lunedì 2 novembre 2015

Il Vangelo del Martedì 3 Novembre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo
apostolo ai Romani (12,5-16)
Dal Vangelo secondo Luca (14,15-24) anno B.
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo,
disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece
molti inviti.
All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati:
“Venite, è pronto”.
Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi.
Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare
a vederlo; ti prego di scusarmi”.
Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado
a provarli; ti prego di scusarmi”.
Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò
non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone.
Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci
subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui
i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato,
ma c’è ancora posto”.
Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e
lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia
casa si riempia.
Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati
invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gli inviti di Dio richiedono un’attenzione particolare ed
una pronta risposta, altrimenti Egli non starà là ad
aspettarci, e qualcuno prenderà il nostro posto.
Del resto, la stessa cosa era avvenuta al popolo di Israele,
al quale è rivolta questa parabola raccontata da Gesù.
Infatti, il Signore vuole evidenziare un atteggiamento
di coloro che, pur essendo stati i primi a beneficiare
della scelta e dell’elezione da parte di Dio, in tutta la
storia della salvezza avevano sempre recalcitrato di
fronte ai suoi inviti.
Per questo motivo, Gesù dice che è arrivato il momento
in cui quest’invito, declinato più volte dal popolo eletto,
ormai è volto a tutti i popoli della terra.
Al vecchio Israele, oggi si sostituisce un nuovo popolo; la Chiesa.
Eccola la realtà, una Chiesa che accoglie senza guardare
da dove arriviamo, ma soprattutto non guarda il nostro
\passato, lei guarda solo l’amore che abbiamo da dare.
Perciò, ringraziamo il Signore con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

domenica 1 novembre 2015

Il Vangelo del Lunedì 2 Novembre 2015

1° Lettura dal libro di Giobbe (19,1.23-27)
2° Lettura dalla lettera di san Paolo
apostolo ai Romani (5,5-11)
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,37-40) anno B.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il
Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non
lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per
fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che
io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che
lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque
vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Che cos’è davvero la vita?
Cos’è la morte?
Almeno una volta nella nostra esistenza anche noi ci
saremo posto queste domande; la risposta che poi
ciascuno dà è il risultato di scelte ben precise che
condizionano il nostro modo di vivere e di morire.
La ricorrenza di oggi vuole ricordarci che la risposta a
queste domande ha delle conseguenze che vanno al di
là della vita stessa; se scegliamo di vivere una vita per
gli altri, scacciando la superbia da noi anche la morte ci
sarà amica, e ci porterà a godere la pienezza della
felicità senza fine.
Se però nella nostra vita ci sono pochi frutti di amore
vero e sincero, la morte sarà il momento in cui, con
tristezza, ci accorgeremo di tutto il bene che avremmo
potuto fare e che, ormai, non abbiamo più il tempo di attuare.
Perciò, per non essere in ritardo, amiamo tutti e facciamo
tanto del bene, e se facciamo fatica, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

sabato 31 ottobre 2015

Il Vangelo di Domenica 1 Novembre 2015

Il Vangelo di tutti i Santi Domenica 
1° Lettura dal libro dell’Apocalisse di
san Giovanni apostolo (7,2-4.9-14)
2° Lettura dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3,1-3)
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12) anno B.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte:
si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli.
Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati
figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è
il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e,
mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi
per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Le beatitudini sono la carta di identità del cristiano
perfetto, di colui che è pienamente riuscito nel suo
cammino di santità.
Si tratta di identificare tutta la propria vita in queste
categorie, finchè non siamo riusciti ad incarnarne
almeno una nella nostra vita.
Ci sembra difficile, o impossibile?
Eppure tanti credenti prima di noi ci hanno provato, e hanno
sperimentato la beatitudine di cui parla Gesù nel Vangelo.
Cos’è davvero la felicità?
Quanto costa essere felici davvero?
Cosa significa per noi vivere nella pienezza?
Solo se mettiamo in pratica le beatitudini nella semplicità
e nella quotidianità faremo esperienza di felicità.
Perché non scegliamo una beatitudine e proviamo a
viverla con le persone che abbiamo vicino?
Potrebbe essere un buon modo per iniziare, ma per
riuscirci, prima aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

venerdì 30 ottobre 2015

Il Vangelo del Sabato 31 Ottobre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (11,1-2.11-12.25-29)
Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-11) anno B.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei
per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come
sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze
da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non
ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha
invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”.
Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.
Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo
posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti
dica: “Amico, vieni più avanti!”.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
Perché chiunque si esalta sarà umiliato,
e chi si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
I criteri con cui Dio valuta sono spesso estremamente
differenti dai nostri.
Ciò che per noi può essere desiderabile ed importante,
per Dio non ha nessun valore.
In questo caso, Gesù osservando il modo in cui i convitati
prendono posto al banchetto de l fariseo, fa una lettura
molto realistica del cuore umano.
I primi posti hanno sempre attirato l’interesse di tutti,
e molti uomini non esitano a fare, come si sul dire,
carte false per occupare quei posti.
Ma Gesù ci invita ad imparare da Lui, che per primo ha
scelto l’ultimo posto per mezzo dell’Incarnazione redentrice.
Quanto più cerchiamo con Lui di essere ultimi, tanto più
sperimenteremo la beatitudine della piccolezza e della
semplicità; in essa troveremo la nostra felicità eterna.
Perciò, facciamoci ultimi e semplici per trovare la felicità,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

giovedì 29 ottobre 2015

Il Vangelo del Venerdì 30 Ottobre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (9,1-5)
Dal Vangelo secondo Luca (14,1-6) anno B.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei
per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù
disse: «È lecito o no guarire di sabato?».
Ma essi tacquero.
Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade
nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?».
E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Ci sono diversi tipi di silenzio.
Quello dei farisei è un silenzio complice ed ipocrita,
dovuto al fatto che essi non vogliono assolutamente
accogliere il messaggio di Gesù che viene veicolato
dal segno miracoloso.
Il Signore vuole dimostrare alla folla convenuta un
quell’occasione quanto Dio si preoccupi delle sue
creature al di là delle leggi e delle regole sterili degli uomini.
Siamo in grado di renderci conto, al di là delle apparenze,
delle reali necessità delle persone?
Gesù infatti seppe vedere la reale necessità di quell’ammalata,
senza farsi inibire dalle regole senza amore degli uomini.
Chiediamo al Signore di avere uno sguardo sempre attento
alle sofferenze degli altri per poterle lenire con semplicità
e con tanta cordialità, per amore di Dio.
Non è facile, ci vuole tanto coraggio, ed allora,
aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

mercoledì 28 ottobre 2015

IL Vangelo del Giovedì 29 Ottobre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (8,31-39)
Dal Vangelo secondo Luca (13,31-35) anno B.
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei
a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode
ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco,
io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani;
e il terzo giorno la mia opera è compiuta.
Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente
io prosegua nel cammino, perché non è possibile che
un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e
lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte
ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi
pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!
Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo
in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Di fronte all’invito perentorio dei farisei, Gesù afferma
che il tempo di donare la vita non si è ancora compiuto.
Anche Gesù ha un tempo stabilito, nel quale deve portare
a termine la sua missione, dopodichè la Luce verrà sottratta
 anche dagli sguardi di coloro che lo hanno con sincerità.
Ma Gerusalemme, città santa che avrebbe dovuto accoglierlo,
si è chiusa definitivamente all’annuncio di salvezza; ormai
il suo destino è segnato per sempre.
Non è Dio ad abbandonarla, ma è lei stessa ad allontanarsi da Dio.
Gesù, con un linguaggio che ricalca quello dei profeti,
richiama ancora una volta la città santa con l’effetto e il
dolore di una madre per i suoi figli, ma invano.
Chiudersi di fronte a Gesù vuol dire morire.
Perciò, apriamoci alla Parola del Signore,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

martedì 27 ottobre 2015

Il Vangelo del Mercoledì 28 Ottobre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo

apostolo agli Efesìni (2,19-22)
Dal Vangelo secondo Luca (6,12-19) anno B.
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e
passò tutta la notte pregando Dio.
Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne
scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli:
Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea,
suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo,
Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone,
detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota,
che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.
C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di
gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale
di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed
essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano
tormentati da spiriti impuri venivano guariti.
Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva
una forza che guariva tutti.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La salvezza che Gesù ci dona non è legata a nessun titolo
di appartenenza; non siamo salvi perché qualche
volta abbiamo ascoltato la Messa, o perché abbiamo
fatto qualche offerta ai poveri, o perché abbiamo dato
una mano in parrocchia.
Di fronte a Dio, questo non dà diritto a nessun
trattamento particolare; piuttosto, quello che ha valore
di fronte a Lui è l’impegno continuo che ciascuno di noi
mette per partecipare alla sua mensa eterna, godendo
di Lui nell’eternità.
Allora, nella vita cristiana non esiste un minimo da fare
per essere a posto; questo discorso sa troppo di
commercio egoistico.
La grazia di Dio non è qualcosa che si può comprare;
rischiamo di sentire le parole di Gesù, che indicano la
mancanza assoluta di relazione tra noi e Lui.
Pubbliche relazioni cercasi; come si può fare?
Semplicemente masticando ogni giorno il Vangelo,
e meditandolo aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

lunedì 26 ottobre 2015

Il Vangelo del Martedì 27 Ottobre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (8,18-25)
Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21) anno B.
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il
regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare?
È simile a un granello di senape, che un uomo prese
e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e
gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio?
È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in
tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il regno dei cieli è una realtà misteriosa, la cui natura
Gesù volutamente lascia nel vago e nell’impreciso.
Piuttosto, Gesù usa diverse similitudini per farci capire
che, in realtà il regno è una realtà misteriosa.
Il termine mistero, forse, ci richiama una realtà nascosta
ed esoterica; in realtà, Gesù vuole farci capire un’altra cosa.
L’essenza del regno dei cieli è un mistero aperto, che
può capire solo chi lo sperimenta.
Dunque, è come se Gesù ci invitasse a provare, ad entrare
in questo mistero del suo regno; passo dopo passo ed
impercettibilmente, noi stessi ne faremo parte, e capiremo
cosa il Signore promette quando parla di esso.
È un mistero, allora, perché nessuna realtà creata riesce
a definire la sua natura; scopriamolo con la nostra
esperienza di fede, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

domenica 25 ottobre 2015

Il Vangelo del Lunedì 26 Ottobre 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (8,12-17)
Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17) anno B.
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga
in giorno di sabato.
C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da
diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo
a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei
liberata dalla tua malattia».
Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò
e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva
operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse
alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in
quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che,
di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla
mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?
E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto
prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere
liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari
si vergognavano, mentre la folla intera esultava per
tutte le meraviglie da lui compiute.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Che tipo di vergogna provano i farisei?
Vi può essere, infatti, una vergogna positiva, che ci fa
prendere coscienza del nostro errore e ci spinge
a cambiare vita.
Ma vi è anche un altro tipo di vergogna; è il sentimento
di chi si trova nelle tenebre e, quando irrompe la luce
si nasconde, e preferisce restare nell’oscurità.
La luce, dice san Giovanni, venne nelle tenebre, ma esse
non l’hanno accolta; il capo della sinagoga aveva la luce
di fronte a sé, ma preferisce le tenebre dell’ignoranza
testarda e del rifiuto della salvezza, che Gesù voleva
dare anche a lui.
A volte la luce ci scomoda e ci costringe a venire allo
scoperto; però è quello l’inizio della salvezza.
Se non cogliamo quest’occasione, viviamo nella
morte e nella cecità.
Speriamo di no, ma per non vivere al buio, accendiamo
la luce della fede, attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.