lunedì 6 gennaio 2025

Il Vangelo del Martedì 7 Gennaio 2025

 

Feria propria del 7 Gennaio dopo l’Epifania.

San Prosdocimo di Padova, protovescovo.

Prima Lettura

Mettete alla prova gli spiriti,

per saggiare se provengono da Dio.

Dalla prima lettera di san

Giovanni apostolo (3,22-4,6)

Carissimi, qualunque cosa chiediamo,

la riceviamo da Dio, perché osserviamo

i suoi comandamenti e facciamo quello

che gli è gradito.

Questo è il suo comandamento: che

crediamo nel nome del Figlio suo

Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri,

secondo il precetto che ci ha dato.

Chi osserva i suoi comandamenti rimane

in Dio e Dio in lui.

In questo conosciamo che egli rimane

in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Carissimi, non prestate fede ad ogni

spirito, ma mettete alla prova gli spiriti,

per saggiare se provengono veramente

da Dio, perché molti falsi profeti sono

venuti nel mondo.

In questo potete riconoscere lo Spirito di

Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo

venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito

che non riconosce Gesù, non è da Dio.

Questo è lo spirito dell'anticristo che,

come avete udito, viene, anzi è già

nel mondo.

Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto

costoro, perché colui che è in voi è più

grande di colui che è nel mondo.

Essi sono del mondo, perciò insegnano

cose del mondo e il mondo li ascolta.

Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta

noi; chi non è da Dio non ci ascolta.

Da questo noi distinguiamo lo spirito

della verità e lo spirito dell'errore.

Parola di Dio.

Vangelo

Il regno dei cieli è vicino.

Dal Vangelo secondo

Matteo (4,12-17.23-25) anno pari.

In quel tempo, quando Gesù seppe che

Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella

Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare

a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio

di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse

ciò che era stato detto per mezzo del

profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra

di Nèftali, sulla via del mare, oltre il

Giordano, Galilea delle genti!

Il popolo che abitava nelle tenebre vide

una grande luce, per quelli che abitavano in

regione e ombra di morte una luce è sorta».

Da allora Gesù cominciò a predicare e a

dire: «Convertitevi, perché il regno dei

cieli è vicino».

Gesù percorreva tutta la Galilea,

insegnando nelle loro sinagoghe,

annunciando il vangelo del Regno e

guarendo ogni sorta di malattie e di

infermità nel popolo.

La sua fama si diffuse per tutta la Siria

e conducevano a lui tutti i malati,

tormentati da varie malattie e dolori,

indemoniati, epilettici e paralitici;

ed egli li guarì.

Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla

Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme,

dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Giovanni è stato arrestato, tira una brutta

aria per Gesù che abbandona i dintorni

del Giordano e sale oltre la Galilea,

nei territori di Zabulon e Neftali, le prime

tribù, delle dodici, a cadere, nel passato,

sotto la dominazione straniera e pagana.

Al tempo di Gesù la devozione era

inversamente proporzionale alla distanza

dal Tempio; i farisei di Gerusalemme

consideravano paganissimi e meticci gli

ebrei che abitavano i territori della Galilea.

Gesù il galileo, non si scoraggia

dall’arresto del Battista, coglie l’occasione

per iniziare la sua predicazione fra gli

ultimi, i disillusi, i falliti del suo popolo.

Dalla periferia della storia Dio inizia la

sua predicazione, dagli ultimi, dai reietti,

allora e oggi.

Impariamo dal Signore a cogliere negli

eventi negativi e traumatici della vita

l’occasione per rinascere e ricostruire

la nostra vita.

Così san Paolo saprà sempre leggere gli

eventi negativi della sua predicazione

(incomprensioni, persecuzioni) come

occasioni per conoscere altre persone

e annunciare loro il Cristo.

Alla ripresa del lavoro, in chiusura del

tempo natalizio, vogliamo portare la

buona notizia di un Dio che si avvicina,

di un Regno che non è premio dei

meritevoli ma dono agli affamati, a tutti

coloro, ultimi, che incontreremo al

lavoro o nella riunione condominiale.

Non siamo stati anche noi raggiunti

e sedotti così?

Per questo dobbiamo sempre pregare.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 5 gennaio 2025

Il Vangelo del Lunedì 6 Gennaio 2025

 

Epifania del Signore.

Arrivano i Magi.

Prima Lettura

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaia (60,1-6)

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene

la tua luce, la gloria del Signore brilla

sopra di te.

Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,

nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te

risplende il Signore, la sua gloria

appare su di te.

Cammineranno le genti alla tua luce,

i re allo splendore del tuo sorgere.

Alza gli occhi intorno e guarda: tutti

costoro si sono radunati, vengono a te.

I tuoi figli vengono da lontano, le tue

figlie sono portate in braccio.

Allora guarderai e sarai raggiante,

palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché

l'abbondanza del mare si riverserà su di

te, verrà a te la ricchezza delle genti.

Uno stuolo di cammelli ti invaderà,

dromedari di Màdian e di Efa, tutti

verranno da Saba, portando oro e incenso

e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 71 (72)

Ripetiamo. Ti adoreranno, Signore,

tutti i popoli della terra.

 

O Dio, affida al re il tuo diritto,

al figlio di re la tua giustizia; egli

giudichi il tuo popolo secondo giustizia

e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

 

Nei suoi giorni fiorisca il giusto

e abbondi la pace,

finché non si spenga la luna.

E dòmini da mare a mare, dal fiume

sino ai confini della terra. R.

 

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,

i re di Saba e di Seba offrano doni.

Tutti i re si prostrino a lui,

lo servano tutte le genti. R.

 

Perché egli libererà il misero che invoca

e il povero che non trova aiuto.

Abbia pietà del debole e del misero

e salvi la vita dei miseri. R.

 

Seconda Lettura

Ora è stato rivelato che tutte le

genti sono chiamate, in Cristo Gesù,

a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo

apostolo agli Efesini (3,2-3.5-6)

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare

del ministero della grazia di Dio, a me

affidato a vostro favore: per rivelazione

mi è stato fatto conoscere il mistero.

Esso non è stato manifestato agli uomini

delle precedenti generazioni come ora

è stato rivelato ai suoi santi apostoli

e profeti per mezzo dello Spirito: che le

genti sono chiamate, in Cristo Gesù,

a condividere la stessa eredità, a formare

lo stesso corpo e ad essere partecipi della

stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Abbiamo visto la sua stella in

Oriente e siamo venuti per

adorare il Signore. (Cf. Mt 2,2)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Siamo venuti dall'oriente

per adorare il re.

Dal Vangelo secondo

Matteo (2,1-12) anno dispari.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea,

al tempo del re Erode, ecco, alcuni

Magi vennero da oriente a Gerusalemme

e dicevano: "Dov'è colui che è nato,

il re dei Giudei?

Abbiamo visto spuntare la sua stella

e siamo venuti ad adorarlo".

All'udire questo, il re Erode restò turbato

e con lui tutta Gerusalemme.

Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli

scribi del popolo, si informava da loro

sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.

Gli risposero: "A Betlemme di Giudea,

perché così è scritto per mezzo del

profeta: "E tu, Betlemme, terra di Giuda,

non sei davvero l'ultima delle città

principali di Giuda: da te infatti uscirà

un capo che sarà il pastore del mio

popolo, Israele"".

Allora Erode, chiamati segretamente

i Magi, si fece dire da loro con esattezza

il tempo in cui era apparsa la stella e

li inviò a Betlemme dicendo: "Andate

e informatevi accuratamente sul bambino

e, quando l'avrete trovato, fatemelo

sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".

Udito il re, essi partirono.

Ed ecco, la stella, che avevano visto

spuntare, li precedeva, finché giunse

e si fermò sopra il luogo dove si

trovava il bambino.

Al vedere la stella, provarono una

gioia grandissima.

Entrati nella casa, videro il bambino

con Maria sua madre, si prostrarono

e lo adorarono.

Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono

in dono oro, incenso e mirra.

Avvertiti in sogno di non tornare da

Erode, per un'altra strada fecero ritorno

al loro paese.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

I magi che arrivano dall’Oriente con i

loro doni hanno davvero segnato la

fantasia degli uomini nella storia; forse

per quel non so che di esotico che

portano con sé, tutti siamo rimasti

affascinati da queste strane figure del

Natale e nel cuore portiamo l’immagine

infantile delle statuine da aggiungere il

giorno dell’Epifania, come ultimo

tocco al presepe.

Attenti, però, a non ridurre l’Epifania

ad una favoletta edificante.

Prendiamo con grande serietà il racconto

di Matteo, che è anzitutto sintesi teologica,

messaggio di fede, senza però dimenticare

i parecchi appigli storici che vi si riscontrano.

A chi conosce bene la Bibbia (ah, se

fossimo tra questi!) salta subito agli

occhi il mosaico di allusioni e di

riferimenti che compongono

questo testo.

L’intento di Matteo è chiaro.

Lui, ebreo, scrive il suo Vangelo per

una comunità di ebrei-cristiani e

desidera spalancare loro lo sguardo;

il Messia è venuto ed è veramente

l’atteso delle genti, non soltanto

il pastore di Israele.

Come ogni piccola comunità che deve

sopravvivere in mezzo a culture

aggressive, lungo la propria storia

Israele si era rinchiusa come minoranza

blindata allergica allo straniero, perdendo

lo smalto primigenio e dimenticando

di essere il popolo che doveva portare

a tutti i popoli il volto del Dio misterioso

che si era raccontato ad Abramo e ai padri.

E, stupore, tra i primi ad accogliere il

Messia sono sì gli israeliti, ma i

dimenticati, i poveri; Maria,

Giuseppe, i pastori.

Dio non viene accolto dal potente partito

dei sadducei, non dal Sommo Sacerdote

o dai farisei, i devoti tra i devoti.

E, stupore, gli stranieri, i reietti,

i ‘non-popolo’, i ‘cani’ riconoscono

il volto di Dio.

Dio vuole svelarsi a tutti, vuole

raggiungere ogni uomo, ogni nazione.

L’intento di Matteo, dicevamo, è lineare;

Gesù è venuto per essere riconosciuto

da ogni popolo, qui raffigurato dai

misteriosi magi d’Oriente.

Ma c’è di più; il grande Levi pubblicano,

diventato scriba del regno, riesce a tirar

fuori dalla sua penna alcune sottolineature

per me scrivo e per te che leggi con passione.

I magi erano degli astrologi orientali,

probabilmente ricchi, in modo tale da

potersi permettere di seguire il proprio

hobby, e proprio un evento cosmico (la

nascita di una stella? una congiunzione

astrale?) li aveva fatti partire.

La teoria era semplice; ad un evento

siderale doveva corrispondere

un evento terreno.

Così il loro viaggio li porta naturalmente

a cercare un re nella vicina terra di Palestina.

E qui incontrano il re-fantoccio Erode,

tanto crudele e cinico da poter vivere

suddito di Roma e costruire comunque

un piccolo impero.

Erode si sbalordisce; che ne sa lui delle

vecchie teorie dei creduloni?

Il messia? Il nuovo Davide?

Ma era lui adesso il re!

Erode diventa improvvisamente devoto

e cerca una risposta in chi la Scrittura

la conosce bene.

Gli scribi danno la risposta esatta; il

Messia doveva discendere dalla casa

di Davide e quindi nascere nella città

del pane, Betlemme, pochi chilometri

a sud di Gerusalemme.

Quale pensiero avrà attraversato la

mente dei magi?

Un re, quindi, non c’era?

E cos’era questa storia del mandato da Dio?

La stella riappare e gioiscono!

Arrivano a Betlemme e si prostrano

davanti alla madre e al bambino, offrendo

i loro doni perlomeno curiosi.

Matteo ci sta dicendo: “Se vuoi davvero

scoprire la presenza devi metterti in

viaggio, anche se non è la fede

che ti motiva”.

I magi sono non-credenti, cercano la

verità, una risposta alle loro teorie,

seguono una stella che li porti a

confermare la loro ricerca.

Sono onesti, si mettono in gioco, si lasciano

interpellare anche da idee diverse (le

Scritture per loro erano… arabo!) e

alla fine trovano Dio.

Sono l’immagine-questi strani

orientali-di tutti quegli uomini e quelle

donne che vogliono scoprire il senso

della loro vita, dei tanti che nella storia

hanno cercato nell’arte, nel pensiero,

nella civiltà, le tracce della verità.

E che alla fine trovano Dio.

È splendido ciò che Matteo afferma;

una ricerca onesta e dinamica della

verità ci porta fin davanti alla grotta

dove Dio svela il suo tenero volto

di bambino.

Non troveranno mai il Messia Erode

e i sacerdoti e gli scribi.

Erode considera Dio un avversario, un

concorrente: se Dio c’è gli ruba il posto.

Quanti ne conosco di Erodi!

Quelli che pensano che Dio sia la

negazione dell’uomo e il cristianesimo

la morte della felicità umana (noi cristiani

qualche responsabilità ce l’abbiamo, ma

questo è un altro penoso discorso!).

E gli scribi?

Turisti del sacro, dotti conoscitori della

Scrittura, vanno a Messa tutte le domeniche

(anzi più volte a settimana), fanno la

preghiera quotidiana e seguono un

corso biblico.

Sanno, conoscono tutto di Dio.

Da Gerusalemme a Betlemme ci sono

pochi chilometri.

E boia se escono dal loro palazzo!

Conoscono Dio sulla carta, nella loro

mente illuminata, ma non nel loro cuore.

Eccoli davanti alla grotta i cercatori

di Dio, che offrono; che cosa?

Offrono all’infante dei regali improbabili

(ci sarà dietro la forzatura teologica di

Matteo?), pieni di verità e di stupore;

offrono l’oro per chi riconosce nel

bambino il re; l’incenso per chi riconosce

nel bambino la presenza di Dio;

e la mirra?

Che regalo di pessimo gusto!

L’unguento usato per imbalsamare i cadaveri!

Questo bambino già vive la contraddizione

della morte, del rifiuto, del dono totale di sé.

E noi?

Voglia di essere un pò Magi?

Certo, amici, Santa Epifania Fausto.