aprile 2015

Il Vangelo del Venerdì 1 Maggio 2015

1° Lettura dal libro della Genesi (1,26-2,3)
Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58) anno B.
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria,
insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva
stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa
sapienza e i prodigi?
Non è costui il figlio del falegname?
E sua madre, non si chiama Maria?
E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
E le sue sorelle, non stanno tutte da noi?
Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».
Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato
se non nella sua patria e in casa sua».
E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.
Anche Dio ha lavorato; Egli ha compiuto l’opera
della creazione secondo un piano d’amore che
rispecchiasse la sua benevolenza nei confronti
di tutto il creato.
Il risultato è espresso da quella frase che torna,
nel testo della Genesi, come un ritornello; era bello.
Anche Giuseppe di Nazareth ha lavorato nel silenzio
e nella ferialità come un semplice falegname.
Eppure quanta dignità doveva sprigionarsi in quella
bottega; il lavoro veniva elevato ad un significato
altissimo, visto che anche il Figlio di Dio collaborò
con il suo padre putativo.
E Dio stesso, di fronte alla rettitudine morale ed alla
santità di vita di Giuseppe, non ha trovato persona
migliore a cui affidare l’Unigenito, il Verbo incarnato.
Ciò che per gli abitanti di Nazareth sembrava una
vergogna in realtà è motivo di grande onore per Gesù.
Stiamo attenti perché anche noi spesso, a causa della
mentalità del mondo in cui viviamo, pensiamo che
bisogna vergognarsi dell’onestà e del guadagno frutto
di duro lavoro, ecco perché i nostri politici sa fanno dei
super stipendi, si vergognano di sudarseli i soldi.
Impariamo, invece, da Gesù, che volle apprendere da
Giuseppe il lavoro per poter continuare l’opera della
creazione del Padre, per questo, il lavoro nobilita
l’uomo se fatto con onestà.
Perciò, preghiamo per essere sempre onesti.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.




mercoledì 29 aprile 2015

Il Vangelo del Giovedì 30 Aprile 2015

1° Lettura dagli Atti degli Apostoli (13,13-25)
Dal Vangelo secondo Giovanni (13,16-20)
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù]
disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un
servo non è più grande del suo padrone, né un
inviato è più grande di chi lo ha mandato.
Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in
pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho
scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui
che mangia il mio pane ha alzato contro di me il
suo calcagno.
Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché,
quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui
che io manderò, accoglie me; chi accoglie me,
accoglie colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.
Per i Giudei la storia dell’uscita dall’Egitto e
tutto ciò che venne dopo era conosciuta.
Invece la grande novità che scoprirono dopo,
era che quell’avvenimento era una preparazione
remota ad un evento epocale.
Tale evento rappresenta il culmine di questa
storia di elezione da parte di Dio, ed è l’avvento
della persona di Gesù.
Credere che Egli sia la manifestazione definitiva
dell’amore del Padre rappresenta il salto di
qualità che si compie per mezzo della fede.
In vari modi Gesù ce lo ha fatto capire.
Come la lavanda dei piedi, che rappresenta il
punto massimo dell’abbassamento di Dio che
si china davanti a noi per insegnarci cosa sia
veramente importante nella vita.
È bello essere al centro dell’attenzione, essere
amati e rispettati da tutti, e magari anche invidiati
per la propria posizione sociale.
Purtroppo queste cose non sono stabili né possono
donarci la felicità; appena arriviamo a possederle,
ci rendiamo conto del loro vuoto.
Invece c’è qualcosa che può darci gioia piena,
senza che niente o nessuno possa togliercelo;
è il privilegio di servire, facendo come Gesù.
Che si mise al nostro servizio, non è semplice,
ci può aiutare la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.





martedì 28 aprile 2015

Il Vangelo del Mercoledì 29 Aprile 2015

1° Lettura dalla prima lettera di
San Giovanni apostolo (1,5-2,2).
Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30) anno B.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai
rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella
tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno
conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno
conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale
il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,
che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro
per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il
mio peso leggero».
Parola del Signore.
Anche noi facciamo parte del popolo eletto, per
questo dobbiamo cambiare la nostra mentalità,
per non restare schiavi di una tradizione religiosa
che non ha nessun aggancio con la storia e la
salvezza di Dio, che passa attraverso la sofferenza
e la Croce, che noi continuiamo a rifiutare, ma che
purtroppo se vogliamo salvarci dobbiamo accettare,
perché, in paradiso, non ci si va in carrozza.
In effetti, anche a poche dalla sua morte Gesù
manifesta con lucidità di conoscere la situazione
e, soprattutto, ciò che si muove nell’intimo di tutti
coloro che gli stanno accanto; essi non dovranno
scandalizzarsi della sua sofferenza e della sua morte;
anzi, essa darà loro l’opportunità di comprendere la
rivelazione più alta riguardante il loro Maestro; il
nome che Dio aveva rivelato a Mosè sul Sinai, Io sono,
Gesù lo attribuisce a se stesso.
Paradossalmente, essi lo capiranno proprio nel
momento in cui il dolore e la croce sembrano
offuscare questa verità.
Questo ci fa comprendere come a volte il nostro
approccio alla sofferenza e al dolore sia sbagliato;
a noi sembra che con la passione e la morte di Gesù
tutto sia finito, invece tutto è appena cominciato.
Apriamo la nostra mente e accogliamo il punto di vista
di Dio che, anche se spesso è diverso dal nostro, è quello
veritiero, perciò, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.




lunedì 27 aprile 2015

Il Vangelo del Martedì 28 Aprile 2015

1° Lettura dagli Atti degli Apostoli (11,19-26).
Dal Vangelo secondo Giovanni (10,22-30) anno B.
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa
della Dedicazione.
Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel
portico di Salomone.
Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano:
«Fino a quando ci terrai nell’incertezza?
Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete;
le opere che io compio nel nome del Padre mio,
queste danno testimonianza di me.
Ma voi non credete perché non fate parte delle
mie pecore.
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco
ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non
andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà
dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti
e nessuno può strapparle dalla mano del Padre.
Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.
Quando Dio decide di fare un dono, vuole che più
persone possibili possano beneficiarne.
Purtroppo noi ci facciamo arbitri e decidiamo che
Dio deve donare la sua grazia a chi riteniamo opportuno.
Anche la prima comunità cristiana si è trovata di fronte
ad un fatto che non ha previsto; i pagani si convertono
alla parola di salvezza e la comunità fondata da loro è
una delle più attive.
E se Dio avesse deciso di salvare anche loro?
Su quante persone che noi non riteniamo degne di
attenzione Dio ha già posato gli occhi per donare
loro il suo amore misericordioso?
Non facciamoci giudici, Dio sa a chi donare il suo amore.
Giovanni ci dice che questo dialogo tra Gesù e i
Giudei avvenne sotto la porta di Salomone, cioè
uno dei colonnati che si estendeva su tutto il lato
orientale della spianata del tempio.
Ma forse Giovanni vuole dirci qualcosa di più profondo,
sottolineando questo legame tra Gesù e Salomone.
Quest’ultimo veniva considerato, già dalla tradizione
giudaica, il sapiente per eccellenza.
Gesù è Colui che un giorno aveva detto agli ascoltatori
increduli, che di fronte a loro vi era ben più di Salomone;
Egli stesso è la sapienza incarnata di Dio.
Ma i Giudei gli davano del bestemmiatore.
Ecco quello che succede spesso anche a noi, non
riusciamo a capire o comprendere le azioni del Signore,
perciò, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


domenica 26 aprile 2015

Il Vangelo del Lunedì 27 Aprile 2015

1° Lettura dagli Atti degli Apostoli (11,1-18)
Dal Vangelo secondo Giovanni (10,1-10) anno B.
In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità
io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore
dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un
ladro e un brigante.
Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua
voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome,
e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte
le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore
lo seguono perché conoscono la sua voce.
Un estraneo invece non lo seguiranno, ma
fuggiranno via da lui, perché non conoscono
la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi
non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità,
in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore.
Tutti coloro che sono venuti prima di me,
sono ladri e briganti; ma le pecore non li
hanno ascoltati.
Io sono la porta: se uno entra attraverso di me,
sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere
e distruggere; io sono venuto perché abbiano
la vita e l’abbiano in abbondanza».
Parola del Signore.
L’errore in cui spesso cadiamo è quello di
pensare che la salvezza sia un dono esclusivo
che si ottiene per merito di appartenenza ad
un gruppo, un’associazione o un movimento.
In realtà dimentichiamo che Dio dona la sua
salvezza a chi vuole, anche attraverso mezzi
che sembrano poco ortodossi.
I primi cristiani non avevano capito che Gesù
era morto per tutti, e che i suoi doni di grazia
erano destinati a tutti gli uomini; gioiamo
perché la salvezza è per ognuno di noi.
La prova ce la da Gesù, Lui è venuto a raccoglierci
tutti quelli che non lo rifiutano.
Gesù sapeva bene che ricorrendo all’immagine
del pastore, avrebbe lasciato nel cuore delle
persone un messaggio ben preciso.
In una società essenzialmente dedita alla
pastorizia, il gregge era l’unica fonte di sussistenza;
per cui tra il pastore e le sue pecore si instaurava
un rapporto particolarissimo, tanto che il pastore
era anche disposto a morire per proteggerle.
Gesù utilizza questa similitudine per dire che
Egli si comporta alla stessa maniera con noi,
sue pecore; ci guida alle sorgenti della salvezza
e ai pascoli eterni.
Sta a noi lasciarci guidare, perciò, aiutiamoci
con la preghiera per non perderci.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


sabato 25 aprile 2015

Il Vangelo di Domenica 26 Aprile 2015

Il Vangelo della 4° Domenica di Pasqua
1° Lettura dagli Atti degli Apostoli (4,8-12)
2° Lettura dalla prima lettera di
San Giovanni apostolo (3,1-2)
Dal Vangelo secondo Giovanni (10,11-18) anno B.
In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore.
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
Il mercenario-che non è pastore e al quale le pecore
non appartengono-vede venire il lupo, abbandona
le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde;
perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e
le mie pecore conoscono me, così come il Padre
conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita
per le pecore.
E ho altre pecore che non provengono da questo
recinto: anche quelle io devo guidare.
Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge,
un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita,
per poi riprenderla di nuovo.
Nessuno me la toglie: io la do da me stesso.
Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.
Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.
Parola del Signore.
Gesù è l’unico salvatore del mondo; in nessun altro
è possibile trovare la salvezza.
Spesso l’uomo si illude di trovare da sé una strada
che lo conduca alla felicità ed alla salvezza, ma presto
o tardi fa l’esperienza del vuoto e della disillusione;
non possiamo salvarci da soli.
Però, per riconoscere la sovranità di Gesù Cristo è
necessario cedere a Lui il primo posto nella nostra vita.
È necessario decentrarsi, e convincersi che non siamo
noi il centro del mondo.
Piuttosto siamo noi che dobbiamo fare di tutto per
lasciare questo posto a Gesù Signore.
Il cristiano rimane per il mondo sempre un estraneo,
anche se ci vive dentro e cerca di migliorarlo con la
sua condotta.
Ma questo non deve spaventarci, perché la nostra
certezza e la nostra fiducia è riposta in Colui che ci ha
reso davvero figli di Dio.
Di fronte a questo non c’è riconoscimento
di alcuno che valga.
Essere figli di Dio è il privilegio più grande che Egli
poteva donarci, per cui cerchiamo di essere sempre all’altezza
di questa vocazione a cui Dio ci ha chiamato con amore.
È bello nella vita avere qualcuno a cui potersi affidare,
soprattutto nelle circostanze avverse o nelle quali è
necessario avere un confronto o una guida sicura,
che noi non sappiamo trovare.
Ma dove cercare questo punto di riferimento sicuro?
È Gesù stesso che ce lo dice; Egli è il buon Pastore, cioè
Colui che si fa tutt’uno con le sue pecore, e le conduce
ai pascoli della vita eterna e della piena comunione con Dio.
Ma per lasciarci condurre dobbiamo avere il coraggio
di ascoltare la sua voce che ci chiama.
La sentiremo meglio se ci aiutiamo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.