mercoledì 11 dicembre 2024

Il Vangelo del Giovedì 12 Dicembre 2024

 

Della 2° settimana di Avvento.

Beata Maria Vergine di

Guadalupe, apparizione.

Prima Lettura.

Io sono il tuo redentore, il Santo d'Israele.

Dal libro del profeta Isaìa (41,13-20)                                                                                                                                                                  

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo

per la destra e ti dico: «Non temere,

io ti vengo in aiuto».

Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,

larva d'Israele; io vengo in tuo

aiuto-oràcolo del Signore-, tuo

redentore è il Santo d'Israele.

Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata,

nuova, munita di molte punte; tu trebbierai

i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula.

Li vaglierai e il vento li porterà via, il

turbine li disperderà.

Tu, invece, gioirai nel Signore, ti vanterai

del Santo d'Israele.

I miseri e i poveri cercano acqua ma non

c'è; la loro lingua è riarsa per la sete.

Io, il Signore, risponderò loro, io, Dio

d'Israele, non li abbandonerò.

Farò scaturire fiumi su brulle colline,

fontane in mezzo alle valli; cambierò il

deserto in un lago d'acqua, la terra arida

in zona di sorgenti.

Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti

e ulivi; nella steppa porrò cipressi,

olmi e abeti;

perché vedano e sappiano, considerino

e comprendano a un tempo che questo

ha fatto la mano del Signore, lo ha creato

il Santo d'Israele.

Parola di Dio.

Vangelo.

Non ci fu uomo più grande

di Giovanni Battista.

Dal Vangelo secondo

Matteo (11,11-15) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In

verità io vi dico: fra i nati da donna non

è sorto alcuno più grande di Giovanni il

Battista; ma il più piccolo nel regno dei

cieli è più grande di lui.

Dai giorni di Giovanni il Battista fino

ad ora, il regno dei cieli subisce violenza

e i violenti se ne impadroniscono.

Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno

profetato fino a Giovanni.

E, se volete comprendere, è lui

quell'Elìa che deve venire.

Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù commenta l’apostolato di

Giovanni Battista, destinato ad essere

ucciso dai capricci di una concubina

e dalla pigrizia di un re-fantoccio e dice;

il Regno soffre violenza e i violenti se

ne impadroniscono.

La storia ce lo insegna; coloro che

vivono con verità alla ricerca di Dio,

nella mitezza e nella pace, subiscono

violenza e persecuzione.

Anche noi, nel nostro mondo civilizzato,

corriamo il rischio di essere soggetti a

prese in giro e a giudizi impietosi per il

fatto di essere persona in ricerca.

Ma, aggiunge Gesù, occorre violenza per

impadronirsi del Regno, occorre tenere

duro, faticare con la parte oscura di sé,

avere il coraggio della conversione.

Credere comporta una fatica, una

concentrazione, una scelta da operare

continuamente.

Isaia, parlando al popolo ormai

prigioniero e deportato, ha una visione

di un ritorno glorioso, di una recuperata

autorevolezza e potenza del popolo,

di una situazione idilliaca.

E dice queste cose ad un popolo sconfitto,

senza re e senza libertà.

I profeti ci aiutano a vedere ciò che ancora

non c’è, a dare un’interpretazione agli

eventi e alla storia che sfugge alla ragione.

Come diceva san Paolo; noi fissiamo lo

sguardo sulle cose invisibili, perché restano.

In questa giornata guardiamo oltre,

guardiamo l’altrove per dare una

lettura diversa agli eventi,

con l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 10 dicembre 2024

Il Vangelo del Mercoledì 11 Dicembre 2024

 

Della 2° settimana di Avvento.

San Damaso I, Papa.

Prima Lettura.

Il Signore dà forza a chi è stanco.

Dal libro del profeta Isaìa (40,25-31)

«A chi potreste paragonarmi, quasi che

io gli sia pari?» dice il Santo.

Levate in alto i vostri occhi e guardate:

chi ha creato tali cose?

Egli fa uscire in numero preciso il loro

esercito e le chiama tutte per nome; per

la sua onnipotenza e il vigore della sua

forza non ne manca alcuna.

Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti:

«La mia via è nascosta al Signore e il mio

diritto è trascurato dal mio Dio»?

Non lo sai forse?

Non l'hai udito?

Dio eterno è il Signore, che ha creato

i confini della terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua

intelligenza è inscrutabile.

Egli dà forza allo stanco e moltiplica il

vigore allo spossato.

Anche i giovani faticano e si stancano,

gli adulti inciampano e cadono; ma quanti

sperano nel Signore riacquistano forza,

mettono ali come aquile, corrono senza

affannarsi, camminano senza stancarsi.

Parola di Dio.

Vangelo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

Dal Vangelo secondo

Matteo (11,28-30) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me,

voi tutti che siete stanchi e oppressi,

e io vi darò ristoro.

Prendete il mio giogo sopra di voi e

imparate da me, che sono mite e umile

di cuore, e troverete ristoro per la

vostra vita.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio

peso leggero».

Parola del Signore.

Riflessine personale sul Vangelo di oggi.

Mettiamo le ali come aquile, riprendiamo

forza e vigore quando scopriamo di

essere amati.

Isaia si rivolge al popolo in esilio,

prigioniero di Nabucodonosor e lo invita

a guardare avanti, ad andare oltre.

Ammirando l’ordine del Creato,

la perfezione e la potenza del Cosmo,

il popolo ebraico scopre quanto

grande è l’intelligenza di Dio.

E la sua compassione.

Gesù si accorge della fatica che facciamo,

vede che siamo sballottati e privi di forze

e prova compassione.

Patisce insieme a noi, decide di

condividere il nostro dolore e la

nostra fatica.

L’incarnazione ci riempie di stupore;

Dio rinuncia alla sua divinità per

condividere ed assumere la nostra fatica,

la nostra stanchezza, per renderci simili

a Lui, come dicono i Padri della Chiesa.

Andiamo a Gesù, prendiamo su di noi,

sul serio, il giogo del Vangelo, la

prospettiva dell’amore, un carico leggero

e dolce, che ci aiuta a vedere noi stessi

e gli altri in una prospettiva diversa.

In questo cammino di conversione al

Natale vero, all’accoglienza interiore

di Cristo, alla riadesione al Vangelo

senza ‘se’ e senza ‘ma’ vogliamo tornare

all’essenziale della fede, al nucleo

centrale del messaggio Evangelico,

chiedendo aiuto alla preghiera.

Che è proprio questo; Dio ci ama fino

a diventare uomo, fino a rinunciare

a se stesso.

Potremo mai contenere tanta misericordia?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 9 dicembre 2024

Il Vangelo del Martedì 10 Dicembre 2024

 

Della 2° settimana di Avvento.

Beata Vergine Maria di Loreto,

Traslazione della Santa Casa.

Prima Lettura.

Dio consola il suo popolo.

Dal libro del profeta Isaìa (40,1-11)

«Consolate, consolate il mio

popolo-dice il vostro Dio.

Parlate al cuore di Gerusalemme e

gridatele che la sua tribolazione è

compiuta, la sua colpa è scontata,

perché ha ricevuto dalla mano del

Signore il doppio per tutti i suoi peccati».

Una voce grida: «Nel deserto preparate

la via al Signore, spianate nella steppa

la strada per il nostro Dio.

Ogni valle sia innalzata, ogni monte e

ogni colle siano abbassati; il terreno

accidentato si trasformi in piano e

quello scosceso in vallata.

Allora si rivelerà la gloria del Signore

e tutti gli uomini insieme la vedranno,

perché la bocca del Signore ha parlato».

Una voce dice: «Grida», e io rispondo:

«Che cosa dovrò gridare?».

Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua

grazia è come un fiore del campo.

Secca l’erba, il fiore appassisce quando

soffia su di essi il vento del Signore.

Veramente il popolo è come l’erba.

Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la

parola del nostro Dio dura per sempre.

Sali su un alto monte, tu che annunci

liete notizie a Sion!

Alza la tua voce con forza, tu che

annunci liete notizie a Gerusalemme.

Alza la voce, non temere; annuncia

alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!

Ecco, il Signore Dio viene con potenza,

il suo braccio esercita il dominio.

Ecco, egli ha con sé il premio e la sua

ricompensa lo precede.

Come un pastore egli fa pascolare il

gregge e con il suo braccio lo raduna;

porta gli agnellini sul petto e conduce

dolcemente le pecore madri».

Parola di Dio.

Vangelo.

Dio non vuole che i piccoli si perdano.

Dal Vangelo secondo

Matteo (18,12-14) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi

discepoli: «Che cosa vi pare?

Se un uomo ha cento pecore e una di loro

si smarrisce, non lascerà le novantanove

sui monti e andrà a cercare quella che

si è smarrita?

In verità io vi dico: se riesce a trovarla,

si rallegrerà per quella più che per le

novantanove che non si erano smarrite.

Così è volontà del Padre vostro che è

nei cieli, che neanche uno di questi

piccoli si perda».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Consolate il mio popolo!

Dio viene, ci viene incontro, corre verso

di noi, desidera profondamente,

tenacemente, la nostra salvezza.

Isaia parla ora al popolo deportato in

Babilonia, senza prospettive, senza

speranza, senza coraggio.

E sogna un ritorno a Gerusalemme

ricostruita per i deportati.

Chiede che vengano appianati i colli;

anche noi possiamo fuggire da ogni

schiavitù se abbassiamo le colline

dell’orgoglio e riempiamo le valli della

depressione e dello sconforto!

Colui che viene, che chiede di nascere in

noi, rivela di amarci più di ogni altra

creatura, ci dice che è disposto a lasciare

nell’ovile i bravi ragazzi che non

sbagliano mai per venire a cercare la

pecora ovunque si sia smarrita.

Smettiamola di giocare a fare i bravi

ragazzi, il Signore non ha bisogno di

giusti, ma di figli che sappiano

riconoscere il suo volto misericordioso!

San Paolo, acceso e fervente fariseo,

zelante credente, dovrà riconoscere

di essersi perso per incontrare il volto

del vero Dio che non è venuto per

giudicare ma per salvare ogni uomo.

Riconosciamo le nostre fatiche, le nostre

fragilità, ammettiamo di avere bisogno

di essere amati, di desiderare di essere

presi in braccio da Dio con la preghiera.

Ecco viene, il nostro Dio, raduna le

pecore madri e stringe a sé gli agnellini.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.