lunedì 31 luglio 2023

Il Vangelo del Martedì 1 Agosto 2023

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Sant’Alfonso Maria de Liguori, vescovo

e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia.

Dal libro dell'Èsodo (33,7-11;34,5-9.28)

In quei giorni, Mosè prendeva la tenda

e la piantava fuori dell’accampamento,

a una certa distanza dall’accampamento,

e l’aveva chiamata tenda del convegno;

appunto a questa tenda del convegno,

posta fuori dell’accampamento, si recava

chiunque volesse consultare il Signore.

Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda,

tutto il popolo si alzava in piedi, stando

ciascuno all’ingresso della sua tenda:

seguivano con lo sguardo Mosè, finché

non fosse entrato nella tenda.

Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva

la colonna di nube e restava all’ingresso

della tenda, e parlava con Mosè.

Tutto il popolo vedeva la colonna di nube,

che stava all’ingresso della tenda, e tutti

si alzavano e si prostravano ciascuno

all’ingresso della propria tenda.

Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia,

come uno parla con il proprio amico.

Poi questi tornava nell’accampamento,

mentre il suo inserviente, il giovane

Giosuè figlio di Nun, non si allontanava

dall’interno della tenda.

Il Signore scese nella nube [sul monte

Sinai], si fermò là presso di lui e

proclamò il nome del Signore.

Il Signore passò davanti a lui, proclamando:

«Il Signore, il Signore, Dio misericordioso

e pietoso, lento all’ira e ricco di amore

e di fedeltà, che conserva il suo amore

per mille generazioni, che perdona la

colpa, la trasgressione e il peccato, ma

non lascia senza punizione, che castiga

la colpa dei padri nei figli e nei figli dei

figli fino alla terza e alla quarta generazione».

Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò.

Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi,

Signore, che il Signore cammini in

mezzo a noi.

Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu

perdona la nostra colpa e il nostro peccato:

fa’ di noi la tua eredità».

Mosè rimase con il Signore quaranta

giorni e quaranta notti, senza mangiar

pane e senza bere acqua.

Egli scrisse sulle tavole le parole

dell’alleanza, le dieci parole.

Parola di Dio.

Vangelo

Come si raccoglie la zizzania e la si

brucia nel fuoco, così avverrà alla

fine del mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,36-43) anno dispari.

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed

entrò in casa; i suoi discepoli gli si

avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la

parabola della zizzania nel campo».

Ed egli rispose: «Colui che semina il

buon seme è il Figlio dell’uomo.

Il campo è il mondo e il seme buono

sono i figli del Regno.

La zizzania sono i figli del Maligno e il

nemico che l’ha seminata è il diavolo.

La mietitura è la fine del mondo e i

mietitori sono gli angeli.

Come dunque si raccoglie la zizzania e

la si brucia nel fuoco, così avverrà alla

fine del mondo.

Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli,

i quali raccoglieranno dal suo regno tutti

gli scandali e tutti quelli che commettono

iniquità e li getteranno nella fornace

ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Allora i giusti splenderanno come il sole

nel regno del Padre loro.

Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Esiste il male, e agisce, funziona, opera.

Spesso si parla del maligno, nella Bibbia,

a lui si attribuivano gli aspetti negativi

della realtà ma anche le cose che non si

riuscivano a spiegare come ad esempio

alcune manifestazioni di malattie

neurologiche o psichiatriche.

L’approccio biblico è semplice; esiste

una parte oscura della realtà, anch’essa

creata, non contrapposta a Dio, che è luce

e bontà, come principio autonomo.

Questa realtà opera per intorbidire le

acque, per allontanarci dal bene, dalla

luce; semina zizzania nella nostra vita

a piene mani.

Ma, e questo è stupendo, nei Vangeli

il maligno è chiamato ‘avversario’,

cioè colui che si riesce a vincere.

Nulla a che vedere con l’eroe decadente

che la nostra modernità ha creato,

facendolo diventare quasi un modello

drammatico che suscita simpatia.

Quando parliamo di maligno, allora,

lasciate perdere i film di horror e i libri

che raccontano di esorcismi; se viviamo

una vita affidata al Signore, con semplicità

e fede, abbiamo in casa chi ci difende e

protegge e nessuno può penetrare nella

nostra serenità.

Esiste il maligno e agisce ma noi confidiamo

in colui che ha sconfitto l’avversario ed

alla preghiera, che è molto efficace

contro di esso.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 30 luglio 2023

Il Vangelo del Lunedì 31 Luglio 2023

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Ignazio di Loyola, fondatore

della Compagnia di Gesù.

Prima Lettura

Questo popolo diventerà come questa

cintura, che non è più buona a nulla.

Dal libro dell'Èsodo (32,15-24.30-34)

In quei giorni, Mosè si voltò e scese dal

monte con in mano le due tavole della

Testimonianza, tavole scritte sui due lati,

da una parte e dall’altra.

Le tavole erano opera di Dio, la scrittura

era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole.

Giosuè sentì il rumore del popolo che

urlava e disse a Mosè: «C’è rumore di

battaglia nell’accampamento».

Ma rispose Mosè: «Non è il grido di

chi canta: “Vittoria!”.

Non è il grido di chi canta: “Disfatta!”.

Il grido di chi canta a due cori io sento».

Quando si fu avvicinato all’accampamento,

vide il vitello e le danze.

Allora l’ira di Mosè si accese: egli scagliò

dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi

della montagna.

Poi afferrò il vitello che avevano fatto,

lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a

ridurlo in polvere, ne sparse la polvere

nell’acqua e la fece bere agli Israeliti.

Mosè disse ad Aronne: «Che cosa ti ha

fatto questo popolo, perché tu l’abbia

gravato di un peccato così grande?».

Aronne rispose: «Non si accenda l’ira del

mio signore; tu stesso sai che questo

popolo è incline al male.

Mi dissero: “Fa’ per noi un dio che

cammini alla nostra testa, perché a Mosè,

quell’uomo che ci ha fatto uscire dalla

terra d’Egitto, non sappiamo che cosa

sia accaduto”.

Allora io dissi: “Chi ha dell’oro?

Toglietevelo!”.

Essi me lo hanno dato; io l’ho gettato

nel fuoco e ne è uscito questo vitello».

Il giorno dopo Mosè disse al popolo: «Voi

avete commesso un grande peccato; ora

salirò verso il Signore: forse otterrò il

perdono della vostra colpa».

Mosè ritornò dal Signore e disse: «Questo

popolo ha commesso un grande peccato:

si sono fatti un dio d’oro.

Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato.

Altrimenti, cancellami dal tuo libro che

hai scritto!».

Il Signore disse a Mosè: «Io cancellerò dal

mio libro colui che ha peccato contro di me.

Ora va’, conduci il popolo là dove io ti ho detto.

Ecco, il mio angelo ti precederà; nel giorno

della mia visita li punirò per il loro peccato».

Parola di Dio.

Vangelo

Il granello di senapa diventa un albero,

tanto che gli uccelli del cielo vengono

a fare il nido fra i suoi rami.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,31-35) anno dispari.

In quel tempo, Gesù espose alla folla

un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei

cieli è simile a un granello di senape, che

un uomo prese e seminò nel suo campo.

Esso è il più piccolo di tutti i semi ma,

una volta cresciuto, è più grande delle

altre piante dell’orto e diventa un albero,

tanto che gli uccelli del cielo vengono

a fare il nido fra i suoi rami».

Disse loro un’altra parabola: «Il regno

dei cieli è simile al lievito, che una donna

prese e mescolò in tre misure di farina,

finché non fu tutta lievitata».

Tutte queste cose Gesù disse alle folle

con parabole e non parlava ad esse se

non con parabole, perché si compisse ciò

che era stato detto per mezzo del profeta:

«Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla

fondazione del mondo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il Regno è una realtà piccola, insignificante,

modesta che pure, come il lievito nella

farina, come il granello di senapa, può

crescere fino a diventare una realtà

importante e significativa.

Non si tratta di far diventare lievito tutta

la pasta, ma di fare lievitare la realtà,

di darle spessore.

Non guardiamo alla nostra pastorale con

criteri mondani, non scimmiottiamo

logiche che assomigliano più al marketing

che al Vangelo; grazie al cielo, nella

Chiesa, non ci sono ancora i premi

di produzione!

Non lamentatevi, operai del Vangelo!

Non scoraggiatevi preti in prima linea!

Su di morale, catechiste ed educatori!

La nostra azione, il nostro servizio non

è nella logica mondana della produttività

e del risultato, ma in quella evangelica

dell’amore e della testimonianza.

Non scordiamocelo

quando-inevitabilmente-sentiamo

che il nostro sforzo va disperso

e ciò che riusciamo a dire in un’ora

a settimana a venti scalmanati

bambini, verrà poi contraddetto

nella restante settimana dal (triste)

mondo in cui viviamo.

Teniamo a mente questo Vangelo quando

programmiamo le nostre attività, quando

anche noi cattolici cediamo alla

tentazione del sondaggio, della

contabilità delle anime, dei risultati.

L’essenziale, ci dice il Signore,

è che il lievito; lieviti.

Che faccia il suo mestiere, come il sale che

non serve a nulla se perde il suo sapore.

Che bello sarebbe mettere in pratica

questi insegnamenti del Signore,

logicamente non è facile, ma la

preghiera ci può dare una mano!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 29 luglio 2023

Il Vangelo di Domenica 30 Luglio 2023

 

Della 17° Domenica del Tempo Ordinario.

San Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Hai domandato per te la sapienza.

Dal primo libro dei Re (3,5.7-12)

In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve

a Salomone in sogno durante la notte.

Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che

io ti conceda».

Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu

hai fatto regnare il tuo servo al posto di

Davide, mio padre.

Ebbene io sono solo un ragazzo; non so

come regolarmi.

Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che

hai scelto, popolo numeroso che per la

quantità non si può calcolare né contare.

Concedi al tuo servo un cuore docile,

perché sappia rendere giustizia al tuo

popolo e sappia distinguere il bene dal

male; infatti chi può governare questo

tuo popolo così numeroso?».

Piacque agli occhi del Signore che

Salomone avesse domandato questa cosa.

Dio gli disse: «Poiché hai domandato

questa cosa e non hai domandato per te

molti giorni, né hai domandato per te

ricchezza, né hai domandato la vita dei

tuoi nemici, ma hai domandato per te il

discernimento nel giudicare, ecco,

faccio secondo le tue parole.

Ti concedo un cuore saggio e intelligente:

uno come te non ci fu prima di te né

sorgerà dopo di te».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 118 (119)

 

Ripetiamo. Quanto amo la tua legge, Signore!

 

La mia parte è il Signore:

ho deciso di osservare le tue parole.

Bene per me è la legge della tua bocca,

più di mille pezzi d'oro e d'argento. R.

 

Il tuo amore sia la mia consolazione,

secondo la promessa fatta al tuo servo.

Venga a me la tua misericordia e io avrò

vita, perché la tua legge è la mia delizia. R.

 

Perciò amo i tuoi comandi,

più dell'oro, dell'oro più fino.

Per questo io considero retti tutti i

tuoi precetti e odio ogni falso sentiero. R.

 

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:

per questo li custodisco.

La rivelazione delle tue parole illumina,

dona intelligenza ai semplici. R.

 

Seconda Lettura

Ci ha predestinati a essere conformi

all'immagine del Figlio suo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,28-30)

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre

al bene, per quelli che amano Dio, per

coloro che sono stati chiamati secondo

il suo disegno.

Poiché quelli che egli da sempre ha

conosciuto, li ha anche predestinati

a essere conformi all'immagine del

Figlio suo, perché egli sia il primogenito

tra molti fratelli; quelli poi che ha

predestinato, li ha anche chiamati;

quelli che ha chiamato, li ha anche

giustificati; quelli che ha giustificato,

li ha anche glorificati.

Parola di Dio

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Ti rendo lode, Padre, Signore del

cielo e della terra, perché ai piccoli hai

rivelato i misteri del Regno. (Mt 11,25)

 

Alleluia, Alleluia.

 

Vangelo

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-52) anno A.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro

nascosto nel campo; un uomo lo trova

e lo nasconde; poi va, pieno di gioia,

vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un

mercante che va in cerca di perle preziose;

trovata una perla di grande valore, va,

vende tutti i suoi averi e la compra.

Ancora, il regno dei cieli è simile a una

rete gettata nel mare, che raccoglie ogni

genere di pesci.

Quando è piena, i pescatori la tirano a riva,

si mettono a sedere, raccolgono i pesci

buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Così sarà alla fine del mondo.

Verranno gli angeli e separeranno i cattivi

dai buoni e li getteranno nella fornace

ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?».

Gli risposero: «Sì».

Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba,

divenuto discepolo del regno dei cieli,

è simile a un padrone di casa che estrae

dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La vita è una caccia al tesoro.

Bella storia.

E abbiamo in tasca le istruzioni,

a saperle leggere.

La mappa è offerta a tutti, gratuitamente.

E invece, tontoloni, siamo lì, col naso per

aria, e diamo retta ai tanti che ci vogliono

vendere le istruzioni per la felicità.

Diamo retta ai venditori di fumo, agli

esperti di tutto, che ci spiegano che, per

essere felici, abbiamo bisogno di una

macchina più grande, di un corpo più

snello, di uno stipendio milionario.

La cosa tragica è che molti credono a

questa pia illusione!

Matteo scrive questa pagina trent’anni

dopo avere lasciato tutto.

Ha trovato il tesoro mentre lavorava nello

spinoso campo della riscossione dei

tributi; lì ha incontrato lo sguardo del

Nazareno, l’ospite di Simone il pescatore,

il falegname che si era preso per un profeta.

Il Messia si era avvicinato al banchetto

delle imposte, senza odio, come facevano

tutti, senza timore , e gli aveva chiesto di

lasciare tutto e di seguirlo così, senza paura.

Ed egli lo aveva fatto, senza sapere

bene il perché.

Da allora la sua vita era cambiata.

Pensava di avere in tasca una perla preziosa;

soldi, rispetto, conoscenza altolocate;

nello sguardo sorridente di Gesù aveva

visto cos’era davvero il tesoro.

Anche noi pensiamo di sapere in che cosa

consista la nostra felicità, crediamo di

avere individuato il tesoro e investiamo

energie e intelligenza per trovarlo.

Siamo proprio sicuri di sapere cosa ci

riempie il cuore?

Salomone è giovane ed eredita da suo

padre Davide un regno in difficoltà;

i nemici premono ai confini e il piccolo

popolo di Israele è diventato una delle

potenze dell’epoca, lotte intestine

dilaniano la corte e Davide stesso ha

sperimentato il dolore lancinante di

vedere il proprio trono assediato

dai suoi figli.

Salomone, figlio della preferita,

Betsabea, è stato scelto.

Lui, ora, regna.

Ha di fronte a sé un compito immane;

proteggere e governare il popolo, far

costruire il tempio.

È giovane, molto giovane e ha bisogno di aiuto.

Dio gli farà un dono.

Salomone chiede in dono la capacità di

agire con saggezza. Grandioso!

Se trovassimo la famosa lampada di

Aladino cosa chiederemmo?

Salute, ricchezza, amore, serenità?

Salomone chiede la saggezza di governare

un popolo, non per sé, ma per gli altri.

Quando parliamo di tesoro nella nostra

vita, quando cerchiamo la felicità,

abbiamo bisogno di saggezza per

fare le scelte giuste.

Per la terza Domenica consecutiva la

liturgia ci consegna una pagina di parabole.

Gesù usa le parabole per facilitare la

comprensione del mistero di Dio.

Usando immagini conosciute a quanti lo

ascoltano, il Signore dimostra la sua

capacità comunicativa e la sua volontà.

Imparassimo da Lui a parlare di Dio,

invece di sfoggiare elaborati linguaggi

teologici incomprensibili ai più!

Tre sono le piccole parabole di oggi.

La prima e l’ultima parlano di qualcosa

di prezioso, che cambia la vita alle persone.

Un uomo trova un tesoro mentre sta

scavando, ricopre il tutto e compra il campo.

Un collezionista di perle, l’oggetto più

prezioso in antichità, come sono per noi

oggi i diamanti, trova una perla

straordinaria e la compra.

L’idea di fondo è la stessa, la vita è una

ricerca, e Dio solo conosce ciò che può

riempire i nostri cuori.

Solo Dio sa cosa ci rende profondamente

felici, autenticamente felici.

A volte incontriamo Dio senza cercarlo, come

fa quel tale che trova il tesoro zappando.

Altre volte, invece, l’incontro con Dio è

l’approdo dopo una lunga e laboriosa

ricerca che può durare tutta la vita.

Cosa stiamo cercando?

Stiamo ancora cercando?

Nel cuore dell’estate il Signore si propone

come colui che, unico, colma il nostro cuore.

Sul lago di Tiberiade la pesca avveniva

a strascico.

Una volta giunti a riva i pescatori

dovevano fare una cernita, rigettando in

mare i pesci impuri o non commestibili.

Così è la dinamica spirituale; una volta

scoperto il tesoro, rapiti dall’entusiasmo,

ci mettiamo a seguire il Signore.

Ma occorre fare una cernita delle nostre

emozioni, dei nostri sentimenti, come il

campo seminato a buon grano cresce con

la zizzania, così la nostra vita spirituale

cresce con fatica, dopo l’adesione degli inizi.

La costanza nasce dalla meditazione della

Parola, dalla frequentazione del Signore,

dalla compagnia della comunità.

Ma, per oggi, facciamo memoria del

momento in cui abbiamo trovato il

tesoro e trovato la perla.

E se questo non è ancora avvenuto,

diamoci da fare, su amici, diamoci

veramente da fare e non sprechiamo tempo

inutilmente, buona Domenica Fausto!