domenica 28 febbraio 2021

Il Vangelo del Lunedì 1 Marzo 2021

 

Della 2° settimana di Quaresima.

Sant' Albino di Angers, Vescovo.

Prima lettura dal libro del profeta Daniele (9,4b-10)

Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all'alleanza e benevolo verso

coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e

abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati

dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi!

Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali nel tuo nome hanno parlato

ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.

A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene

ancora oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto

Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i delitti che

hanno commesso contro di te.

Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri,

perché abbiamo peccato contro di te; al Signore, nostro Dio, la misericordia e il

perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce

del Signore, nostro Dio, né seguito quelle leggi che egli ci aveva dato per mezzo

dei suoi servi, i profeti.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (6,36-38) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi,

come il Padre vostro è misericordioso.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete

condannati; perdonate e sarete perdonati.

Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante

vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate,

sarà misurato a voi in cambio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Possiamo vedere la bellezza di Dio in molte cose, anche nella bontà di chi ci

sta intorno e, così facendo, riverbera lo splendore del vangelo senza saperlo.

La gratuità, il dono generoso di sé e del proprio tempo, la disponibilità sono

modi concreti di manifestare la bellezza dell’uomo e la bellezza di Dio.

Non solo; la misericordia, cioè la capacità di guardare alla miseria degli altri

con un cuore largo e benevolo, testimonia il vero volto di Dio e riempie il

nostro cuore di una misura pigiata e ben scossa.

Il cammino che stiamo facendo dovrebbe/potrebbe portarci a crescere nella

misericordia, a lasciare emergere in noi il lato bello e il lato buono.

La conclusione del discorso della montagna in Matteo è perentoria; siamo

chiamati ad essere perfetti come il Padre.

Oggi Luca corregge il tiro ricordando a tutti che la perfezione di Dio consiste

nella sua infinita misericordia.

Il discepolo non imita l’asettica perfezione di Dio ma la sua accogliente

bontà e pazienza.

E se c’è un aspetto su cui le nostre comunità devono investire è proprio questo;

diventare un Tabor per l’uomo d’oggi, capaci di accoglienza e di ascolto senza

giudizio, facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

sabato 27 febbraio 2021

Il Vangelo di Domenica 28 Febbraio 2021

 

Della 2° Domenica di Quaresima.

Sant'Ilario, papa.

Prima lettura dal libro della Genesi (22, 1-2. 9. 10-13. 15-18)

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!».

Rispose: «Eccomi!».

Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio

di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».

Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì

l'altare, collocò la legna.

Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.

Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!».

Rispose: «Eccomi!».

L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente!

Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».

Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio.

Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.

L'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro

per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato

tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa

la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare;

la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici.

Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché

tu hai obbedito alla mia voce».

Parola di Dio.

Seconda lettura dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,31-34)

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi,

non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?

Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto?

Dio è colui che giustifica! Chi condannerà?

Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10) anno B.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse

su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime:

nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.

E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui;

facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».

Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.

Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una

voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!».

E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non

Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che

avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti.

Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Cosa ci rende così inquieti?

Quando riusciamo, infine, a fare silenzio intorno, magari costretti da questa gigantesca

ondata che ci ha travolti, causata dal virus, quando non funzionano i cellulari e le

televisioni e i portatili, quando torniamo di colpo indietro di cento anni, capendo

quanta strada abbiamo fatto e di quante cose abbiamo bisogno per vivere e sentiamo

il sentimento contraddittorio di una pace interiore mischiata alla paura di restare

senza i nostri inutili e indispensabili ninnoli, cosa ci resta nel cuore?

Cosa ci rende così inquieti?

Perdere l’inutile che abbiamo duramente conquistato?

La paura del futuro?

E cosa può sanare l’inquietudine?

Darci pace?

Portarci ad un livello di consapevolezza tale per cui, finalmente, scopriamo

che non è vero quello che ci fanno credere.

Non sono infelice perché non sono bellissimo, o ricco, o particolarmente brillante,

ma perché ho bisogno di capire qual’è il mio posto del mondo.

Naufraghi della storia, inutile presenza fra sette miliardi di individui connessi,

incapaci di rientrare in noi stessi, e la mia piccola vita anela ad un senso,

ad una risposta.

Siamo nel deserto. Infine.

Cumuli di macerie.

Cumuli di rovine provocate da un capitalismo spregiudicato, con la scusa del virus.

Cumuli di piccinerie figlie di una politica meschina ed incapace.

Cumuli di solitudini personali, di storie insignificanti, di domande irrisolte.

Saliamo al Tabor, infine.

Chi è davvero Gesù di Nazareth?

Questa domanda accompagna tutto il Vangelo di Marco, in lungo e in largo.

L’episodio della trasfigurazione è posto esattamente al centro della narrazione

evangelica, come a segnarne l’importanza assoluta.

Chi è Gesù? Chi è Dio?

Abramo, nella prima lettura, pensa che Dio sia l’assoluto cui sacrificare tutto,

anche suo figlio.

Per noi è abominevole il solo pensarlo.

Tutti i popoli vicini ad Israele praticavano il sacrificio umano, per placare gli dei.

Forse anche il Dio misterioso senza nome, che pure lo aveva accompagnato

fuori dalla sua terra e difeso, era come loro.

Questo, erroneamente, pensa Abramo.

No, ci dice il racconto.

Dio non ha bisogno del sacrificio di una vita, non ama i sacrifici umani.

La pagina della Genesi diventa un severo ammonimento per il popolo di Israele;

il Dio di Abramo non gradisce che si uccida in suo nome.

Eppure molti, ancora oggi, hanno questa idea di Dio; colui che chiede sacrifici

insopportabili.

Non è così il Dio di Gesù.

Lo conoscono Gesù, gli apostoli.

Come noi, sanno chi è, cosa dice, hanno assistito ai suoi miracoli.

Ma ancora non ne sanno niente. Come noi, io compreso.

Possiamo essere discepoli da sempre, e preti e suore.

Ma non sappiamo nulla di Lui.

Anch’io amici, che ogni giorno scrivo i miei strampalati commenti ai Vangeli,

non so ancora tutto di Dio, non lo conosco ancora veramente!

Ed Egli ci chiede di salire sul monte, per capire, per intravvedere, per intuire.

Eccolo allora.

Marco non riesce a descrivere la sua bellezza.

Mosè ed Elia parlano con Lui; la Legge e i profeti danno una risposta; Gesù è il Messia.

Le tre tende che Pietro vuole costruire, ricordano la festa delle capanne, 

Simone pensa, ingenuamente, che sia finalmente arrivato il tempo del Regno.

No, non è così.

Un’altra montagna si staglia all’orizzonte, una piccola altura ricavata da una cava

di pietra in disuso che i romani usano per appendere i condannati.

Non c’è Tabor senza Gòlgota, non c’è Gòlgota senza Tabor.

Non c’è bellezza e gioia che non costi fatica.

Non c’è dolore e sofferenza che non portino alla luce.

È bellissimo stare con Gesù.

È il figlio prediletto da ascoltare, ieri come oggi.

Marco è l’unico che scrive; improvvisamente, guardandosi intorno, non videro

più nessuno se non Gesù solo, con loro.

La conversione alla bellezza è improvvisa.

A noi di guardarci intorno e scoprire la bellezza di Dio per giungere anche noi,

infine, a vedere solo più Gesù nella nostra vita, e noi assieme con Lui.

La bellezza convertirà il mondo.

E noi, suoi fragili discepoli, siamo spinti a vivere nella bellezza della relazione

e della verità, della compagnia agli uomini e della Parola, per dire e dare ai nostri

fratelli uomini e donne, la speranza di una Presenza che ancora si deve svelare

nella sua totalità.

Noi, fragili discepoli, siamo chiamati e testimoniare con semplicità e verità che

solo Gesù colma il nostro cuore, riempie la nostra anima.

Viviamo, in un tragico ottimismo.

Tragico perché i tempi sono faticosi, per colpa di questo virus.

Ma sempre ottimismo, perché sappiamo chi è la bellezza di Dio; il Signore Gesù.

E questa bellezza alberga nel nostro desiderio.

Questa bellezza salva il mondo.

Perciò, saliamo anche noi con Gesù, sul Tabor, per vedere finalmente la bellezza

del nostro Dio, Santa Domenica, amici scalatori, Fausto.

 

venerdì 26 febbraio 2021

Il Vangelo del Sabato 27 Febbraio 2021

 

Della 1° settimana di Quaresima.

San Gabriele dell'Addolorata, religioso.

Prima lettura dal libro del Deuteronòmio (26,16-19)

Mosè parlò al popolo, e disse: «Oggi il Signore, tuo Dio, ti comanda di mettere

in pratica queste leggi e queste norme.

Osservale e mettile in pratica con tutto il cuore e con tutta l’anima.

Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà Dio per te, ma solo se tu

camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme

e ascolterai la sua voce.

Il Signore ti ha fatto dichiarare oggi che tu sarai il suo popolo particolare,

come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi.

Egli ti metterà, per gloria, rinomanza e splendore, sopra tutte le nazioni che ha

fatto e tu sarai un popolo consacrato al Signore, tuo Dio, come egli ha promesso».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,43-48) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai

il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico.

Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano,

affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole

sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?

Non fanno così anche i pubblicani?

E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?

Non fanno così anche i pagani?

Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il discorso della montagna presente in Matteo è destabilizzante per i

contemporanei di Gesù e per noi oggi.

Per i farisei, in particolare, che reputavano Legge inviolabile gli oltre seicento

precetti della tradizione orale che nulla avevano a che fare con Mosè e che

Gesù si permette di correggere liberamente con grande scandalo dei devoti.

Ma anche per noi, per la forza semplice ed immediata del suo ragionamento.

Amare chi ci ama è molto semplice, osserva il Signore, non c’è nulla di virtuoso

in questo, è del tutto naturale comportarsi in questo modo.

Amare chi ci fa del male, il nemico, invece, è straordinariamente difficile, supera

l’istinto e il buon senso, ci rende simili a Dio che fa sorgere il sole e fa piovere

su giusti ed ingiusti.

Al discepolo è chiesto di superare la connaturale simpatia o antipatia per andare

alla radice di ogni rapporto umano fondato sulla giustizia divina.

Proprio perché siamo oggetto dell’amore di Dio diventiamo capaci di amare,

di quello stesso amore, le persone che ci sono moleste.

In questa quaresima, perciò, lasciamoci amare con maggiore intensità dal Padre

perché ci aiuti a vincere ogni resistenza ed amare gli altri dell’amore con cui

siamo stati amati.

Naturalmente non sarà facile, perciò, chiediamo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 25 febbraio 2021

Il Vangelo del Venerdì 26 Febbraio 2021

 

Della 1° settimana di Quaresima.

Sant' Alessandro di Alessandria, Patriarca.

Prima lettura dal libro del profeta Ezechièle (18,21-28)

Così dice il Signore Dio: «Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha

commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine,

egli vivrà, non morirà.

Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia

che ha praticato.

Forse che io ho piacere della morte del malvagio-oracolo del Signore-o non

piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?

Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte

le azioni abominevoli che l'empio commette, potrà egli vivere?

Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione

in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.

Voi dite: "Non è retto il modo di agire del Signore".

Ascolta dunque, casa d'Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non

è retta la vostra?

Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo

muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.

E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò

che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso.

Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,20-26) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà

quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà

essere sottoposto al giudizio.

Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli

dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna.

Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha

qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a

riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,

perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga

gettato in prigione.

In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù ha molto a cuore la coerenza fra la vita e la fede; non riesce ad immaginare

come un discepolo del Padre riesca a rivolgersi a Dio in un modo, a pregarlo,

senza convertire in contemporanea la propria vita.

Certo; poi magari ci vuole del tempo e molta pazienza, ma fare il contrario di

quello che si dice e si prega non rientra nelle possibilità del Signore.

Purtroppo anche noi cristiani, troppo sovente, commettiamo lo stesso errore;

creiamo una profonda distonia fra le nostre parole e la nostra vita.

La fede, intendiamoci, non si riduce ad un generico buonismo ma se non produce

l’effetto di una vita orientata alle parole che pronunciamo, è solo vuota retorica religiosa.

Gesù giunge a chiedere al suo discepolo di anteporre la riconciliazione del fratello

che ce l’ha con noi (e non viceversa!) alla celebrazione del rito liturgico.

Quanto stonano i nostri atteggiamenti di indifferenza, di litigi all’interno della

comunità cristiana per ragioni spesso ridicole con queste severe parole del Signore!

Che la Quaresima ci aiuti ad andare all’essenziale, a riportare un briciolo di

coerenza fra le parole che pronunciamo e i comportamenti che viviamo,

facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 24 febbraio 2021

Il Vangelo del Giovedì 25 Febbraio 2021

 

Della 1° settimana di Quaresima.

San Gerlando di Agrigento, Vescovo.

Prima lettura dal libro di Ester (14, 1. 3-5. 12-14)

In quei giorni, la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da

un'angoscia mortale.

Si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera e disse: «Tu sei benedetto,

Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe.

Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all'infuori di te,

o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta.

Io ho sentito dai libri dei miei antenati, Signore, che tu liberi fino all'ultimo

tutti coloro che compiono la tua volontà.

Ora, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola e non ho nessuno all'infuori di te.

Vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola

opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui.

Volgi il suo cuore all'odio contro chi ci combatte, a rovina sua e di quanti

sono d'accordo con lui.

Quanto a noi, liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in

gioia e le nostre sofferenze in salvezza».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (7,7-12) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato;

cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.

Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.

Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra?

E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe?

Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto

più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro:

questa infatti è la Legge e i Profeti».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La quaresima, tempo di deserto, ci aiuta a riprendere in mano la nostra vita,

a ricalibrare la nostra strada verso il Signore, a verificare il nostro discepolato.

E una delle caratteristiche del discepolo è la qualità della preghiera cristiana che,

ci ricorda con insistenza il Signore, non è rivolta ad un despota da convincere ma

ad un padre che conosce bene le nostre necessità.

Ma, proprio perché è un padre/madre, il Signore vede cose che noi non vediamo.

Anche mio figlio chiede continuamente di comprargli dei giochi ma me ne guardo

bene dal farlo!

Così il Signore fa con noi; magari siamo insistenti (anche troppo) con Lui per

cercare di ottenere delle cose che ci sembrano essenziali e il Signore tarda a

risponderci, forse perché ciò che chiediamo non è il nostro bene o forse perché

dobbiamo prima crescere nel desiderio.

E oggi il Signore ci ricorda il legame della preghiera con la vita; come possiamo

chiedere una cosa buona al padre se noi per primi non sappiamo compiere cose

buone per chi sta intorno a noi?

La nostra preghiera è credibile solo se diventa parte di un percorso più ampio

che converte ogni nostro atteggiamento, se parte dal cuore di un discepolo che

sa mettersi in discussione.

Capite perché ogni giorno vi invito a pregare?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 23 febbraio 2021

Il Vangelo del Mercoledì 24 Febbraio 2021

 

Della 1° settimana di Quaresima.

Sant' Etelberto, Re del Kent.

Prima lettura dal libro del profeta Giona (3,1-10)

In quel tempo, fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati,

va' a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico».

Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.

Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino.

Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e

predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».

I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il

sacco, grandi e piccoli.

Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto,

si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.

Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Nìnive questo decreto: «Uomini

e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua.

Uomini e animali si coprano di sacco e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno

si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.

Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi

non abbiamo a perire!».

Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia,

e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (11,29-32) anno dispari.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno,

ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona.

Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio

dell'uomo lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa

generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della

terra per ascoltare la sapienza di Salomone.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione

e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Per convertirci non abbiamo bisogno di segni prodigiosi o di eventi traumatici

nella nostra vita.

Abbiamo accanto a noi l’essenziale; la Parola, la testimonianza, la gioiosa

esperienza della Chiesa.

Abbiamo accanto a noi profeti come Giona che, nonostante la loro incoerenza

e la loro pavidezza, annunciano nella Ninive in cui viviamo il primato di Dio.

Abbiamo accanto a noi, nella Chiesa, persone sagge come Salomone che riescono

a non farsi prendere dal delirio di onnipotenza e si fanno carico degli altri con prudenza.

Comportiamoci come gli abitanti di Ninive che si vestirono di sacco e fecero

penitenza e come la regina di Saba, disposta a venire da lontano per poter ascoltare

la rara saggezza di Salomone!

Non come i contemporanei di Gesù, talmente assuefatti all’annuncio di Dio da non

riuscire a smuoversi dalle loro presunte certezze, anche dalle certezze di fede.

Ben più di Giona c’è qui, ben più di una rara saggezza!

Possiamo accedere a Dio sotto i segni sacramentali della sua presenza, senza paura.

Il Signore Gesù si è donato totalmente e ci rende possibile l’accesso al Padre;

è questo il tempo della conversione e della preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.