mercoledì 14 maggio 2025

Il Vangelo del Giovedì 15 Maggio 2025

 

Della 4° settimana di Pasqua.

Sant' Isidoro l’agricoltore, laico.

Prima Lettura.

Dalla discendenza di Davide

Dio inviò come salvatore Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli (13,13-25)

Salpàti da Pafo, Paolo e i suoi compagni

giunsero a Perge, in Panfìlia.

Ma Giovanni si separò da loro e

ritornò a Gerusalemme.

Essi invece, proseguendo da Perge,

arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e,

entrati nella sinagòga nel giorno di

sabato, sedettero.

Dopo la lettura della Legge e dei Profeti,

i capi della sinagòga mandarono a dire

loro: «Fratelli, se avete qualche parola

di esortazione per il popolo, parlate!».

Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano,

disse: «Uomini d'Israele e voi timorati

di Dio, ascoltate.

Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i

nostri padri e rialzò il popolo durante il

suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio

potente li condusse via di là.

Quindi sopportò la loro condotta per circa

quarant'anni nel deserto, distrusse sette

nazioni nella terra di Canaan e concesse

loro in eredità quella terra per circa

quattrocentocinquanta anni.

Dopo questo diede loro dei giudici, fino

al profeta Samuèle.

Poi essi chiesero un re e Dio diede loro

Sàul, figlio di Chis, della tribù di

Beniamino, per quarant'anni.

E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro

Davide come re, al quale rese questa

testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio

di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli

adempirà tutti i miei voleri".

Dalla discendenza di lui, secondo la

promessa, Dio inviò, come salvatore per

Israele, Gesù.

Giovanni aveva preparato la sua venuta

predicando un battesimo di conversione

a tutto il popolo d'Israele.

Diceva Giovanni sul finire della sua

missione: "Io non sono quello che

voi pensate!

Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale

io non sono degno di slacciare i sandali"».

Parola di Dio.

Vangelo.

Chi accoglie colui che

manderò, accoglie me.

Dal Vangelo secondo

Giovanni (13,16-20) anno dispari.

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli,

Gesù] disse loro: «In verità, in verità io

vi dico: un servo non è più grande del suo

padrone, né un inviato è più grande di

chi lo ha mandato.

Sapendo queste cose, siete beati se le

mettete in pratica.

Non parlo di tutti voi; io conosco quelli

che ho scelto; ma deve compiersi la

Scrittura: "Colui che mangia il mio pane

ha alzato contro di me il suo calcagno".

Ve lo dico fin d'ora, prima che accada,

perché, quando sarà avvenuto, crediate

che Io sono.

In verità, in verità io vi dico: chi accoglie

colui che io manderò, accoglie me; chi

accoglie me, accoglie colui che mi

ha mandato».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù è il rivelatore del Padre, perché Lui

e il Padre sono una cosa sola.

Dopo la lavanda dei piedi, che nel Vangelo

di Giovanni sostituisce l’ultima cena,

Gesù cerca ancora, inutilmente, di

preparare i suoi a ciò che sta per accadere

e che essi neppure lontanamente immaginano.

Gesù è ‘Io Sono’, e per dimostrarlo non

propone più grandi segni, non chiama a

testimone la Scrittura o la profezia

del Battista, non più.

Ora Gesù pone come segni della

rivelazione della sua identità due fatti;

il servizio umile che ha appena reso ai

propri discepoli, lavando loro i piedi, e il

tradimento di Giuda che sta per avvenire.

Due segni sconcertanti, imbarazzanti,

che quasi negano la grandezza di Dio

e che, invece, se letti bene, ne svelano

l’inaudita profondità.

Il nostro Dio è il Dio che serve gli uomini,

che si umilia, che si consegna, che dona la

propria vita per amore a persone che non

capiscono il valore di questo dono infinito.

Quanto è distante questo volto di Dio da

quello piccino che portiamo nel cuore!

Paolo, avvinto dallo Spirito, inizia il suo

viaggio missionario ad Antiochia, la sua

prima comunità, dove, rileggendo la sua

esperienza, giunge a confessare la fede nel

Gesù crocefisso, risorto e nella preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 13 maggio 2025

Il Vangelo del Mercoledì 14 Maggio 2025

 

Della 4° settimana di Pasqua.

San Mattia, Apostolo.

Prima Lettura

La sorte cadde su Mattia, che

fu associato agli undici apostoli.

Dagli Atti degli Apostoli (1,15-17.20-26)

In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai

fratelli-il numero delle persone radunate

era di circa centoventi-e disse: "Fratelli,

era necessario che si compisse ciò che

nella Scrittura fu predetto dallo

Spirito Santo per bocca di Davide

riguardo a Giuda, diventato la guida

di quelli che arrestarono Gesù.

Egli infatti era stato del nostro numero

e aveva avuto in sorte lo stesso

nostro ministero.

Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: "La

sua dimora diventi deserta e nessuno vi

abiti", e: "Il suo incarico lo prenda un altro".

Bisogna dunque che, tra coloro che sono

stati con noi per tutto il tempo nel quale

il Signore Gesù ha vissuto fra noi,

cominciando dal battesimo di Giovanni

fino al giorno in cui è stato di mezzo a

noi assunto in cielo, uno divenga testimone,

insieme a noi, della sua risurrezione".

Ne proposero due: Giuseppe, detto

Barsabba, soprannominato

Giusto, e Mattia.

Poi pregarono dicendo: "Tu, Signore,

che conosci il cuore di tutti, mostra

quale di questi due tu hai scelto per

prendere il posto in questo ministero

e apostolato, che Giuda ha abbandonato

per andarsene al posto che gli spettava".

Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde

su Mattia, che fu associato agli

undici apostoli.

Parola di Dio.

Vangelo

Non vi chiamo più servi,

ma vi ho chiamato amici.

Dal Vangelo secondo

Giovanni (15,9-17) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi

discepoli: "Come il Padre ha amato

me, anche io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti,

rimarrete nel mio amore, come io ho

osservato i comandamenti del Padre

mio e rimango nel suo amore.

Vi ho detto queste cose perché la mia

gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi

amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.

Nessuno ha un amore più grande di

questo: dare la sua vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciò che

io vi comando.

Non vi chiamo più servi, perché il servo

non sa quello che fa il suo padrone; ma

vi ho chiamato amici, perché tutto ciò

che ho udito dal Padre mio l'ho fatto

conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto

voi e vi ho costituiti perché andiate e

portiate frutto e il vostro frutto rimanga;

perché tutto quello che chiederete al Padre

nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: che vi amiate

gli uni gli altri".

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Dodici erano stati chiamati a fare

un’esperienza particolare col Signore Gesù.

Dodici come le tribù di Israele, i figli

di Giacobbe diventato Israele.

Dodici come la totalità dell’umanità.

Ma quel numero era cambiato a causa

della follia di Giuda, discepolo che volle

cambiare le scelte di Dio.

Perciò i rimasti, decisero, dopo la

Pentecoste, di tornare ad essere Dodici.

Non per loro stessi, ma consapevoli di

appartenere ad un progetto grandioso,

al sogno di Dio, alla Chiesa icona della

nuova umanità, alla caparra dell’armonia

originaria e originante.

Allora radunano coloro che per primi

erano stati con loro, con Gesù, dal

battesimo alla croce.

Fra questi Mattia, apostolo di riserva,

seduto in panchina fino a quel momento.

Uno di quelli che, come loro, aveva

conosciuto e seguito Gesù, e che era

rimasto fedele anche se non era entrato

nel numero degli eletti.

Non una primadonna, ma un discepolo

vero, che sa restare nell’ombra, che non

scalcia per apparire, per entrare nella

lista dei santi apostoli degni di

altari e incensi.

San Mattia, apostolo di riserva, prega

per tutti coloro che vivono dietro le

quinte e, amando il Signore, servono

con passione la sua Chiesa attraverso

l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 12 maggio 2025

Il Vangelo del Martedì 13 Maggio 2025

 

Della 4° settimana di Pasqua.

Beata Vergine Maria di Fatima, apparizione. 

Prima Lettura.

Cominciarono a parlare anche ai Greci,

annunciando che Gesù è il Signore.

Dagli Atti degli Apostoli (11,19-26)

In quei giorni, quelli che si erano dispersi

a causa della persecuzione scoppiata a

motivo di Stefano erano arrivati fino alla

Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non

proclamavano la Parola a nessuno

fuorché ai Giudei.

Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di

Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono

a parlare anche ai Greci, annunciando

che Gesù è il Signore.

E la mano del Signore era con loro e così

un grande numero credette e si convertì

al Signore.

Questa notizia giunse agli orecchi della

Chiesa di Gerusalemme, e mandarono

Bàrnaba ad Antiòchia.

Quando questi giunse e vide la grazia di

Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare,

con cuore risoluto, fedeli al Signore, da

uomo virtuoso qual era e pieno di

Spirito Santo e di fede.

E una folla considerevole fu aggiunta

al Signore.

Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso

per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse

ad Antiòchia.

Rimasero insieme un anno intero in

quella Chiesa e istruirono molta gente.

Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli

furono chiamati cristiani.

Parola di Dio.

Vangelo.

Io e il Padre siamo una cosa sola.

Dal Vangelo secondo

Giovanni (10,22-30) anno dispari.

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme

la festa della Dedicazione.

Era inverno.

Gesù camminava nel tempio, nel portico

di Salomone.

Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli

dicevano: «Fino a quando ci terrai

nell'incertezza?

Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».

Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non

credete; le opere che io compio nel nome

del Padre mio, queste danno

testimonianza di me.

Ma voi non credete perché non fate parte

delle mie pecore.

Le mie pecore ascoltano la mia voce e

io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno

perdute in eterno e nessuno le strapperà

dalla mia mano.

Il Padre mio, che me le ha date, è più

grande di tutti e nessuno può strapparle

dalla mano del Padre.

Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Ci sono dei momenti nella vita in cui

dimoriamo nella tenebra più fitta e non

avvertiamo più la presenza di Dio.

Dio c’è, ma è lontano, Cristo ci ama,

certo, ma sembra occupato a fare tutt’altro.

E quei momenti possono anche

prolungarsi nel tempo, mettendo a

durissima prova la nostra fede.

Proprio allora dobbiamo fare memoria

della parola di oggi.

Gesù ci dice; nessuno ti rapirà dalla mia mano.

Nessuno e niente.

Non gli eventi della vita, non la malattia

o la depressione, non il tuo limite

e il peccato. Nulla.

Non siamo persi, se ascoltiamo la voce

del pastore, se abbiamo la forza di restare

incollati alla presenza del Maestro, se

dimoriamo fiduciosi alla sua luce.

Ci aiuta sapere che anche i grandi santi

(tutti!) hanno attraversato momenti di fatica

e di tenebra, alcuni per lunghi periodi.

Il Signore permette che siamo messi alla

prova (dalla vita, mai da Dio!) per

rafforzare la nostra fede, o forse,

semplicemente, perché fa parte della vita.

Animo, discepoli del risorto che, come

Pietro, come Tommaso, ancora dovete

convertirvi alla gioia, animo!

Nulla ci rapirà dalla sua mano!

Possiamo essere fragili e infedeli ma Lui,

il Signore, attraverso l’aiuto della preghiera,

ci ama senza cedimenti.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.