mercoledì 30 novembre 2022

Il Vangelo del Giovedì 1 Dicembre 2022

 

Della 1° settimana di Avvento.

Sant' Eligio, vescovo.

Prima Lettura

Entri una nazione giusta che si mantiene fedele.

Dal libro del profeta Isaìa (26,1-6)

In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: «Abbiamo una città

forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza.

Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele.

La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida.

Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché

egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa,

l'ha rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo.

I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri».

Parola di Dio.

Vangelo

Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo (7,21.24-27) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: "Signore,

Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio

che è nei cieli.

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a

un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su

quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un

uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su

quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Su cosa stiamo costruendo la nostra casa interiore?

Sulla sabbia delle opinioni del mondo e sulla roccia della Parola immutabile di Dio?

Spesso, troppo spesso, siamo travolti dalle cose da fare e diamo per assolute

una serie di verità che tali non sono.

È il mondo, o meglio, i media della TV, a stabilire le nostre priorità, i nostri

sogni, i nostri umori.

Le nostre sono case fragili, i nostri quartieri sono fragili, basati sull’opinione,

sull’emozione, sulla rabbia, sulla parte oscura che abita in ciascuno di noi!

Basta un soffio di vento per ribaltare le nostre opinioni, per cambiare le

nostre prospettive.

Siamo preda del sentire comune, incapaci, spesso, di avere idee personali.

Mettiamoci alla scuola del Vangelo, davvero e sul serio.

Facciamo in modo che sia la Parola a valutare le nostre scelte, a fornire un

giudizio credibile e definitivo sul mondo, chiedendo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 29 novembre 2022

Il Vangelo del Mercoledì 30 Novembre 2022

 

Della 1° settimana di Avvento.

Sant’Andrea Apostolo.

Prima Lettura

La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (10,9-18)

Fratello, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo

cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo.

Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la

professione di fede per avere la salvezza.

Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso».

Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore

di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il

nome del Signore sarà salvato».

Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?

Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?

E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?

Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto

annuncio di bene!».

Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo.

Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?».

Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

Ora io dico: forse non hanno udito?

Tutt’altro: «Per tutta la terra è corsa la loro voce, e fino agli estremi confini

del mondo le loro parole».

Parola di Dio.

Vangelo

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Dal Vangelo secondo Matteo (4,18-22) anno dispari.

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due

fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano

le reti in mare; erano infatti pescatori.

E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».

Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni

suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro

reti, e li chiamò.

Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Concludiamo il mese di novembre, all’inizio del tempo di Avvento, facendo

memoria di Andrea, apostolo e fratello di Pietro, di Betsaida in Galilea.

Oggi la Chiesa si rallegra per uno dei suoi figli, l’apostolo Andrea; in particolare

la Chiesa greca che in Andrea vede il proprio evangelizzatore.

Nato a Betsaida, sulla riva del lago di Tiberiade, discepolo del Battista,

Andrea fu uno dei primi a seguire il Signore e fu lui a portare Pietro,

suo fratello, dal Rabbì di Nazareth.

È bellissimo ricordare la storia e la fede di questi uomini che hanno conosciuto

e vissuto col Signore Gesù, che ne hanno condiviso le gioie e le pene, che

hanno ascoltato direttamente dalla sua bocca le parole che oggi ci scaldano il

cuore, che lo hanno seguito sotto la croce e lo hanno testimoniato risorto.

Persone come noi, con le loro incertezze, i loro dubbi, le loro fatiche,

le loro speranze.

Persone come noi, non eroi o superuomini dotati di strani poteri.

Andrea aveva una famiglia, un lavoro, dei progetti e l’incontro con Cristo

sconvolse la sua vita.

Un antico testo apocrifo ci dice che fu lui a convincere Giovanni a scrivere

il quarto Vangelo!

Chiediamo ad Andrea ed alla preghiera, oggi, di vivere il tempo di Avvento

con la stessa passione con cui seguì prima il Battista e, in seguito, il Signore Gesù

e che ci aiuti a condurre molti fratelli al Signore, come egli seppe fare con Pietro.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 28 novembre 2022

Il Vangelo del Martedì 29 Novembre 2022

 

Della 1° settimana di Avvento.

San Saturnino di Tolosa, vescovo e martire.

Prima Lettura

Su di lui si poserà lo spirito del Signore.

Dal libro del profeta Isaìa (11,1-10)

In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto

germoglierà dalle sue radici.

Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza,

spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.

Si compiacerà del timore del Signore.

Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito

dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per

gli umili della terra.

Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue

labbra ucciderà l'empio.

La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.

Il lupo dimorerà insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al

capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo

fanciullo li guiderà.

La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme.

Il leone si ciberà di paglia, come il bue.

Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano

nel covo del serpente velenoso.

Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte,

perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare.

In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli.

Le nazioni la cercheranno con ansia.

La sua dimora sarà gloriosa.

Parola di Dio.

Vangelo

Gesù esultò nello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Luca (10,21-24) anno dispari.

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo

lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose

ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il

Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò

che voi vedete.

Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate,

ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Beati i nostri occhi che vedono, beati i nostri orecchi che ascoltano, beate le

nostre vite che sanno.

Siamo in cammino di Avvento per accogliere ancora una volta lo straordinario

annuncio dell’incarnazione, per farci culla, per tornare ad accogliere l’inaudito di Dio.

Siamo già cristiani eppure non lo siamo mai definitivamente, non lo siamo mai

per sempre.

Perciò abbiamo bisogno di Avvento, perciò prendiamo molto sul serio questo

cammino; per combattere il demone dell’abitudine e l’arroganza del sentirci a posto.

Beati i nostri occhi, se vedono.

Beati i nostri orecchi, se ancora odono.

Beate le nostre mani, se ancora toccano.

Beati perché significa che ci siamo fatti piccoli a sufficienza per poter accogliere

la piccolezza di Dio che si consegna ai poveri di cuore, ai modesti, a coloro che

il mondo giudica sempre inappropriati.

Con questo spirito e la preghiera, riscopriamo ciò che siamo.  

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 27 novembre 2022

Il Vangelo del Lunedì 28 Novembre 2022

 

Della 1° Settimana di Avvento.

San Giacomo della Marca, religioso e sacerdote.

Prima Lettura

Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.

Dal libro del profeta Isaìa (4,2-6)

In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto

della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele.

Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato

santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme.

Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito

Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio

e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del

monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante

il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la

gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda

sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera

e contro la pioggia.

Parola di Dio.

Vangelo

Molti dall'oriente e dall'occidente verranno nel regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo (8,5-11) anno dispari.

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione

che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto,

paralizzato e soffre terribilmente».

Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto

il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.

Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a

uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio

servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità

io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!

Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno

a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Da oriente e da occidente.

Da dove non ci si aspetta arrivano coloro che credono.

Fuori dai circuiti, fuori dal mondo ebraico.

L’avvento ci prepara ancora una volta allo stupore di un Dio che si rende

accessibile, che viene per farsi incontrare.

Un Dio che è riconosciuto proprio da coloro che tutti pensavano essere

lontani e senza fede.

Un Dio incontrabile da chi, come il Centurione, ha a cuore un suo servo,

lo tratta come se fosse un figlio.

Il confine fra chi crede e chi non crede non passa più fra le razze e le etnie

ma fra gli atteggiamenti; Gesù loda e porta ad esempio la fede del nemico

giurato, dell’avversario oppressore.

Rompe gli stereotipi, allarga gli orizzonti, ci obbliga a ridefinire il concetto

stesso di appartenenza ad una religione.

È iniziato l’avvento, amici, il tempo che ci spinge a chiederci chi o cosa ci

rende credenti.

In questo tempo nuovo per la Chiesa, tempo in cui uscire dal pantano

dell’abitudine e della troppe cose date per scontate stiamo attenti a non

sentirci a posto, cattolici di lungo corso, credenti per tradizione e abitudine.

I tempi nuovi che stiamo vivendo ci obbligano a stare all’erta, a riscoprire

seriamente la nostra fede.

Prendendo a modello proprio il centurione pagano, facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 26 novembre 2022

Il Vangelo di Domenica 27 Novembre 2022

 

Della 1° Domenica di Avvento.

Beata Vergine della Medaglia Miracolosa, apparizione.

Prima Lettura

Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.

Dal libro del profeta Isaìa (2,1-5)

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.

Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei

monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti.

Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore,

al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo

camminare per i suoi sentieri».

Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli.

Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci;

una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non

impareranno più l’arte della guerra.

Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale, dal Sal 121 (122)

Rispondiamo. Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme! R.

 

È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d’Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide. R.

 

Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi. R.

 

Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: «Su di te sia pace!».

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene. R.

 

Seconda Lettura

La nostra salvezza è più vicina.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (13,11-14a)

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di

svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di

quando diventammo credenti.

La notte è avanzata, il giorno è vicino.

Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge

e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie.

Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Mostraci, Signore, la tua misericordia

e donaci la tua salvezza. (Sal 84,8)

 

Alleluia.

Vangelo

Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.

Dal Vangelo secondo Matteo (24,37-44) anno A.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè,

così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano,

prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò

nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti:

così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo.

Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato.

Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte

viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate,

viene il Figlio dell’uomo».

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi

li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci

dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Di già?

Riparte l’Avvento, l’anno liturgico nuovo, il percorso verso il Natale.

Ciò significa che fra un mese saremo di nuovo a tavola ad aprire i doni

e a farci gli auguri.

Almeno chi ha qualcuno con cui sedersi e quattro soldi per comprare un regalo.

E ci guardiamo intorno, spaesati, come chi, dopo una lunga notte di battaglia,

vede il bagliore dell’aurora a oriente.

Siamo troppo stanchi per gioire.

Troppe ferite da curare.

Troppa emorragia di speranza per prendere sul serio i poco convinti inviti alla

gioia che cominciamo a vedere in televisione.

Arriva Natale, certo, e noi qui in mezzo al campo di battaglia.

Intenti a cercare il fine, non a invocare la fine.

Abbiamo assoluto bisogno di fermarci, almeno qualche minuto, di guardare

dove stiamo andando, di trovare un filo a cui appendere, come dei panni,

tutte le nostre vicende.

Oggi inizia l’Avvento; ne avevo bisogno, sinceramente.

Sono quattro settimane che ci preparano al Natale, un’arca si salvezza che

ci viene data per ritagliarci uno spazio di consapevolezza.

Un mese per preparare una culla per Dio, fosse anche in una stalla.

Non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce; è già nato nella storia,

tornerà nella gloria.

Ma ora chiede di nascere in me.

Qui, ora, oggi.

In mezzo alla crisi di un mondo in disfacimento, in mezzo ai mille casini che devo

quotidianamente affrontare, strappando con i denti un tempo per vivere sul serio.

Io voglio prepararmi, ho bisogno di capire come posso trovare il Dio diventato

accessibile, fatto volto, divenuto incontrabile.

Voglio poterlo vedere questo Dio consegnato, arreso, palese, nascosto in

mezzo agli sguardi e ai volti di tanti neonati.

Sono poche quattro settimane, lo so.

Ma voglio provarci ancora.

Perché possiamo celebrare cento natali senza che mai una volta Dio nasca

nei nostri cuori.

Nessuno possiede Dio in modo tale da non doverlo più attendere.

Eppure non può attendere Dio chi non sapesse che Dio ha già atteso lungamente lui.

Uno preso, uno lasciato

Iniziamo a leggere Matteo, da oggi.

Il pubblicano divenuto discepolo, colui che si è fatto bene i conti in tasca,

ci accompagna e ci incoraggia sull’impervia strada della conversione.

Il brano del Vangelo è faticoso e ostico e rischia di essere letto in chiave grottesca.

Gesù, al solito, è straordinario; cita gli eventi simbolici di Noè, dice che

intorno a lui c’era un sacco di brava gente che venne travolta dal diluvio

senza neppure accorgersene.

Perciò ci invita a vegliare, a stare desti, proprio come fa Paolo scrivendo ai Romani.

E Gesù avverte; uno è preso, l’altro lasciato.

Uno incontra Dio, l’altro no.

Uno è riempito, l’altro non si fa trovare; e di chi è la colpa?; la colpa è solo nostra.

Perché Dio è discreto, modesto, quasi timido, non impone la sua presenza, come la

brezza della sera è la sua venuta.

A noi è chiesto di spalancare il cuore, di aprire gli occhi, di lasciar emergere il desiderio.

Come? Non lo so, amici credetemi.

Io cerco di farlo ritagliandomi uno spazio quotidiano alla preghiera,

per meditare la Parola.

Alcuni tra voi, magari riescono a prendersi una domenica pomeriggio per

fare un paio d’ore di silenzio e di preghiera, altri fanno una piccola deviazione

andando al lavoro per entrare in una Chiesa.

Se vissuti bene, aiutano anche i simboli del Natale cristiano; preparare un

presepe, addobbare un albero, partecipare alla novena.

Facciamo qualcosa, una piccola cosa, per chiederci se Cristo è nato in noi,

per non lasciarci travolgere dal diluvio di parole e cose che ognuno vive.

Ma, ad aggravare la nostra situazione, non dobbiamo solo combattere contro

la dimenticanza.

Ci tocca pure combattere contro il finto natale.

Non capisco perché una festa splendida, la festa che celebra la notizia

dell’inaudito di Dio che irrompe nel mondo, sia stata travolta dalla melassa

del buonismo natalizio.

È un dramma, il Natale, è la storia di un Dio presente e di un uomo assente.

Non c’è proprio nulla da festeggiare, non abbiamo fatto una gran bella figura,

la prima volta.

Natale è un pugno nello stomaco, una provocazione, un evento che

obbliga a schierarsi.

Natale è l’arrendevolezza di Dio che ci obbliga a conversione.

Quindi; viva i regali, viva la festa.

Ma che sia autentico ciò che facciamo, che sia presente il festeggiato, Dio, alle

nostre ipercaloriche cene, che i bimbi capiscano che è il suo compleanno,

e a noi fanno i regali.

In questi anni ho visto con sgomento che il Natale, per i poveri veri, per chi ha

subito un abbandono, un trauma, un lutto, è diventato una festa odiosa e insostenibile.

Di fronte alle immagini stereotipate della famiglia felice intorno all’albero

e armonia e canti di angeli che ci propinano i media, chi, invece, vive affettività

fragili e solitudini, è travolto da un insostenibile dolore.

E questo mi fa impazzire di rabbia.

Il Dio dei poveri, il Dio che viene per i pastori, emarginati del tempo, il Dio

che non nasce nel Tempio di Gerusalemme, ma nella grotta di Betlemme,

viene sostituto dal dio piccino del nostro ipocrita buonismo.

Se i nonni soli, se le persone abbandonate, se i feriti dalla vita non hanno un

sussulto di speranza nella notte di Natale, significa che il nostro annuncio

è ambiguo, travolto e sostituito da un inutile messaggio di generica pace.

Esagero? Voglia Dio che sia così.

Tra quattro settimane celebreremo il Natale.

Non giochiamo a far finta che poi Gesù nasce, Gesù è già nato, morto e risorto,

vive accanto a me.

Il problema è, semmai, se io sono nato.

Ecco amici il vero problema, Gesù viene ma noi siamo pronti ad accoglierlo?

Spero di sì, comunque abbiamo tutto il periodo dell’Avvento per prepararci

seriamente ad accoglierlo, buon Avventi a tutti voi, Fausto.